
Cosa c’è dietro alla nascita di tre cuccioli di metalupi, una specie di lupo del Nordamerica estinta oltre diecimila anni fa?
Grazie agli sforzi di tutela lo status di conservazione dei gorilla di montagna è migliorato, passando da “in pericolo critico” a “in pericolo”.
La popolazione di gorilla di montagna (Gorilla beringei beringei), rara sottospecie di gorilla orientale a rischio estinzione, resa celebre dalla zoologa statunitense Dian Fossey, è in lieve aumento, ed è una notizia straordinaria. Questi enormi e pacifici animali, che popolano le foreste d’alta quota di Repubblica Democratica del Congo, Ruanda e Uganda, hanno rischiato di scomparire per sempre, decimati da bracconaggio, guerre civili ed estrazione petrolifera. Grazie agli sforzi di conservazione però il numero di esemplari è in aumento, tanto che nel recente aggiornamento della Lista Rossa della Iucn, lo stato di conservazione della specie è migliorato, passando da “in pericolo critico” a “in pericolo”.
Il merito è degli sforzi di conservazione effettuati nell’area transfrontaliera dei vulcani Virunga, al confine fra Repubblica Democratica del Congo, Ruanda e Uganda, e dell’impegno delle comunità che vivono nei pressi delle foreste popolate dai gorilla. In particolare è stata intensificata la vigilanza contro attività vietate nei confini del parco, come caccia, deforestazione e creazione di strade asfaltate. Grande merito va inoltre riconosciuto ai ranger del parco nazionale Virunga che rischiano quotidianamente la vita per proteggere il parco e la sua preziosa biodiversità. Negli ultimi venti anni il parco ha perso, uccisi dai conflitti o dai bracconieri, oltre 170 dipendenti. Lo scorso 9 aprile il parco ha vissuto il più violento attacco della sua storia, cinque ranger e un autista sono stati uccisi in un’imboscata.
Il futuro di queste mansuete scimmie antropomorfe, nonostante il beneaugurante cambio dello status di conservazione, è ancora appeso a un filo. Sono infatti solo poco più di mille, come riferito da un recente studio, gli esemplari di gorilla di montagna presenti in natura. Si tratta però di una crescita incoraggiante, considerato che appena un decennio fa la popolazione stimata era di 680 gorilla. Grazie a questi numeri i gorilla di montagna sono ritenuti l’unica sottospecie di grande scimmia al mondo la cui popolazione è in aumento.
“Considerato il declino di molte popolazioni di animali selvatici in tutto il mondo, questo è un notevole successo di conservazione – ha commentato Tara Stoinski, presidente della ong americana Dian Fossey gorilla fund. – È un faro di speranza, è inoltre successo in paesi recentemente devastati dalla guerra e ancora molto poveri”. Anna Behm Masozera, direttore dell’International gorilla conservation program, ci riporta coi piedi per terra ricordandoci che il numero di gorilla potrebbe crollare nuovamente dato che esistono solo due popolazioni fragili e di piccole dimensioni. Russ Mittermeier, responsabile della conservazione della Global wildlife conservation, ha invece evidenziato il ruolo positivo dell’ecoturismo nell’incremento dei gorilla. “L’ecoturismo dei primati, fatto bene, può essere una forza davvero significativa per il finanziamento della conservazione. Offre ai governi e alle comunità locali un tangibile incentivo economico per proteggere animali e habitat”.
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