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Per le aziende è imprescindibile affermare la propria identità (brand identity). Il digitale permette loro di innovarsi abbattendo gli sprechi.
Nel libro Principi di marketing, Philip Kotler, professore di marketing internazionale presso la Kellogg school of management della Northwestern university di Evanston, Stati Uniti, spiega che i consumatori collocano un brand o un prodotto nella propria mente sulla base di un “insieme di percezioni, impressioni e sensazioni relative a quel prodotto rispetto alle offerte della concorrenza”. Le aziende che vogliono far crescere il proprio business devono dunque prestare massima attenzione a tutti quegli elementi che possono comunicare qualcosa sulla marca e contribuire al suo posizionamento presso il pubblico, a partire dal proprio modo di proporsi, la cosiddetta brand identity (identità di marca). Non è banale costruire un’immagine coerente e coordinata che comunichi efficacemente all’esterno tutti i fondamenti, valori e personalità di un brand, distinguendolo dai competitor. La startup Tac aiuta a implementare una strategia di posizionamento attraverso un processo di innovazione dell’immagine aziendale, anche grazie a strumenti come la digital business card.
La brand identity, ossia il modo in cui un’azienda si presenta all’esterno e vuole essere percepita dai consumatori, è fondamentale per costruire il proprio posizionamento e avere successo. Oltre a riflettere la professionalità dell’impresa, incide direttamente sul rapporto di fiducia che si instaura con la clientela. Per questo, deve ispirare fin dal primo impatto autorevolezza, coerenza e credibilità. Secondo il prisma della brand identity formulato da uno dei massimi esperti in materia di marketing e branding, Jean-Noel Kapferer, per definire l’identità di marca sono imprescindibili gli attributi fisici del brand. Elementi come nome, logo, colori, packaging, biglietti da visita, carta intestata, quindi, devono tutti essere studiati nel dettaglio, in modo da permettere al pubblico di identificare in maniera chiara e univoca quel prodotto o quella marca.
Ed è proprio con l’obiettivo di aiutare le aziende a ottimizzare gli elementi fisici della propria immagine che Riccardo Angioli e Roberto Sfoglietta hanno deciso di fondare Tac, acronimo di Touch and contact, una startup che aiuta le imprese a sviluppare una brand identity coerente e professionale attraverso strumenti come la digital business card, la firma mail e sfondi personalizzati per le videochiamate.
La business card digitale sostituisce i classici biglietti da visita cartacei, obsoleti e ad alto impatto ambientale. Il sistema, infatti, attinge alle banche dati aziendali e crea profili digitali certificati per ogni dipendente, eleganti, immediati e d’impatto, che contengono informazioni personali, link ai profili social e foto. I profili sono inseriti all’interno di smart card simili a carte di credito, compatte e comode da trasportare.
Grazie a Tac, anche la rete di contatti professionali si digitalizza, velocizzando e facilitando le relazioni. I dati digitali contenuti nella digital business card, infatti, sono facilmente accessibili e condivisibili tramite link, app o scan del QR Code. In occasione di una fiera, una riunione o un evento, due utenti Tac possono scambiarsi profili e informazioni anche semplicemente avvicinando i loro smartphone: il “tac” è proprio il match tra due cellulari che permette lo scambio. Dal canto suo, l’impresa ha a disposizione un cruscotto aziendale attraverso cui gestire, analizzare e supervisionare i contatti e i processi.
Tac aiuta dunque le aziende a costruire un’immagine innovativa, fondamentale per distinguersi dalle concorrenti e approcciare nuove possibilità di crescita. Il tutto in chiave sostenibile. Una singola smart card, infatti, evitano la stampa di decine o centinaia di biglietti da visita cartacei ed è fatta in Petg, una termoplastica che può essere riciclata al 100 per cento. Per questo Tac fa parte di LifeGate Way, l’ecosistema che supporta e connette startup naturalmente sostenibili.
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