
L’Agenzia europea per l’ambiente ha valutato le perdite in termini economici e di vite legate agli eventi estremi tra il 1980 e il 2023.
È entrata nel vivo la quarta spedizione del progetto Sulle tracce dei ghiacciai nella Terra del fuoco e nelle Ande della Patagonia. Da un’idea di Fabiano Ventura, l’obiettivo della spedizione è documentare come il riscaldamento globale stia cambiando la morfologia delle montagne più importanti del mondo.
Nel corso della prima settimana, dall’11 al 18 febbraio, Ventura e il suo team, sulle tracce dell’esploratore e sacerdote salesiano Alberto Maria De Agostini, incontrano Carolina Vidal, responsabile dell’archivio fotografico del Museo Maggiorino Borgatello. Qui Ventura verifica il metodo di archiviazione di De Agostini e scopre nuove fotografie che aggiungono preziose informazioni al lavoro di comparazione fotografica volto a capire quali siano gli effetti del riscaldamento globale sulle catene montuose più importanti del mondo. In questo caso sulla Terra dei fuochi e le Ande della Patagonia.
Leggi tutti gli aggiornamenti sulla spedizione
Il 21 febbraio il team fa il suo ingresso nel parco nazionale delle Torri del Paine, in Cile, dove dovrebbe trovarsi il luogo esatto dove De Agostini ha scattato la sua famosa fotografia del ghiacciaio. Proprio lì dove ora, al suo posto, si trova una valle con un grande lago. “Sono convinto che il confronto fra l’immagine storica e quella moderna sarà di grande impatto”, ha scritto Ventura nel suo diario di viaggio.
Dopo un periodo di condizioni meteo davvero aspre, con raffiche di vento superiori a 120 chilometri orari, Ventura riesce ad arrivare sotto la vetta del monte Paine. È qui che inizia la vera ricerca del punto esatto dove è stata realizzata la foto. Molto probabilmente: dalla vetta. Il luogo dello scatto è lì, ma “le nuvole che arrivano dall’oceano si fanno sempre più minacciose” e Ventura decide di scendere “prima che il tempo peggiori ulteriormente”.
La mattina del 24 febbraio il tempo migliora anche se sulle Torri del Paine sono presenti ancora molte nuvole. In Patagonia l’assenza di vento è quasi un miracolo. Con la foto storica in mano Ventura inizia a scrutare le creste per individuare esattamente il luogo da dove De Agostini aveva scattato la sua fotografia e si rende conto che aveva scelto una posizione riparata dal vento vicino ad una roccia sulla cresta sommitale poco al di sotto della vetta.
[vimeo url=”https://vimeo.com/157666164″]
Posizionato il cavalletto per saldarlo bene a terra ed evitare così che il vento porti via tutto, inizia la lunga procedura per eseguire lo scatto con la stessa inquadratura storica. Le condizioni sono veramente estreme e il lavoro quasi impossibile. Il momento dello scatto è emozionante, ma sulle cime di una montagna sulla sinistra dell’inquadratura ci sono le nuvole. Di lì a breve il tempo peggiora e inizia a nevicare. Ventura è costretto a smontare tutto e iniziare la discesa.
Nei giorni successivi il team raggiunge nuovamente i luoghi fotografici e dove riesce a scattare altre fotografie che consente a Ventura di terminare il lavoro nel parco nazionale delle Torri del Paine. Prossimo obiettivo: parco nazionale Los Glaciares, in Argentina, dove ad attendere il gruppo ci sarà il lavoro più importante di tutta la spedizione…
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’Agenzia europea per l’ambiente ha valutato le perdite in termini economici e di vite legate agli eventi estremi tra il 1980 e il 2023.
I dati dell’Eurobarometro sul clima dimostrano che i cittadini europei hanno a cuore le sorti del clima e chiedono alle istituzioni di agire.
Già 13 Regioni hanno emesso ordinanze anti-caldo basate sulla piattaforma Worklimate: “siesta” dalle 12.30 alle 16. E i musei diventano rifugi climatici.
La Commissione europea chiede di tagliare le emissioni nette di gas serra del 90 per cento entro il 2040, lasciando “flessibilità” sui metodi.
L’adattamento alla crisi climatica è un processo lungo e necessario. E a Rimini abbiamo visto che funziona, e come.
Uno studio curato da decine di scienziati, alcuni dei quali membri dell’Ipcc, spiega che non possiamo più limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi.
Da settimane vaste aree del Canada sono devastate da mega-incendi, i cui fumi hanno attraversato l’Atlantico e sono arrivati in Europa.
I consulenti scientifici dell’Unione europea invitano a non considerare i carbon credits internazionali negli obiettivi di riduzione delle emissioni.
Nei prossimi cinque anni la temperatura media resterà su livelli record, stando al rapporto dell’Organizzazione meteorologica mondiale.