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Nel mese del Pride, James P. O’Neill, capo della Polizia di New York ammette che l’irruzione allo Stonewall inn fu illegittima. “Ciò che accadde, non sarebbe dovuto accadere”. Anche se con 50 anni di ritardo, la comunità Lgbtq ottiene le dovute scuse.
“Ciò che accadde non sarebbe dovuto accadere. Le azioni della polizia di New York furono sbagliate, chiaro e semplice. Il modo di agire [della polizia] e le leggi erano opprimenti, e me ne scuso”. Giunge tardi, ma dal capo della Polizia di New York, il commissario James P. O’Neill, l’ammissione che l’irruzione nella notte tra il 27 e il 28 giugno del 1969 da parte della polizia newyorkese nello Stonewall Inn – un bar del Greenwich Village, punto di riferimento della comunità Lgbtq – fu ingiustificata. Nel pieno del mese del Pride, che vedrà l’orgoglio gay manifestare e celebrare ciò che è stato conquistato sino a qui, una dichiarazione importante, un punto a favore della libertà e dei diritti. Di tutti.
Quella notte, senza un vero motivo, molti clienti dello Stonewall inn – circa 200 raccontano le cronache – vennero perquisiti, insultati, messi al muro. Da quell’irruzione, scaturì la rivolta dei presenti e di tutti i newyorkesi sensibili alla causa omosessuale. Un momento cardine, dopo il quale cambiò tutto. Soprattutto la consapevolezza degli stessi gay, lesbiche, bisessuali, transgender, queer che rivendicarono con forza i propri diritti.
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In questi giorni proprio a New York sono iniziate le celebrazioni e gli eventi per il Pride del cinquantenario dai moti di Stonewall, e non è dunque casuale la dichiarazione ufficiale della polizia newyorkese per la quale quella notte è stata sino a ora una macchia indelebile. Certo le parole di James P. O’Neill non cancellano quei soprusi e la violenza subita dalla comunità, ma sono un altro passo verso il raggiungimento di una reale parità.
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La platea alla conferenza stampa relativa alla sicurezza della città nel mese del Pride, a queste dichiarazioni del capo della Polizia, ha applaudito. Qualcosa sta finalmente cambiando.
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