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Arriva la diffida da parte del Ministero dell’ambiente che chiede di ritirare le deroghe che permettono di catturare gli uccelli selvatici.
Parte direttamente dagli uffici del Ministro dell’ambiente Galletti la diffida a Lombardia ed Emilia Romagna. La nota “chiede di annullare, entro 15 giorni, le delibere delle due Regioni che, rispettivamente nel giugno e nel luglio scorso, hanno autorizzato l’attivazione di impianti di cattura di uccelli selvatici da utilizzare poi come richiami vivi”. Inoltre si sottolinea che “qualora le Regioni non ritirino entro il termine fissato le autorizzazioni concesse per la cattura di uccelli selvatici da utilizzare come richiami vivi, sarà il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro Galletti, ad annullare quei provvedimenti”.
Insomma, stop alla cattura di uccelli selvatici col fine di utilizzarli come richiami durante la stagione venatoria. “In tal modo, il Governo non solo dà corso alla nuova legge sui richiami vivi, approvata la scorsa estate nell’ambito della legge Europea 2013, ma soprattutto ottempera alle richieste della Commissione europea”, afferma Danilo Selvaggi direttore generale della Lipu. “Un atto doveroso e importante”, spiega Annamaria Procacci, consigliere nazionale dell’Enpa. “Un provvedimento che risponde finalmente alle regole comunitarie e alla richiesta unanime del mondo ambientalista, animalista e della stragrande maggioranza degli italiani, per mettere la parola fine alla barbarie dei richiami vivi”. Una pratica anacronistica, che ha comportato gravi perdite alla biodiversità: “ogni anno centinaia di migliaia di uccelli vengono privati della libertà con le famigerate reti, costretti per mesi al buio o alla dolorosa muta artificiale per fare da richiami viventi nella caccia da appostamento”, sottolinea Procacci.
Tanto più che lo scorso febbraio la Commissione europea ha aperto contro l’Italia la procedura di infrazione 2014/2006. Nella procedura si ricorda che la cattura degli uccelli selvatici a fini di richiamo è un’infrazione della direttiva Uccelli che vieta appunto, all’articolo 8, la cattura degli uccelli selvatici ed elenca i mezzi che devono essere vietati dagli Stati membri. Inoltre afferma che i richiami vivi non sono consentiti né necessari, persino in deroga, esistendo la possibilità di esercitare la caccia senza richiami.
Sono proprio le deroghe regionali ad essere oggetto della nota del Ministero dell’ambiente, che trova d’accordo il Ministro Galletti che, dalla pagine di Repubblica dello scorso maggio, dice di essere “convinto che quella dei richiami vivi, ancorché antica e radicata in molte regioni italiane, sia una pratica inaccettabile. Avvierò con il Ministero dell’agricoltura, competente assieme all’ambiente nella materia, una interlocuzione serrata per definire una road map che, al di là della doverosa osservanza delle normative comunitarie, individui una exit strategy, anche europea, da questa prassi”.
Un ulteriore passo verso l’approvazione di una legge che vieti in tutto il territorio nazionale questa pratica crudele, che non ha alcun motivo di essere praticata.
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