È stato emesso dalla Banca Mondiale il primo bond che ha l’obiettivo di salvaguardare e proteggere la fauna selvatica dall’estinzione, si tratta del rhino bond. Una novità assoluta per il mondo della finanza internazionale, che si discosta anche dai famosi green bond.
Rhino bond: raccolti già 150 milioni di dollari
Il primo round di vendite dei rhino bond ha permesso di raccogliere 150 milioni di dollari, come è stato annunciato dalla Banca Mondiale. L’obbligazione è a scadenza quinquennale e pagherà i rendimenti ai propri investitori in relazione ai tassi di crescita dei rinoceronti neri in due riserve sudafricane: l’Addo Elephant national park e la Great fish river nature reserve.
Il numero di esemplari di questa particolare specie di rinoceronti è calato drasticamente negli ultimi anni: da 65mila, nel 1970, a circa 2.600 ai giorni nostri. Il successo finanziario viene quindi legato a quello legalo alla protezione di questi animali. Al raggiungimento dell’obiettivo prefissato, cioè quello di far aumentare il numero di rinoceronti neri del 10 per cento, tutti coloro che hanno acquistato i rhino bond riceveranno il pagamento degli interessi da parte della Global environment facility.
Lo sforzo richiesto agli obbligazionisti è quello di rinunciare alle cedole che comporterebbero le obbligazioni tradizionali e l’importo delle cedole andrà a costituire il fondo per la conservazione delle biodiversità. Il 94,8 per cento dei rhino bond disponibili sono stati venduti e il tasso di interesse aggregato potrà arrivare a un massimo di 13,8 milioni di dollari. A valutare la riuscita dei rhino bond dal punto di vista finanziario sarà Conservation alpha, mentre per quanto riguarda la parte naturalistica la valutazione è affidata alla Zoological society of London.
293.444 stufe green distribuite alle famiglie locali, 381.830 tonnellate di legno risparmiate, oltre 240 nuovi posti di lavoro creati: sono i risultati del progetto sostenuto da Cassa Depositi e Prestiti attraverso l’adesione al programma Climate Action per la compensazione delle emissioni.
“Il nostro obiettivo è sempre stato quello di trasformare un rifiuto in qualcosa di meraviglioso”. L’intervista a Matteo Longo, direttore generale di Bioforcetech.
Secondo un rapporto delle Nazioni Unite competizione e corsa alle performance colpiscono la salute mentale dei lavoratori, moltiplicano i casi di burn-out.
L’agrivoltaico permette la coesistenza di agricoltura ed energia solare. Un segmento che potrebbe rappresentare la frontiera della produzione energetica, come dimostra l’esempio di Caviro.