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Il 22 ottobre si è votato in Lombardia e Veneto per chiedere maggiore autonomia, soprattutto fiscale, da Roma. Segui la diretta con aggiornamenti in tempo reale sull’affluenza finale.
Domenica 22 ottobre si sono tenuti i referendum consultivi per l’autonomia in Lombardia e Veneto (qui tutti dettagli) che hanno coinvolto circa 12 milioni di persone – quasi 8 milioni di lombardi e 4 milioni di veneti. I referendum hanno mero un valore politico. Non daranno direttamente maggiore autonomia alle regioni, né le trasformeranno in regioni a statuto speciale, come la Sicilia o il Friuli Venezia Giulia, perché per quello è necessario modificare la Costituzione italiana.
Le consultazioni servono solo per dare una spinta politica ai governatori Roberto Maroni (Lombardia) e Luca Zaia (Veneto), entrambi della Lega Nord, per intavolare un negoziato con il governo centrale “per richiedere allo Stato l’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, con le relative risorse, ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 116, terzo comma della Costituzione”, come recita la domanda sulla scheda elettronica in Lombardia.
Ore 23:00 – I dati finali: urne chiuse in Veneto e Lombardia. L’affluenza in Veneto si attesta al 57,2 per cento e i Sì hanno raccolto il 98,1 per cento. In Lombardia tra il 38 e il 39 per cento anche se non tutti seggi hanno inviato i dati per alcune “criticità tecniche”. Al 91 per cento dei voti scrutinati, il Sì avrebbe superato il 95 per cento.
Luca Zaia ha paragonato il referendum consultivo in Veneto all’inizio della caduta del muro di Berlino e ha definito questo momento il “big bang” della stagione delle riforme istituzionali. Una stagione che diventerà “endemica”.
Roberto Maroni ha affermato che il primo successo storico è stato il voto elettronico che potrebbe aprire la strada al sistema elettorale nazionale, “magari già alle prossime elezioni politiche”, previa relazione che sarà inviata al ministro dell’Interno Marco Minniti. “Ha votato anche una persona di 102 anni a Desenzano”, ha dichiarato Maroni aggiungendo che è “sicuro”. “Abbiamo sperimentato il futuro per l’Italia”.
In Lombardia è stato usato per la prima volta il voto elettronico (attraverso tablet) e il referendum non necessita quorum. Maroni ha fatto sapere che lui si accontenta del 34 per cento. Al contrario, in Veneto si è votato ancora con una scheda cartacea ed era necessario il 50 per cento più uno dei votanti affinché il risultato potesse essere considerato valido.
Ore 19:00 – Il Veneto ha superato il quorum previsto del 50 per cento più uno degli aventi diritto che si sono recati alle urne per votare al referendum per l’autonomia, già alle 19:00 (50,1 per cento). La provincia veneta con l’affluenza più alta è stata Vicenza con il 55,9 per cento, Rovigo con l’affluenza più bassa con il 41,9 per cento. In Lombardia, invece, l’affluenza è stata pari al 31,8 per cento, con oltre 2,5 milioni di votanti. La provincia lombarda con l’affluenza maggiore è stata Bergamo con il 39,75 per cento invece la città metropolitana di Milano si ferma 25,78 per cento.
Ore 18:00 – Il residuo fiscale, uno dei temi principali per cui Lombardia e Veneto hanno voluto il referendum, è la differenza tra il contributo economico che le regioni ricevono dallo stato e quanto versano come spesa pubblica. I residui sono dunque negativi quando una regione versa più contributi rispetto a quelli che riceve.
Ore 12:00 – l’affluenza in Lombardia è stata dell’11,06 per cento (dati aggiornati in tempo reale). Le province più attive sono state quella di Bergamo (14,78 per cento) e di Lecco (13,45 per cento). La città metropolitana di Milano ha snobbato, finora, il referendum con una percentuale pari all’8,64 per cento. Ben più alta in Veneto dove ha superato il 21,1 per cento con punte del 25,2 per cento in provincia di Vicenza e del 22,7 per cento in provincia di Treviso.
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