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Ricchi e felici. Tra gli 11 stati coi redditi più alti, 6 sono anche i più soddisfatti della vita. E 5 su 10 dei più poveri sono anche i più tristi. I paradossi di Brasile, Giappone e Italia.
“Se il denaro non può dare la felicità, figuriamoci la miseria!”. Quello che era già un (contro) detto popolare è diventato un aforisma (o, se preferite, una battuta) del regista americano Woody Allen. E ovviamente, idealismo a parte, c’è del vero. Ricchi e felici (ma non sempre).
Si possono fare parecchie considerazioni a spulciar tra tabelle, come queste, dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), che raggruppa in sostanza i paesi più ricchi, sviluppati, e, grosso modo, democratici (ma c’è dentro anche la Turchia).
E allora, per capire la correlazione tra ricchezza e felicità si può provare a confrontare la classifica del grado di soddisfazione nella vita e quella del reddito pro-capite lordo (a parità di potere d’acquisto). Attenzione però, non stiamo considerando la concentrazione della ricchezza nella popolazione.
Tra i più ricchi e più soddisfatti della propria vita troviamo i paesi nordici (e non è una sorpresa) e gli Stati Uniti.
Danimarca, Islanda, Svizzera | 7,5 punti |
Francia, Israele, Norvegia | 7,4 punti |
Australia, Olanda, Canada, Nuova Zelanda | 7,3 punti |
Svezia, Stati Uniti d’America | 7,2 punti |
Anche in questo caso ci sono poche sorprese, la metà dei paesi più poveri è anche in fondo alla lista per indice di reddito disponibile.
Grecia | 4,8 punti |
Ungheria | 4,9 punti |
Portogallo | 5,1 punti |
Estonia, Turchia | 5,6 punti |
Slovenia | 5,7 punti |
Corea del Sud, Polonia | 5,8 punti |
Giappone | 5,9 punti |
Italia, Russia | 6 punti |
Praticamente c’è solo il Brasile, il paese più povero tra quelli considerati, con un livello di soddisfazione della vita di 7 punti.
È il paradosso di Giappone (5,9 punti) e Italia (6 punti), nonostante il primo sia al terzo posto tra i paesi più ricchi, e noi italiani al decimo.
Da notare che queste classifiche non tengono conto della concentrazione della ricchezza nella popolazione. Per cui paesi apparentemente ricchi possono avere al loro interno una concentrazione di ricchezza nelle mani di pochi, con la maggior parte della popolazione che non è poi così benestante.
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