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Brasile, il ministro dell’Ambiente chiede di indebolire le leggi ambientali

Ricardo Salles ha invitato il governo a ridurre ulteriormente la tutela dell’ambiente, approfittando della pandemia di Covid-19 che distrarrebbe i media.

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Il governo Bolsonaro ci ha già “abituato” ad una dissennata gestione del patrimonio ambientale brasiliano, che ha portato, tra le altre cose, ad un drastico aumento della deforestazione e al progressivo smantellamento delle agenzie per la tutela dell’ambiente.

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Un’ulteriore vetta di grottesco è stata però raggiunta: il ministro dell’Ambiente Ricardo Salles, persona deputata proprio alla tutela dell’ambiente e del territorio, ha infatti invitato il governo a indebolire (ancora di più) le leggi ambientali, approfittando di questo momento in cui, secondo quanto affermato dallo stesso Salles “l’attenzione della stampa è rivolta quasi esclusivamente alla pandemia di Covid-19”.

Ricardo Salles durante una conferenza
Dopo essere calata per quasi 15 anni, l’anno scorso, in concomitanza con l’elezione di Bolsonaro, la deforestazione nell’Amazzonia brasiliana è tornata a crescere © Richard Silva/PCdoB na Câmara

Bolsonaro al di sopra della legge

Queste sconcertanti dichiarazioni sono state rilasciate da Salles durante la riunione del Consiglio dei ministri dello scorso 22 aprile. Sono diventate di pubblico dominio grazie ad un video della riunione, pubblicato venerdì da Josè Celso de Mello, decano della Corte suprema federale, a testimonianza delle gravi interferenze del presidente Jair Bolsonaro che hanno provocato le dimissioni del ministro della Giustizia Sergio Moro.

Il video, parte integrante di un’indagine sul presunto tentativo di interferenza nelle funzioni della polizia federale da parte di Bolsonaro, ha rivelato una serie di controverse dichiarazioni del presidente e dei ministri su diversi argomenti.

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Salles chiede più libertà di stravolgere le norme

Tra queste, quelle del ministro dell’Ambiente, che si è lamentato degli ostacoli legali legati alla modifica delle norme ambientali e ha promosso un’ulteriore deregolamentazione della politica ambientale per riuscire ad aggirare il Congresso nazionale. Salles, in particolare, ha chiesto una maggiore semplificazione, affermando che quello dell’Ambiente è il ministero che deve affrontare le maggiori difficoltà per fare approvare cambiamenti delle leggi.

Approfittare del coronavirus

Come se queste dichiarazioni non fossero di per sé già abbastanza gravi, Salles ha esortato il governo ad agire ora, approfittando del fatto che l’attenzione di stampa e opinione pubblica sono focalizzate sulla crisi sanitaria legata alla Covid-19, proprio mentre in Brasile il numero di vittime e contagi continua a crescere a dismisura e la gestione dell’emergenza da parte del governo continua ad essere oggetto di critiche.

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“Dobbiamo fare uno sforzo mentre ci troviamo in questo momento di tranquillità in termini di copertura della stampa, che parla solo di coronavirus, e effettuare le riforme della regolamentazione e per la semplificazione”, ha affermato Salles. Per il ministro brasiliano la pandemia rappresenta dunque un’opportunità per approvare misure che contribuiranno alla distruzione della foresta amazzonica.

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Lo sdegno delle associazioni ambientaliste

Le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente hanno inevitabilmente riscosso il biasimo di molte organizzazioni ambientaliste. “Salles crede che le persone che muoiono negli ospedali siano una buona opportunità per andare avanti nel suo progetto di distruzione dell’ambiente e che l’assenza dei riflettori dei media sia sufficiente per fare ciò che vuole – ha affermato Luiza Lima, portavoce di Greenpeace Brasile – ma la società e la giustizia restano attente. Bolsonaro ha vinto le elezioni, ma non ha vinto un assegno in bianco per porre fine all’esistenza della foresta e dei popoli indigeni, che ai suoi ministri piaccia o no”.

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“Non sorprende che il ministro Ricardo Salles abbia lavorato, sin dall’inizio del suo mandato, per indebolire le regole e le istituzioni create per difendere il nostro patrimonio ambientale – si legge in una nota diffusa dal Wwf Brasile -. Non è un caso che il 2019 sia stato l’anno con il più alto tasso di deforestazione in Amazzonia degli ultimi dieci anni. Dal discorso si evince la sua consapevolezza che ciò che sta proponendo è illegale, e quindi si risente della minaccia che la giustizia può portare alle sue intenzioni. Il Brasile ha bisogno di un ministro pari all’importanza che l’ambiente ha per il Paese”.

 

Le giustificazioni di Salles

Dopo la pubblicazione del video della riunione, e le polemiche che ne sono scaturite, Salles si è giustificato sostenendo di aver “sempre difeso la riduzione della burocrazia e la semplificazione delle norme in tutte le aree”. Sembra però evidente che il governo brasiliano veda nella più grande foresta pluviale del pianeta niente altro che una risorsa economica da sfruttare.

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