Dopo la scelta di Joe Biden di passare il testimone a Kamala Harris, si apre un nuovo capitolo della storia degli Stati Uniti d’America. Da scrivere in soli 100 giorni.
Florida, approvata una legge che regola la circolazione di armi da fuoco
Alcuni ritengono che la proposta dei senatori sia insufficiente, altri sono fiduciosi che sia il primo passo nella giusta direzione. Sicuramente affronta un tema controverso: quello delle armi nelle scuole.
Aggiornamento 10 marzo – Il governatore della Florida Rick Scott ha firmato il decreto, che in questo modo diventa legge. “La cosa più difficile che ho dovuto fare durante la mia carriera è stata provare a trovare le parole per consolare un genitore che ha perso suo figlio”, ha detto Scott al momento della firma. “Semplicemente non ci sono parole”. La National rifle association ha intentato una causa contro lo stato della Florida sostenendo che la decisione di aumentare l’età minima necessaria per acquistare armi sia incostituzionale.
Aggiornamento 8 marzo – La Camera dei rappresentanti della Florida ha approvato il decreto nella giornata di ieri con 67 voti a favore e 50 contrari.
Alzare l’età necessaria per acquistare qualunque arma da fuoco da 18 a 21 anni, garantire un tempo di attesa di tre giorni prima che la transazione possa considerarsi conclusa, vietare la vendita e il possesso dei cosiddetti bump stocks, i congegni in grado di trasformare un fucile in un’arma semiautomatica utilizzati, per esempio, dal killer di Las Vegas. Questi sono i punti del Marjory Stoneman Douglas high school public safety act, il decreto approvato lunedì 5 marzo dal senato della Florida, negli Stati Uniti, così chiamato in ricordo della sparatoria che meno di un mese fa ha causato la morte di 17 persone in una scuola superiore di Parkland.
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Chi potrà introdurre armi all’interno dei campus scolastici
Il decreto abilita le forze dell’ordine a requisire le armi per un periodo di 24 ore o più a chiunque venga ricoverato in una struttura per la cura di malattie mentali, previa autorizzazione di un giudice. Prevede un fondo da 400 milioni di dollari per garantire supporto psicologico agli studenti problematici e per aumentare il numero di risorse armate all’interno degli istituti. La questione più dibattuta riguarda l’idea avanzata dal presidente Donald Trump di armare gli insegnanti: il senato della Florida propone il cosiddetto Coach Aaron Feis guardian program, così chiamato in onore dell’allenatore di football morto nella sparatoria di Parkland.
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Nell’ambito di questo programma i docenti non sono autorizzati a possedere un’arma, ma lo è il resto del personale scolastico: direttori, custodi, bibliotecari e psicologi, ma anche gli istruttori dello Junior reserve officers’ training corps, un programma delle forze armate statunitensi che mira a diffondere tra gli studenti valori come il patriottismo e il senso civico. Chiunque desideri introdurre un’arma in un campus dovrà superare test fisici e psicologici e partecipare ad un training di 132 ore sul corretto utilizzo delle armi da fuoco; gli agenti incaricati di proteggere le scuole dovranno seguire un corso extra di 12 ore contro le discriminazioni. L’idea è che il programma sia volontario, e da attivare previa l’approvazione dello sceriffo e dell’istituto stesso.
Le reazioni al decreto sulle armi approvato in Florida
“Questo decreto farà la differenza”, ha commentato il senatore repubblicano Bill Galvano. La proposta è stata approvata con 20 voti a favore e 18 contrari, ma per diventare legge deve prima passare dalla Camera dei rappresentanti. Sembra che il governatore della Florida, Rick Scott, abbia molte perplessità. La dirigente della sezione del Partito democratico in Florida, Terrie Rizzo, ritiene che questa non sia “la legge per cui gli studenti di Parkland hanno lottato: non è sufficiente a proteggerli dalla violenza. Quello che manca è una riforma radicale che ci tenga davvero al sicuro e che preveda controlli più severi, la chiusura del cosiddetto gun show loophole e un bando sui fucili d’assalto”.
Delaney Tarr, una delle studentesse sopravvissute alla sparatoria della Marjory Stoneman Douglas, ha twittato che “questi sono i piccoli passi di cui abbiamo bisogno. C’è ancora molta strada da fare, ma ogni passo avanti è pur sempre una conquista che non si deve negare”.
These are the baby steps we need!! We have a lot further to go, but progress is progress and that’s not to be denied. https://t.co/cvEDvAKqsS
— Delaney Tarr (@delaneytarr) 6 marzo 2018
#NeverAgain
Gli studenti di Parkland hanno dato vita a un movimento chiamato #NeverAgain per convincere i politici a inasprire le leggi sul controllo delle armi e hanno organizzato la March for our lives (marcia per le nostre vite) a Washington DC il 24 marzo per protestare contro l’inerzia dei legislatori e sensibilizzare il pubblico sul tema. Migliaia di persone hanno già aderito all’evento su Facebook e i giovani di tutto il mondo si sono mobilitati per manifestare nelle loro città, non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa a Monaco, Bruxelles, Edimburgo e Londra: LifeGate sarà nella capitale inglese per seguire l’evento in diretta, marciare insieme agli studenti e fornire le loro testimonianze dal vivo.
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