Shell, un tribunale blocca un mega-progetto fossile in Sudafrica

La compagnia Shell stava effettuando analisi al largo della Wild Coast alla ricerca di nuovi giacimenti di petrolio e gas.

Il progetto di estrazione di gas e petrolio del colosso anglo-olandese Shell in Sudafrica, al largo della Wild Coast, è stato sospeso. Ad ordinarlo è stato il tribunale di Grahamstown. I giudici hanno imposto lo stop confermando le accuse mosse da militanti ecologisti, pescatori e abitanti della zona, che hanno puntato il dito contro i movimenti tellurici causati dalle prospezioni. 

Le prospezioni basate sulla propagazione di onde sismiche

La Wild Coast, infatti, è una zona costiera selvaggia che affaccia sull’oceano Indiano, punteggiata da numerose riserve naturali e da aree marine protette. Il progetto di Shell, finalizzato all’individuazione di nuovi giacimenti, prevede analisi su oltre seimila chilometri quadrati, effettuate grazie allo studio della propagazione di onde sismiche, per una durata di cinque mesi. Ciò al fine di individuare la presenza di strutture geologiche che si ritiene possano trattenere gas o petrolio.

Alcune stazioni di rifornimento di Shell sono state bloccate dagli attivisti in Sudafrica
Alcune stazioni di rifornimento di Shell sono state bloccate dagli attivisti in Sudafrica © David McNew/Getty Images

Per farlo, vengono utilizzati cannoni ad aria che “sparano” ogni dieci secondi, ogni giorno, 24 ore su 24. Secondo chi si è opposto al progetto, tuttavia, le detonazioni possono perturbare il comportamento della fauna, l’alimentazione e la riproduzione degli animali, nonché le migrazioni delle balene. Per questo migliaia di persone si sono opposte, e nel corso del mese di dicembre hanno organizzato numerose manifestazioni di protesta sulle spiagge. Hanno inoltre bloccato l’accesso a stazioni di rifornimento della compagnia anglo-olandese e hanno lanciato appelli per il boicottaggio. 

Shell ha affermato di aver sospeso le attività nella zona

Tuttavia, un primo ricorso era stato respinto dalla giustizia. A difendere Shell pubblicamente, inoltre, è stato il ministro dell’Energia, che ha accusato i detrattori di ostacolare lo sviluppo economico di cui il Sudafrica ha particolarmente bisogno. La nuova azione legale è invece stata accettata, sulla base del fatto che, secondo il tribunale, Shell non ha consultato a sufficienza la popolazione locale prima di avviare il progetto. 

Un portavoce del colosso petrolifero ha fatto sapere di voler “rispettare la decisione” e di aver sospeso le attività, in attesa di esaminare i contenuti della sentenza. 

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