
L’auto elettrica è a un bivio: da una parte grandi e costosi suv, dall’altra modelli compatti, essenziali, leggeri. In una parola, urbani. Come l’ultima Dacia Spring.
Dopo le prime sperimentazioni, ora le maggiori case automobilistiche ci stanno pensando. Seriamente. Le auto che guidano da sole potrebbero rivoluzionare i trasporti, così, specie nelle aree urbane.
Sono intelligenti. Sia perché queste auto guidano da sole, sia perché lo fanno dolcemente, senza sgasare. Sia perché evitano accelerazioni brusche e frenate scomposte, sia perché non inquinano. Dopo i primi test condotti da Google sulle Toyota Prius, su Lexus per il Self-Driving Car Project, che ha mostrato vetture con, al posto di guida, persone cieche e bambini di dieci anni, ora i maggiori produttori stanno annunciando notevoli progressi. E lo fanno come sanno, a suon di macchine. Vere, viste nei saloni internazionali, che stanno suscitando moltissimo interesse.
Secondo uno studio McKinsey & Company nel 2030 il 15 per cento delle auto vendute globalmente saranno dotate di sistemi di guida autonoma. Il 2015 si è chiuso con l’annuncio di una partnership strategica Google-Ford proprio per affinare questa tecnologia. Elon Musk ha annunciato al Wall Street Journal che la prima Tesla a guida completamente autonoma si vedrà entro cinque anni. Si sa che Apple sta studiando il tema. L’Ad Toyota Akio Toyoda al Tokyo Motor Show di novembre ha detto: “Devono essere stabilite regole sul rapporto auto-auto e auto-uomo. Dobbiamo pensare a come rendere i veicoli autonomi. Forse è in questo campo che le industrie automobilistiche possono cooperare”. Volvo, pioniera della sicurezza, già in possesso della tecnologia capace di leggere lo stato di attenzione del guidatore, ha ora la sua macchina col volante retrattile, che si piega nella plancia quando non serve più. Bmw ha già un sistema funzionante per il parcheggio automatico. Marchi iconici come Jaguar e Land Rover stanno sviluppando i loro sistemi Advanced Driver Assistance (Adas) e le prime Range Rover sperimentali stanno girando sulle strade di Milton Keynes e Coventry, in Inghilterra. Anche LG e Samsung hanno annunciato ufficialmente il loro esordio nel settore delle auto senza pilota. Baidu riferisce di aver già testato i veicoli ad una velocità di oltre 100 chilometri all’ora nelle strade vicino al suo quartier generale di Pechino. General Motors e la compagnia di car-sharing Lyft svilupperanno un network di taxi senza autisti.
Inoltre, è un dato di fatto che quasi tutti i prototipi di automobili dotate di funzioni di guida automatiche siano anche elettriche, a zero emissioni, o comunque con propulsori ecorispettosi. Ora, sono anche belle.
È stata la regina del Salone di Ginevra 2015, una splendida berlina elettrica – nonché un canto del cigno per Giorgetto Giugiaro che, l’estate scorsa, ha lasciato la sua Italdesign. Significativo che quest’ultimo, mirabolante prototipo sia proprio un’auto che si guida da sola. Questa magnifica Gea è proprio strutturalmente concepita, a partire dalle portiere che si aprono a battente, per accogliere i passeggeri come un salotto. I sedili anteriori ruotano di 180°, tutto – dal colore della luce interna calda o fredda, agli schermi semitrasparenti fino all’apertura delle portiere – si può comandare dallo smartphone. Mentre si viaggia si può anche fare un po’ d’esercizio perché grazie alla collaborazione con Technogym si è pensato a maniglie per il fitness.
https://www.youtube.com/watch?v=DYTV4d-Gn0s
Presentata al Ces di Las Vegas (una fiera dell’elettronica, significativamente, non dell’auto) la F 015 Luxury in Motion è scenografica e spettacolare. Una berlina di lusso a guida autonoma lunga oltre 5 metri che trascende il suo ruolo di mezzo di trasporto per diventare uno spazio vitale privato. Con questo nuovo modo di viaggiare, i passeggeri avranno la libertà di utilizzare il tempo a bordo per svolgere le attività più diverse. Una delle idee centrali di questa vettura sperimentale è lo scambio di informazioni costante tra auto, passeggeri e mondo esterno. Per questo sono stati predisposti tutto intorno sei display, perfettamente integrati nella plancia, nei rivestimenti laterali e nel pannello posteriore, che fanno dell’abitacolo della F 015 Luxury in Motion uno spazio esperienziale digitale.
La tecnologia driverless Mercedes-Benz arriverà al pubblico nel 2020 e sarà più sofisticata forse, ma quella di Audi arriverà negli showroom prima, già entro due anni. Un Suv Audi Q5 modificato da Delphi Automotive ha completato ad aprile 2015 un viaggio di 5.000 km da San Francisco a New York, il più lungo tragitto autonomo di sempre. Al circuito di Sonoma, nel luglio 2015, una Rs7 sperimentale chiamata “Robby” ha completato un giro di prova in 2 minuti e un secondo, senza nessuno alla guida. Velocità toccata, 240 km/h! E al Ces di Las Vegas viene svelata una berlina A8. Il forte interesse è confermato dal nuovo Ad Volkswagen, Mathias Müller, secondo cui la sua azienda “si dedicherà soprattutto alle “tecnologie destinate a cambiare la mobilità, dall’elettrificazione al digitale: vogliamo giocare un ruolo decisivo nella trasformazione dell’auto”.
Per il futuro, Volvo ha appena siglato con Microsoft un accordo di ricerca e sviluppo volto proprio a mettere a punto un sistema completo di guida automatica. Per il presente, Volvo ha già una tecnologia proprietaria capace di verificare l’attenzione del conducente, e ha presentato a novembre – a Los Angeles – la sua Concept 26 (26 come i minuti che in media ogni automobilista passa al giorno bloccato nel traffico). Il sistema entra in azione infatti nelle situazioni di rallentamenti, ingorghi cittadini, code. L’abitacolo si basa su un concetto brevettato di design di sedile che “culla” i passeggeri nella fase di trasformazione in una delle tre modalità – Drive, Create o Relax – in grado di adattarsi nel tempo a nuove tecnologie o a nuove necessità. La guida automatica promette di essere anche più ecoefficiente, nessuna accelerazione inutile, né frenate compulsive, né tallonamenti aggressivi. Intanto va avanti il progetto di ricerca di Volvo Cars “Drive Me” che prevede una flotta di vetture a piena guida autonoma in grado di trasportare clienti reali sulle strade di Goteborg, nella patria Svezia, nel 2017.
Quando, nel 2013, Ford svelò la sua Ford Fusion Hybrid a guida automatica (è il nome Usa della Mondeo), annunciò una partnership con due dei più prestigiosi enti di ricerca americani, il MIT – Massachusetts Institute of Technology e Stanford. L’auto è equipaggiata con quattro scanner a infrarossi (Lidar) che creano mappe 3D in tempo reale dello spazio intorno: agli scienziati viene chiesto ora di creare algoritmi in modo che l’auto possa imparare a predire i movimenti degli altri veicoli e dei pedoni, e di reagire quando ostacoli (ad esempio un camion davanti) impediscano la visuale. Ora, al Ces di Las Vegas saranno anche chiariti i dettagli dell’alleanza Ford e Google, un’iniziativa che si espanderebbe sotto l’egida di Alphabet – la società per sistemi avanzati creata col forte volere di Google – per dare spazio all’azione di Google, che in modo indipendente ha già eseguito oltre un milione di miglia con i 53 esemplari del proprio veicolo senza guidatore negli ultimi due anni.
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