Consiglio e Parlamento europei si sono accordati sulla proposta della Commissione Ue per la deregolamentazione dei nuovi ogm, ma le organizzazioni contadine, dell’agricoltura bio e ambientaliste chiedono di fermarla.
Ingredienti per quattro persone 1 kg di sarde fresche grandi 250 g. pane grattugiato 100 g di acciughe sotto sale 100 g di pinoli 200 g di “passulina” (o uvetta passa) succo di 1 limone 2 cucchiaini di zucchero olio extra vergine di oliva origano foglie d’alloro Preparazione Diliscare le sarde, togliendo le teste.
Ingredienti per
quattro persone
1 kg di sarde fresche grandi
250 g. pane grattugiato
100 g di acciughe sotto sale
100 g di pinoli
200 g di “passulina” (o uvetta passa)
succo di 1 limone
2 cucchiaini di zucchero
olio extra vergine di oliva
origano
foglie d’alloro
Preparazione
Diliscare le sarde, togliendo le teste. Lavarle delicatamente in
acqua corrente. Sgocciolare. Nel frattempo, in un tegamino,
imbiondire il pane grattugiato con poco olio. Pulire le acciughe
dal sale e dalle lische, dopodiché scioglierle in una tazza
d’olio tiepido. Amalgamare in quest’olio il pane grattugiato,
aggiungendo i pinoli e la passulina (o l’uvetta). Aggiungere il
succo di limone, lo zucchero e una presa
d’origano.
Rimestare il tutto,
aggiungendo olio se l’impasto risultasse troppo denso. Oliare la
placca del forno e spolverarla con pangrattato. Riempire le sarde
con l’impasto, posizionarle sulla placca vicinissime tra loro,
“bloccandole” l’una con l’altra per evitare che si riaprano,
formando lunghe file. Interporre tra le singole sarde una foglia
d’alloro. Quando la placca sarà stata completata, condire con
un filo d’olio e infornare per 15 minuti in forno non troppo
caldo.
Varianti
La passulina è ribes nero essiccato, un prodotto tipico
siciliano reperibile nelle drogherie palermitane, ma introvabile
nel resto d’Italia. Si può tranquillamente sostituire con
l’uvetta passa. Nell’impasto si può ridurre la quantità
di zucchero e aggiungere qualche goccia di
marsala.
Notizie e
consigli
Tradizionalmente le sarde a beccafico si mangiano dopo la
“caluriedda”: si estrae la teglia dal forno, la si lascia coperta
per mezz’ora (effetto caluriedda) e solo allora si servono in
tavola.
Pare che il giorno dopo siano ancora più buone… ma
nessuno è riuscito a verificarlo, sono così buone che
è impossibile avanzarle!
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