Chiude il più grande mercato di carne di cane in Corea del Sud

La città di Seongnam ha deciso di vietare la macellazione di cani a scopo alimentare. Questo storico provvedimento potrebbe essere di esempio per l’intera nazione.

In Asia i cani sono tradizionalmente considerati, più che i migliori amici dell’uomo, una gustosa pietanza. Quello che per noi rappresenta un tabù, mentre mangiamo senza problemi altre specie, è in molti paesi asiatici una pratica consolidata, risalente al 550 d.C., se ne consumano fino a 30 milioni l’anno. Però questa tradizione è sempre meno solida, un crescente numero di persone ritiene questa usanza barbara e superata, anche in virtù della maggiore diffusione dei cani come animali d’affezione.

Cane destinato a diventare carne da macello in un mercato sudcoreano
Complessivamente in Asia ogni anno vengono uccisi per la loro carne fino a trenta milioni di cani, gli occidentali reputano barbara questa tradizione culinaria ma si cibano di altri animali, non tanto per un effettiva differenza, quanto per una differente percezione (Photo credit should read ED JONES/AFP/Getty Images)

Città coreana mette al bando la macellazione dei cani

A confermare questa tendenza arriva la notizia del divieto della macellazione di cani a scopo alimentare di Seongnam, città della Corea del Sud che ospita il mercato di Moran, il principale centro di vendita di carne di cane della nazione.

Un esempio per l’intera Corea

“La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”. Citando la nota frase del Mahatma Gandhi il sindaco di Seongnam, Lee Jae-Myung, ha inaugurato un nuovo capitolo per la città. “La città di Seongnam si è così assunta la responsabilità di trasformare l’immagine della Corea del Sud, che può essere giudicata anche dal modo in cui i suoi animali vengono trattati”, ha affermato Lee Jae-Myung.

Protesta a Seul contro la macellazione dei cani
Anche in Asia sempre più persone si rifiutano di mangiare cani e gatti e li considerano animali domestici (Photo by Chung Sung-Jun/Getty Images)

Accordo tra autorità e venditori

Il mercato di Moran ospitava ventidue venditori che fornivano circa un terzo della carne di cane consumata in tutto il paese, ogni anno venivano venduti, vivi o morti, circa 80mila cani. Lo scorso 13 dicembre le autorità locali e l’associazione dei venditori del mercato di Moran hanno sottoscritto un accordo che prevede la chiusura di tutte le strutture impiegate per la macellazione, in cambio i venditori di carne di cane riceveranno un sostegno finanziario dal comune per convertire il loro business.

Cane salvato dalla macellazione e adottato
Coconout, cane salvato da un mercato asiatico di carne di cane dall’associazione Underdogs Animal Rescue e adottato negli Stati Uniti (Photo by Helen H. Richardson/The Denver Post via Getty Images)

Primo passo verso un cambiamento epocale

Artefici di questo cambiamento sono stati anche i residenti di Seongnam, stanchi dell’odore emanato dal mercato, dei terribili lamenti dei cani macellati e della cattiva immagine che il mercato di Moran dava della città. La notizia ha chiaramente scatenato reazioni positive tra le associazioni ambientaliste che da anni si battono per fermare la mattanza dei cani in Asia. Gioisce la Korean Animal Welfare Association che però ritiene insufficiente questo provvedimento. “Questo è un grande passo in avanti, chiediamo però che sia definito come illegale l’abuso sugli animali e il considerare i cani come cibo. Dovremo inoltre monitorare costantemente i negozi a base di carne di cane per vedere se davvero si fermeranno le macellazioni”.

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