La capitale dello Sri Lanka ha sottratto le plaudi che la circondano ai rifiuti, grazie agli sforzi delle istituzioni e della comunità.
Storia di un peponocefalo adottato dai tursiopi
Un gruppo di tursiopi ha adottato un cucciolo di un’altra specie, un comportamento mai osservato prima.
Che i cetacei siano animali profondamente cognitivi e sociali, in grado talvolta di compiere quelli che sembrano a tutti gli effetti gesti di solidarietà interspecifici, è noto da tempo. Mai fino ad ora, però, si era osservato una femmina di tursiope (Tursiops truncatus) adottare in natura il cucciolo di un’altra specie. La scoperta risale al 2014, quando i ricercatori del Groupe d’étude des mammifères marins (Gemm) hanno avvistato nelle acque costiere della Polinesia Francese una mamma tursiope in compagnia di due cuccioli, uno dei quali aveva un aspetto decisamente bizzarro.
[vimeo url=”https://vimeo.com/273942075″]Video Cano Cristales[/vimeo]
Il peponocefalo che si credeva un tursiope
L’animale in questione si è in effetti rivelato non essere il figlio biologico della femmina osservata, bensì un peponocefalo (Peponocephala electra), un differente genere di delfino. I ricercatori, che hanno descritto la scoperta nello studio Cross‐genus adoptions in delphinids: One example with taxonomic discussion, pubblicato sulla rivista Ethology, sostengono che il peponocefalo orfano, osservato fino al momento dello svezzamento, nel 2018, si fosse perfettamente integrato nel gruppo di tursiopi. “Il peponocefalo si comportava esattamente come i tursiopi, socializzando regolarmente con gli altri piccoli e condividendo i loro passatempi”, ha affermato Pamela Carzon, autrice principale della ricerca e coordinatrice del Gemm.
Leggi anche: Le megattere sono i super-eroi degli oceani (o i super-cattivi, secondo le orche)
Famiglia allargata
Il comportamento della femmina di tursiope che ha adottato il piccolo cetaceo, è, secondo i ricercatori, particolarmente inusuale, poiché abitualmente le mamme tursiopi si occupano di un piccolo alla volta e la femmina in questione aveva già il suo piccolo. Le cure parentali sono inoltre piuttosto lunghe e il piccolo resta con la madre fino all’età di sei anni, pertanto l’adozione di un altro cucciolo rappresenta un notevole impegno per la madre e può avere un impatto sulla sua prole biologica. Ciononostante il peponocefalo è stato accolto nella famiglia e gli studiosi hanno osservato spesso i tre nuotare fianco a fianco (anche se il peponocefalo è stato visto talvolta competere per il latte con la sorella adottiva).
Adozione interspecifica
È appena il secondo caso di adozione interspecifica, cioè tra specie differenti, osservato in natura. Il primo, risalente al 2006, aveva visto protagoniste due femmine di cebo striato (Cebus libidinosus), che avevano adottato un piccolo uistitì dai pennacchi bianchi (Callithrix jacchus). Si tratta di un fenomeno indubbiamente raro, ma questi due casi dimostrano che quello che ritenevamo essere un comportamento esclusivamente umano, è appannaggio anche di altre specie, erodendo ulteriormente il muro che abbiamo eretto per pensarci unici nel regno animale.
Leggi anche: Il Canada dice basta alla prigionia dei cetacei
Possibili spiegazioni
I ricercatori hanno provato a comprendere l’origine di questo singolare caso di adozione, che non ha, apparentemente, motivazioni biologiche. L’istinto materno della femmina di tursiope, da poco diventata mamma del suo piccolo, potrebbe aver giocato un ruolo importante. “Molto probabilmente l’orfano è arrivato al momento perfetto, quando la madre era in un periodo estremamente ricettivo per formare legami con la propria prole”, ha spiegato al National Geographic Kirsty MacLeod, ecologa esperta in comportamento dell’università svedese di Lund. I ricercatori sostengono che siano stati importanti anche le personalità specifiche della femmina di tursiope e del peponocefalo, la prima è infatti nota per la tolleranza verso i subacquei, mentre il secondo ha mostrato una sorprendente determinazione nell’unirsi alla famiglia.
Basta barriere
Osservare il comportamento di questi animali, che hanno accettato come membro del loro gruppo sociale una creatura appartenente a un’altra specie potrebbe farci riflettere sulla deriva di parte della nostra società, che sembra sempre più incapace di accettare altri individui della propria specie. Ma, forse, è meglio non tirare in ballo i delfini per le nostre questioni e continuare a stupirci di quello che questi incredibili mammiferi marini sono capaci di fare e pensare che in questo momento, nelle acque della Polinesia Francese, c’è un peponocefalo che, probabilmente, vive una vita da tursiope.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Lo status del lupo cambia dando più libertà agli abbattimenti. Avremmo invece bisogno di più prevenzione. Ne parliamo con il responsabile area animali selvatici di Lav, Massimo Vitturi.
Un aumento del 30% rispetto all’anno precedente, che risente anche delle conseguenze dei cambiamenti climatici.
I ricercatori stanno aiutando dei molluschi della Florida a riprodursi spostandole in zone con un alto numero di partner con cui accoppiarsi.
In India il drastico calo di avvoltoi ha causato la morte di più di 500mila persone. Questi uccelli sono vitali per la salute pubblica e ambientale.
È stato possibile grazie all’intervento di oltre 730 persone che hanno utilizzato dei droni e hanno fatto più di 7.000 ore di volontariato.
La costruzione di un resort di lusso minaccia l’ecosistema, patrimonio dell’Unesco, di Aldabra dove vivono le famose testuggini giganti
Il ragno Araneus ventricosus riesce a manipolare i segnali luminosi delle lucciole maschio per catturare altri individui nella sua tela.
Si tratta del pesce tilapia dal mento nero. Il governo tailandese ha stimato una spesa di oltre 265 milioni di euro per contrastarne la diffusione.