
Uno studio ha permesso di rintracciare microplastiche nella quasi totalità dei campioni prelevati nei tre laghi.
La plastica in mare sarebbe circa 10 volte di più rispetto all’isola dei rifiuti presente nel Pacifico. Ecco le nuove stime.
La plastica negli oceani è molta di più di quanto stimato finora: secondo Markus Eriksen, ricercatore del 5 Gyres Institute, organizzazione che si occupa proprio di monitorare e mappare i rifiuti plastici in mare, si tratterebbe di circa 270 mila tonnellate.
Come è possibile? I milioni di rifiuti e detriti prodotti quotidianamente dalla popolazione mondiale, dai sacchetti di plastica alle bottiglie, alle stoviglie usa e getta, se mal gestiti finiscono attraverso i fiumi in mare, dove formano mucchi e isolotti più o meno grandi: per esempio quello scoperto circa 15 anni fa al largo delle coste del Pacifico, chiamato anche Pacific Trash Vortex, è grande quanto il Texas e pesa poco più di 21 mila tonnellate.
Secondo lo studio del gruppo di ricerca dell’istituto, pubblicato sulla rivista scientifica Plos One, il peso attuale della plastica oceanica è circa cinque volte quello registrato negli anni Settanta e dieci quello dell’isola di rifiuti del Pacifico.
Il nuovo modello usato dal gruppo di ricerca ha compiuto una stima della plastica oceanica mappata durante 24 spedizioni svolte in tutto il mondo, dall’Islanda al Golfo del Bengala. Il team ha poi unito le indagini visive con il (presunto) peso netto delle plastiche, utilizzando modelli matematici per calcolare anche in che modo le correnti oceaniche potrebbero trasportare plastica, e confrontato i risultati in base alle categorie di dimensione della spazzatura.
Le nuove stime, che secondo altri scienziati, come gli ecologi dell’Univesità spagnola di Cadice, sarebbero eccessive perché basate troppo sulla mappatura visiva dei rifiuti, indicano la presenza di circa 5.250 miliardi di detriti di plastica, del peso complessivo di circa 269 mila tonnellate. Quasi il 75 per cento di quel peso sarebbe dovuto a oggetti di grandi dimensioni, come boe, secchi e altri attrezzi per la pesca.
Secondo l’autore, proprio a causa della grandezza degli oggetti in plastica non sarebbe possibile ripulire il mare con appositi robot. “Invece, un programma di incentivi – per esempio, offrendo ai pescatori un dollaro per libbra di spazzatura raccolta – potrebbe incentivare le persone a ripulire gli oceani per conto proprio”, ha aggiunto Eriksen.
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