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La città spagnola punta a realizzare 500 superblocchi entro i prossimi dieci anni: strade carrabili e parcheggi si trasformeranno in parchi e panchine.
Superilles, superblocchi, superisolati. La rivoluzione verde di Barcellona ha tanti possibili nomi ma un unico, chiaro obiettivo: sottrarre spazio pubblico alle auto e riconsegnarlo ai cittadini. Inaugurato nel 2016 con le prime grandi isole pedonali, ora il piano guarda ai prossimi dieci anni e punta far salire a 500 il numero dei nuovi parchi e giardinetti. Apripista del progetto è il quartiere modernista dell’Eixample, caratterizzato da una fitta rete di larghe vie perpendicolari e uniformi: qui una strada su tre sarà chiusa al traffico per dare la precedenza a pedoni e ciclisti.
Dal costo stimato di quasi 38 milioni di euro, l’upgrade del piano prevede la realizzazione di 21 nuove piazze green in nove isolati, che si aggiungeranno agli undici già inclusi nell’area inaugurata quattro anni fa. I mezzi a due e a quattro ruote potranno circolare solo lungo il perimetro degli isolati, lasciando le strade all’interno del quartiere accessibili esclusivamente ai mezzi dei residenti e a quelli adibiti alle consegne e ai servizi essenziali. Basterà percorrere non più di 200 metri a piedi per raggiungere un’area verde attrezzata con alberi e panchine, che sorgerà dove un tempo sfrecciavano auto e moto.
Sarà un concorso pubblico a stabilire i migliori progetti che si occuperanno del restyling delle aree interessate, ma dai criteri di gara è già possibile farsi un’idea della nuova concezione dei spazio urbano su cui punta forte la sindaca Ada Colau. Dovranno essere installate fontanelle, panchine e zone dedicate per i bambini e per gli anziani; l’80 per cento dei viali dovrà essere ombreggiato per favorirne la percorrenza anche nei mesi più caldi dell’anno, mentre il 50 per cento della pavimentazione dovrà essere coperta dall’erba per consentire un miglior assorbimento dell’acqua piovana.
In questo modo si cercherà di risolvere gli annosi problemi del traffico urbano e della carenza di verde pubblico. A Barcellona, dove si contano 6.000 auto per chilometro quadrato, sono sempre più frequenti gli sforamenti dei parametri Ue sulle emissioni di biossido di azoto e particolato; la città oltretutto, con 6,6 metri quadri di spazio verde per abitante, si classifica solo decima nella classifica delle città più verdi stilata dal Green City Index, che vede Parigi, Amsterdam e Roma sui primi gradini del podio. Con i superblocchi l’amministrazione locale è convinta di riuscire a liberare dalle auto il 60 per cento delle strade congestionate dal traffico e di ridurre del 21 per cento la circolazione automobilistica in città, grazie anche alle altre politiche in cantiere: una promozione della mobilità ciclabile con 300 chilometri di nuove piste e una limitazione – a un massimo di cinque minuti – dei tempi di attesa nel trasporto pubblico.
Liberare interi isolati della città dal traffico comporterà grandi vantaggi per la salute dei cittadini e per le casse comunali. Secondo uno studio dell’Istituto per la salute globale dell’Università Pompeu Fabra, quando il piano da 500 superblocchi andrà a regime i livelli di ossidi di azoto nell’aria si ridurranno del 24 per cento, passando da 47 microgrammi per metro cubo a 36. In questo modo l’aspettativa di vita del residente medio di Barcellona potrebbe aumentare di quasi 200 giorni, evitando 667 morti premature all’anno e risparmiando alla città 1,7 miliardi di euro di spese sanitarie annue.
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