
Centinaia di aerei militari israeliani hanno bombardato siti militari e nucleari dell’Iran. Netanyahu ha detto che l’operazione sarà lunga e ora si attende la risposta dell’Iran.
Cinque persone sono morte nelle proteste che stanno infiammando il Bangladesh contro la visita del primo ministro indiano, Narendra Modi.
È da venerdì 26 marzo, giorno del 50esimo anniversario della sua indipendenza, che il Bangladesh è scosso da violente manifestazioni di protesta. I cortei sono partiti dalla moschea più importante della capitale Dacca, dove hanno coinvolto anche gli studenti dell’università locale, per poi diffondersi a macchia d’olio in molti dei principali distretti del paese asiatico. Cinque dimostranti hanno perso la vita e centinaia di loro sono rimasti feriti negli scontri con la polizia.
Le proteste sono dovute alla visita del primo ministro indiano Narendra Modi, che si è recato in Bangladesh per le celebrazioni legate all’anniversario e al centenario della nascita di Sheikh Mujibur Rahman, fondatore del paese oltre che padre dell’attuale presidente.
Decine di migliaia di manifestanti appartengono al gruppo islamista Hefazat-e-Islam e sono perlopiù studenti della scuola coranica. Le vittime, secondo quanto riporta l’emittente Al Jazeera, sarebbero proprio quattro membri del gruppo, rimasti uccisi nella città di Hathazari, e un loro sostenitore, morto a Brahmanbaria.
I militanti, che accusano il primo ministro indiano di “fomentare i sentimenti anti-islamici e discriminare i fedeli di Allah”, si oppongono anche alla Lega popolare bengalese, il partito attualmente al potere in Bangladesh. Insieme a loro hanno manifestato anche studenti di sinistra contro il “comunitarismo, l’autoritarismo e l’etno-nazionalismo” di Modi. Le sue politiche sono considerate discriminatorie nei confronti dei bangladesi, proprio come le relazioni fra Bangladesh e India.
Il governo bangladese ha ordinato lo stanziamento di alcune truppe della polizia di frontiera. Sono previste manifestazioni anche nella giornata di sabato 27 marzo e uno sciopero il giorno successivo in segno di protesta contro la repressione da parte degli agenti. L’utilizzo di Facebook è stato limitato, ha reso noto un portavoce dell’azienda.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Centinaia di aerei militari israeliani hanno bombardato siti militari e nucleari dell’Iran. Netanyahu ha detto che l’operazione sarà lunga e ora si attende la risposta dell’Iran.
Una serie di operazioni anti-immigrazione hanno causato proteste a Los Angeles. Donald Trump ha risposto con l’invio dell’esercito, alzando la tensione.
A bordo della Madleen, gestita dalla Freedom Flotilla Coalition, c’erano pacchi di aiuti umanitari e l’attivista Greta Thunberg. L’equipaggio è in stato di fermo in Israele.
La misura è stata annunciata il 4 giugno dal presidente Trump. Per l’Onu è un provvedimento discriminatorio e che suscita preoccupazioni.
La Sierra Leone è uno degli stati africani più esposti al rischio di carestie e calamità naturali. Anche a causa della deforestazione, fenomeno che l’Occidente sembra voler ignorare.
Dall’Unione europea al Regno Unito, passando per il Canada, crescono le misure diplomatiche contro Israele. Che però va avanti con il genocidio a Gaza.
Dall’Africa all’Amazzonia, con un bianco e nero più vivo di ogni colore ha raccontato bellezze e fragilità del mondo. E dell’uomo che ci si muove dentro.
L’amministrazione Trump sta portando avanti una battaglia contro le università e le proteste studentesche per Gaza. Ora ha vietato agli stranieri di frequentare Harvard.
Il 30 aprile ha segnato il cinquantesimo anniversario della fine della guerra del Vietnam. Questo reportage è un viaggio alla scoperta delle storie delle donne Viet Cong che hanno lottato per la resistenza e la riunificazione del paese.