
Ballal, uno degli autori del docufilm premio Oscar sugli abusi dei coloni in Cisgiordania, ieri era stato aggredito vicino a Hebron e poi arrestato.
Un ventiquattrenne è sospettato di aver ucciso due persone durante un torneo di videogiochi a Jacksonville, in Florida. È l’ennesima sparatoria nello stato che potrebbe giocare un ruolo determinante nella questione delle armi.
Due persone hanno perso la vita in una sparatoria avvenuta a Jacksonville, in Florida (Stati Uniti), domenica 26 agosto. Nel primo pomeriggio un uomo, identificato come il ventiquattrenne di Baltimora David Katz, ha aperto il fuoco in un bar di un grosso centro commerciale durante un torneo di videogiochi. Altre 11 persone sono rimaste ferite, mentre il sospettato si è tolto la vita.
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Il video in diretta dell’evento è stato interrotto quando sono esplosi i primi colpi. “Credevamo fosse un palloncino. Poi abbiamo sentito altri scoppi, e abbiamo cominciato a correre”, ha raccontato Marquis Williams ai giornalisti. La sua ragazza è stata colpita alla caviglia. Un altro giocatore, il giovanissimo Drini Gjoka, ha assicurato che d’ora in poi non darà “mai più nulla per scontato”.
I will never take anything for granted ever again. Life can be cut short in a second
— Drini Gjoka (@YoungDrini) 26 agosto 2018
Secondo alcune testate locali, tra cui la Cnn, lo stesso Katz era appassionato di videogame: sebbene il movente sia ancora sconosciuto, il suo gesto potrebbe essere dovuto alla perdita di un torneo come quello di Jacksonville. “Dobbiamo fermarci un attimo e capire cosa c’è che non va. Non vogliamo che un fatto simile accada di nuovo”, ha dichiarato il governatore della Florida, Rick Scott. È lui che a marzo di quest’anno ha firmato un decreto per alzare l’età necessaria per acquistare un’arma da fuoco da 18 a 21 anni, garantire un tempo di attesa di tre giorni prima che la transazione possa considerarsi conclusa e vietare la vendita dei cosiddetti bump stocks, i congegni in grado di trasformare un fucile in un’arma semiautomatica. Pochi giorni prima un diciannovenne aveva aperto il fuoco all’interno di una scuola superiore nella città di Parkland, uccidendo 17 persone.
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I sopravvissuti alla sparatoria di Parkland hanno dato vita al movimento #NeverAgain per chiedere che le leggi sul controllo delle armi vengano inasprite, organizzando manifestazioni di protesta in tutto il mondo. Il secondo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America sancisce il diritto di possedere un’arma; anche se un potenziale acquirente deve sottoporsi a determinate verifiche prima di essere considerato idoneo alla compravendita, spesso le armi finiscono nelle mani sbagliate: Omar Mateen, il killer che ha ucciso 49 persone a Orlando, era “un marito violento che probabilmente soffriva di problemi mentali”, ma questo non gli ha impedito di acquistare legalmente due pistole nelle settimane precedenti all’attacco.
Presto il governatore Scott lascerà l’incarico; i candidati democratici alle primarie del 28 agosto hanno ribadito la loro volontà di cambiare la situazione. Considerando che quella di Jacksonville è la 234esima sparatoria negli Stati Uniti dall’inizio dell’anno, però, è difficile essere ottimisti.
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Ballal, uno degli autori del docufilm premio Oscar sugli abusi dei coloni in Cisgiordania, ieri era stato aggredito vicino a Hebron e poi arrestato.
Alcuni ritengono che la proposta dei senatori sia insufficiente, altri sono fiduciosi che sia il primo passo nella giusta direzione. Sicuramente affronta un tema controverso: quello delle armi nelle scuole.
Un diciannovenne è sospettato di aver aperto il fuoco nella sua ex scuola a Parkland, in Florida. È la diciottesima sparatoria avvenuta in una scuola degli Stati Uniti dall’inizio del 2018, e siamo solo a febbraio.
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