Ad agosto nel Wisconsin un agente aveva sparato all’afroamericano Jacob Blake colpendolo 7 volte alle spalle. Il procuratore ha deciso di non perseguirlo.
Sette è il numero di volte che l’agente di polizia Rusten Sheskey ha sparato all’afroamericano Jacob Blake il 23 agosto 2020 a Kenosha, nello stato americano del Wisconsin. Ora Blake è paralizzato dalla vita in giù. Eppure, il procuratore distrettuale Michael Graveley non ha mosso accuse nei confronti di Sheskey. È un uomo libero, così come lo sono i due colleghi che quel giorno erano con lui.
Il 23 agosto i tre poliziotti avevano risposto a una chiamata per un “incidente domestico”; una donna che in passato aveva accusato Blake di violenza sessuale sosteneva in quel momento che stesse cercando di rubarle l’automobile. Il giovane afroamericano si era scontrato con gli agenti giunti sul posto, poi aveva cercato di salire a bordo del proprio suv, sul cui sedile posteriore c’erano tre dei suoi sei figli. A quel punto Sheskey l’aveva colpito alle spalle, esplodendo sette colpi d’arma da fuoco.
Il video del tragico episodio era divenuto virale e aveva generato proteste in tutto il paese, già teso a causa della morte di George Floyd, un altro afroamericano brutalmente ucciso dalla polizia. Ora si teme che possano verificarsi nuovi disordini per via della decisione del procuratore, secondo cui gli agenti avrebbero agito per autodifesa. Blake aveva un coltello con sé, ma nel filmato non compare.
BREAKING: Kenosha DA Michael Gravely will NOT charge the officers involved in the August shooting of Jacob Blake. We are immensely disappointed and feel this decision failed not only Jacob and his family but the community that protested and demanded justice.
Ad agosto la squadra di basket dei Milwaukee bucks aveva deciso di non scendere in campo contro gli Orlando magic, portando alla sospensione delle partite per tre giorni. Ora il team ha rilasciato un comunicato stampa in cui si legge che l’organizzazione “si schiera fermamente contro l’uso eccessivo della forza da parte della polizia. Continueremo a impegnarci per combattere l’ingiustizia sociale e il razzismo e per portare un cambiamento significativo agli afroamericani e alle persone più vulnerabili della comunità”.
Anche il famoso giocatore LeBron James ha commentato: “Quello che è successo a Kenosha è un colpo al cuore e allo stomaco, per i neri come per i bianchi. Ma dobbiamo continuare a rimanere forti, credere gli uni negli altri e spingere per il bene superiore”. Il 2020 è stato un anno buio per gli Stati Uniti e per il resto del mondo. A giudicare da questa notizia e dagli scontri che il 6 gennaio hanno infiammato la capitale Washington, dove i sostenitori di Donald Trump hanno occupato il Congresso per cercare di impedire il riconoscimento della vittoria del nuovo presidente Joe Biden, anche il 2021 è cominciato nell’oscurità.
Brandon Bernard, arrestato nel 1999, è stato giustiziato in Indiana. È la prima esecuzione in 130 anni ad avvenire durante la transizione presidenziale.
Il 28 agosto, a 57 anni dalla marcia su Washington con Martin Luther King, decine di migliaia di persone si sono di nuovo riunite lì contro il razzismo.
Nella notte i campioni dell’Nba non sono scesi in campo contro il razzismo. Negli Stati Uniti si fermano anche calcio, baseball, tennis e basket femminile.
Nel Wisconsin, Jacob Blake, un uomo afroamericano, è stato ripetutamente colpito alle spalle da una serie di colpi d’arma da fuoco esplosi dalla polizia.
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