Stati Uniti, primo passo per il Respect for marriage act sui matrimoni gay

Il Senato degli Stati Uniti ha dato il primo parere favorevole al Respect for marriage act sui matrimoni gay, già validi solo grazie alla Corte Suprema.

  • Primo passo al Senato Usa per il Respect for marriage act.
  • A giorni l’ok finale, poi toccherà alla Camera dove da gennaio i dem saranno in minoranza.
  • Anche 12 repubblicani hanno votato a favore in Senato.

Anche con il voto dei repubblicani, la legge per i matrimoni gay, il cosiddetto Respect for marriage act, negli Stati Uniti è adesso più vicina. A pochissimi giorni dalle elezioni del Midterm che hanno sancito il sorpasso dell’opposizione alla Camera ma non al Senato, proprio la Camera alta mercoledì scorso ha votato a favore della nuova legislazione con 62 voti su 99, quelli di tutti i 50 democratici che avevano sostenuto la legge, più quelli di 12 repubblicani.

Un margine sufficientemente ampio da lasciar pensare che entro le prossime settimane lo stesso Senato possa dare il proprio ok finale. Dopodiché la proposta di legge dovrà effettuare un altro passaggio alla Camera bassa, che l’ha già approvata in prima lettura. Chuck Schumer, il leader dei Democratici al Senato, ha affermato che il disegno di legge che garantisce il riconoscimento legale delle unioni omosessuali a livello federale è un’opportunità per l’istituzione stessa “di essere all’altezza dei suoi più alti ideali” e proteggere l’uguaglianza del matrimonio per tutte le persone.

“Si tratta di una legge che renderà il nostro paese un posto migliore e più giusto in cui vivere”, ha detto Schumer, la cui figlia è già sposata con una donna e in attesa di un bambino.

La giurisprudenza precede la legge 

Di fatto i matrimoni gay sono già consentiti in tutto il Paese, in seguito a una sentenza della Corte Suprema del 2015, ma mentre giurisprudenza e sentiment collettivo hanno già spianato da tempo la strada al riconoscimento di questo diritto, (recenti sondaggi hanno rilevato che più di due terzi del pubblico sostiene le unioni dello stesso sesso), non esiste ancora una legge federale in tal senso.

La nuova legge abrogherebbe il Defense of marriage act del 1995 (presidenza Clinton) che definiva il matrimonio “una unione tra un uomo e una donna” e permetteva ai singoli Stati “di rifiutare di riconoscere i matrimoni dello stesso sesso effettuati secondo le leggi di altri Stati”. Il Respect for marriage act all’opposto richiederebbe agli stati di riconoscere tutti i matrimoni legali a prescindere luogo in cui sono stati celebrati.

Il nuovo Respect for marriage act proteggerebbe anche i matrimoni interrazziali richiedendo agli Stati di riconoscere i matrimoni legali indipendentemente da “sesso, razza, etnia o origine nazionale”.

Il diritto all’aborto in pericolo 

Il disegno di legge ha guadagnato un favore costante nell’opinione pubblica anche sulla scia delle preoccupazioni per la la decisione di giugno della Corte Suprema che ha ribaltato la storica sentenza Roe vs Wade del 1973, rimettendo in discussione il diritto federale all’aborto. I Democratici al Senato si stanno muovendo per approvare il disegno di legge entro la fine dell’anno, finché il partito controlla ancora la maggioranza della Camera, che invece a partire da gennaio, in seguito ai risultati delle elezioni di Midterm, passerà in mano ai repubblicani. Che intanto, però, al Senato hanno mandato un primo segnale di apertura.

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