La raccolta delle migliori fotografie naturalistiche del National Geographic scattate nel 2024, il mondo animale attraverso l’obiettivo della fotocamera
Il Sudan del Sud ha vietato ogni tipo di caccia
Lo stato africano, secondo quanto riferito dall’agenzia nazionale per la conservazione, ha messo al bando tutte le forme di caccia alla fauna selvatica.
Il Sudan del sud è il più giovane stato al mondo, nato nel 2011 quando ottenne l’indipendenza grazie ad un referendum, dopo oltre venti anni di guerriglia. I conflitti non si sono però sopiti con la separazione dal nord del Paese, sia a causa della non facile convivenza tra le oltre sessanta diverse etnie presenti che per i conflitti generati dalle ricchezze nascoste sotto il suolo, come il petrolio. Nel 2013 è scoppiata una nuova guerra civile, tutt’ora in corso, che ha causato oltre 50mila vittime e quasi due milioni e mezzo di profughi.
La minaccia del bracconaggio
Il conflitto che sta devastando la nazione causa grandi sofferenze anche alla fauna selvatica. Numerose specie sono infatti vittime collaterali della guerra, gli animali vengono inoltre cacciati dagli abitanti per contrastare la carenza di cibo che affligge la popolazione. La minaccia principale per le specie più a rischio è però l’aumento del bracconaggio finalizzato alla vendita di parti animali.
Un patrimonio globale da salvare
Per contrastare questo fenomeno che rischia di compromettere lo straordinario patrimonio ecologico del Sudan del Sud, in cui avviene la seconda più grande migrazione al mondo di mammiferi terrestri e che ospita specie di importanza globale, come elefanti, giraffe, leoni e ippopotami, lo scorso 6 marzo il ministero della Conservazione della fauna e del turismo del Sud Sudan ha bandito tutte le forme di caccia alla fauna selvatica. Il provvedimento ha inoltre vietato il commercio di trofei di caccia e di prodotti ricavati dalla fauna selvatica, come pelle, carne, pelliccia e piume di uccello.
Parchi più sicuri
L’obiettivo della nuova direttiva, secondo quanto dichiarato da Thomas Sebit, vice portavoce del ministero della Conservazione della fauna selvatica e del turismo, è quello di reprimere il bracconaggio nei parchi nazionali del Paese. “Nei nostri parchi nazionali girano persone armate che uccidono animali a caso – ha affermato Sebit – senza discriminazione tra anziani e giovani e la bushmeat viene venduta nei mercati apertamente”.
La via dell’ecoturismo
Il Sudan del Sud, secondo il World travel and tourism council (Wttc), è una buona meta per l’ecoturismo. Oltre ai grandi mammiferi come elefanti, giraffe, leoni, bufali e ippopotami, il Paese ospita una delle più grandi zone umide del mondo in cui vivono circa quattrocento specie di uccelli. Nel 2013 l’industria del turismo rappresentava tuttavia solo l’1,8 per cento del pil nazionale secondo il Wttc. “Esortiamo i nostri cittadini a rispettare la legge – ha dichiarato Sebit – gli animali sono una risorsa e ci aiuteranno a rafforzare la nostra economia. Dobbiamo prestare particolare attenzione alla protezione delle specie a rischio di estinzione in modo che le future generazioni continuino a beneficiare della loro presenza”.
Come sta la fauna del Sudan
Lo scorso anno la Wildlife conservation society (Wcs) ha pubblicato un rapporto relativo alla prima valutazione aerea dell’impatto dell’attuale guerra civile del Sudan del Sud sulla fauna selvatica, finanziato dall’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid) e relativo ai parchi nazionali di Boma, Badingilo, Nimule, Southern e Shambe. Dallo studio, condotto tra il 2015 e il 2016, è emerso che le specie più iconiche sono sopravvissute ma hanno subito un calo delle popolazioni. Il numero di elefanti è precipitato negli ultimi cinquanta anni, nella zona analizzata dalla Wcs sono stati rilevati appena 730 esemplari, mentre le giraffe, con poche centinaia di individui, sono a rischio di estinzione locale.
Proteggere la fauna per aiutare le comunità
Nonostante il declino questi animali stanno sopravvivendo alla guerra civile e la nuova legge potrebbe rappresentare un importante passo avanti per la loro conservazione. “C’è ancora speranza per la fauna selvatica del Sudan del Sud – ha affermato Cristián Samper, presidente e ceo della Wcs – ma devono essere intraprese azioni concrete per garantire la protezione del patrimonio naturale del Paese, vitale allo stesso tempo per la fauna selvatica e le comunità locali, la corretta gestione dei parchi può infatti migliorare i mezzi di sussistenza e contribuire a stabilizzare la regione”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Siamo stati tre giorni tra borghi, vallate e foreste dell’Appennino centrale, per vedere le misure adottate per favorire la coesistenza tra uomini e orsi marsicani.
Per la prima volta le giraffe stanno per essere inserite nella lista delle specie protette dall’Endangered species act, una mossa per la loro salvaguardia.
La Cop16 di Cali, in Colombia, è stata sospesa per il mancato raggiungimento del quorum necessario per lo svolgimento della plenaria finale. Tempi supplementari a Roma, nel 2025, sperando che le parti trovino le risorse per tutelare la biodiversità.
Si tratta di un’area di 202 chilometri quadrati nata grazie agli sforzi durati 16 anni delle comunità locali e nazionali a Porto Rico.
Ha 300 anni e può essere visto persino dallo spazio. È stato scoperto nel Triangolo dei Coralli grazie a una spedizione della National Geographic society.
La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Tre puntate speciali di News dal Pianeta Terra per parlare del legame tra biodiversità e transizione energetica, con il supporto di A2A.
In Scozia la popolazione selvatica di gallo cedrone conta ormai solamente 500 individui, per questo è stato avviato un piano per salvarla