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Il gruppo Volvo in collaborazione con l’amministrazione del trasporto svedese testerà il primo tratto di strada capace di caricare via wi-fi bus elettrici urbani. Sarà la strada a caricare le elettriche?
Sono molti i test che si stanno effettuando nel mondo. In Svezia il primo tratto di strada sperimentale sarà di 300-500 metri e verrà costruito nel centro di Goteborg nel 2015. Questo è il primo passo verso quella che il gruppo Volvo vede come una delle soluzioni per incrementare la mobilità sostenibile.
Si tratta di vere e proprie strade elettriche, che ricaricheranno le batterie dei veicoli durante il loro passaggio, grazie alla tecnologia ad induzione. Non ci sarà così bisogno di lunghe soste in rimessa per essere ricaricati.
“Veicoli elettrici che possono essere ricaricati direttamente dalla strada durante i loro spostamenti sono il prossimo passo verso la riduzione dell’impatto ambientale dei trasporti”, ha affermato Niklas Gustavsson , Executive Vice President , Corporate Sustainability & Public Affairs del Gruppo Volvo. “La stretta collaborazione tra la società e il mondo dell’industria è necessaria per lo sviluppo di questa tecnologia. Per questo stiamo collaborando insieme con la città di Goteborg”.
Sono infatti anni che il Gruppo Volvo lavora su autobus ibridi. A Goteborg sono attivi tre Volvo plug-in hybrid, autobus che ricaricano le batterie una volta tornati al capolinea. La prossima fase di sviluppo sarà quella di ricaricare le batterie durante i loro spostamenti quotidiani, aumentando così la distanza che gli autobus possono coprire in modalità elettrica.
“Stiamo lavorando per sviluppare la tecnologia di domani. E le strade elettriche sono un’altra parte importante del puzzle nel nostro obiettivo di raggiungere soluzioni di trasporto che ridurrà al minimo l’impatto sull’ambiente”, ha concluso Niklas Gustavsson .
Non si tratta come detto del primo esperimento di ricarica senza fili: un esempio lo si è avuto anche da noi, a Savona, dove dall’anno scorso l’azienda di trasporto pubblico sta testando il progetto Primove.
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