Black lives matter

Kamala Harris passa alla storia. È la prima donna non bianca a diventare vicepresidente degli Stati Uniti

La seconda donna non bianca senatrice degli Stati Uniti è diventata anche la prima donna non bianca vicepresidente. Kamala Harris e Joe Biden vincono le elezioni.

Ultimo aggiornamento: 7 novembre 2020. Abbiamo evitato ogni ambiguità relativa al primo vicepresidente non bianco che è Charles Curtis. Harris è la prima donna.

Kamala Harris. Un nome che è passato alla storia perché con l’elezione del democratico Joe Biden, è la prima donna non bianca a diventare vicepresidente degli Stati Uniti. Ha accompagnato Biden nel corso della campagna elettorale contro il presidente Donald Trump e il suo vice Mike Pence. Dopo che a marzo Biden aveva svelato di volere una donna al suo fianco, l’annuncio ufficiale è arrivato martedì 11 agosto. Così una sua ex rivale alle primarie si è trasformata in un’alleata fondamentale.

Perché Joe Biden ha scelto Kamala Harris

La candidatura a vicepresidente di Harris riflette il clima politico attuale negli Stati Uniti. Le sue origini multietniche, con mamma nata in India e papà in Giamaica, sono uno specchio dell’eterogeneità dell’elettorato in un paese in cui le minoranze lottano ogni giorno contro disuguaglianze profonde. Inoltre, la sua carriera in ambito giudiziario prima come procuratrice distrettuale di San Francisco poi procuratrice generale dello stato della California le conferisce una certa credibilità nell’affrontare i temi del razzismo sistemico e della violenza della polizia che continuano a dominare il dibattito pubblico in seguito all’uccisione di George Floyd il 25 maggio.

Le persone stanno protestando perché gli afroamericani sono stati trattati in modo disumano negli Stati Uniti. Perché il nostro paese non ha mai affrontato pienamente il razzismo sistemico che lo affligge sin dai primi giorni. Riparare questo sistema è compito di ciascun americano. Non possiamo più aspettare ai margini, sperando che il cambiamento sia graduale. In tempi come questi, chi resta in silenzio è complice.

Kamala Harris, 4 giugno 2020

“L’atmosfera che si è creata in seguito agli eventi di Minneapolis ha fatto sì che fosse necessario un candidato vicepresidente che potesse parlare con grande autorità di questioni come il razzismo sistemico, la polizia e le disuguaglianze sociali – e non c’è dubbio che Harris sarà chiamata a farlo”, scrive il New York Times. Harris, come tante delle persone scese in piazza in questi mesi, vuole riformare la polizia e il sistema giudiziario, e ha anche denunciato pubblicamente il mancato arresto dei poliziotti che hanno ucciso la 26enne afroamericana Breonna Taylor il 13 marzo 2020.

Harris si definisce una “procuratrice progressista” e nel corso della sua campagna per le primarie, che si è conclusa a dicembre scorso dopo un inizio promettente, ha sottolineato la sua vicinanza a valori e politiche affini agli elettori di sinistra. Allo stesso tempo, non si è pronunciata a favore del movimento per “defund the police, ovvero per tagliare i fondi alle forze dell’ordine, esattamente come Biden. E come lui è considerata una candidata moderata.

Non stiamo parlando di smantellare la polizia, bisogna essere pragmatici. Ma separiamo i dibattiti. Molte città nel nostro paese spendono un terzo del loro bilancio sulle forze dell’ordine … Confrontiamo questa cosa col fatto che nel corso dei decenni scorsi abbiamo essenzialmente tolto fondi all’istruzione pubblica.

10 giugno 2020

Joe Biden e Kamala Harris a un evento
Kamala Harris era procuratrice generale della California ai tempi in cui Beau Biden, figlio di Joe deceduto nel 2015, era procuratore generale del Delaware. “I due sono diventati amici mentre lottavano contro il settore bancario. Kamala ha conosciuto Joe Biden tramite Beau. Dai racconti di Beau su Kamala, all’averla vista battersi per gli altri coi suoi occhi, è da tempo che Joe ammira la tenacia di Kamala”, secondo una dichiarazione rilasciata della campagna per Biden © Scott Olson/Getty Images

Chi è Kamala Harris, biografia della candidata vicepresidente  

Gioventù

Nata a Oakland, in California, nel 1954, in seguito al divorzio dei genitori è stata cresciuta principalmente dalla madre Shyamala Gopalan Harris, ricercatrice specializzata in oncologia e attivista per i diritti civili. “Mia madre sapeva di avere due figlie nere”, scrive Harris nell’autobiografia The Truths We Hold, e scelse quindi di immergere lei e la sorella Maya nella cultura afroamericana. Harris dichiara di sentirsi serena nell’affermare la sua identità come americana. “Sono quella che sono, mi va bene. Magari voi avete bisogno di capire chi sono, ma io non ho problemi”, ha detto al Washington Post, commentando la tendenza di etichettare i politici in base alla loro etnia o alle loro origini.

Si è laureata presso l’università di Howard, che storicamente accoglie soprattutto studenti di colore, un’esperienza che descrive come una delle più formative della sua vita. In seguito agli studi in giurisprudenza all’università della California Hastings ha iniziato la sua carriera nell’ufficio del procuratore distrettuale di Alameda, nel suo stato natale.

Kamala Harris davanti alla bandiera americana
Kamala Harris © Ethan Miller/Getty Images

Carriera giudiziaria

È stata procuratrice distrettuale di San Francisco tra il 2004 e il 2011 ed è diventata la prima donna e la prima persona di colore ad assumere la carica di procuratore generale della California, dal 2011 al 2017. I suoi due mandati a capo del dipartimento di giustizia dello stato più popoloso degli Usa sono stati al centro della sua campagna per le primarie democratiche. Harris ha parlato spesso delle sue politiche progressiste come l’adozione di body cam (telecamere che vengono indossate sul corpo) da parte di alcuni agenti in California, il primo stato ad adottarle, e l’inaugurazione di un database pubblico sul crimine.

I suoi critici affermano, però, che “quando le è stato chiesto di sostenere riforme progressiste del sistema di giustizia penale si è spesso opposta o ha risposto con il silenzio”, ha scritto Lara Bazelon, professoressa di giurisprudenza all’università di San Francisco, sul New York Times. Ad esempio, viene accusata di avere rifiutato la richiesta di Kevin Cooper, un uomo afroamericano condannato alla pena di morte, di condurre dei test del dna che avrebbe potuto gettare luce sui crimini di cui è accusato, risalenti agli anni Ottanta.

Kamala Harris balla durante un evento
Kamala Harris durante la campagna elettorale per le primarie democratiche © Joshua Lott/Getty Images

Carriera politica

Nel 2016 è diventata la seconda donna nera senatrice degli Stati Uniti, come rappresentante della California. La sua campagna elettorale per la Casa Bianca è iniziata tre anni dopo: Harris scelse una data simbolica – il 15 gennaio, compleanno di Martin Luther King – per annunciarla. All’inizio delle primarie era considerata uno dei candidati favoriti, soprattutto per la sua bravura nei dibattiti, in cui mette in mostra le sue qualità come avvocato. In particolare, durante il primo dibattito tra i candidati del partito democratico si è scontrata con Biden sul tema del razzismo, criticandolo per essersi opposto alla pratica del busing, utilizzata negli Usa per ridurre la segregazione razziale nelle scuole.

Non credo che tu sia razzista e concordo con te sull’importanza di trovare un terreno comune ma credo anche, ed è (un fatto) personale, che sia stato doloroso sentirti parlare di due senatori americani che hanno costruito la loro reputazione e la loro carriera sulla segregazione razziale in questo paese. Non solo, tu hai anche lavorato con loro per opporti al busing. C’era una bambina in California che faceva parte della seconda classe per migliorare l’integrazione nelle scuole pubbliche, che prendeva quel pulmino per andare a scuola ogni giorno, e quella bambina ero io.

27 giugno 2019

Nonostante momenti memorabili come questo, Harris, nel cercare l’appoggio sia dell’elettorato moderato che di quello progressista, è finita per non convincere nessuno dei due, anche a causa di posizioni ambigue su temi chiave come la sanità pubblica. Dopo essersi detta a favore della campagna di Bernie Sanders, suo rivale alle primarie, Medicare for all per fornire a tutti gli americani una copertura sanitaria, nel corso della campagna elettorale ha vacillato, dando risposte poco chiare sul tema. Alla fine, si è ritirata prima delle primarie inaugurali in Iowa.

Una scelta in difesa dell’ambiente

La campagna di Biden ha a cuore un tema sensibile per gli elettori democratici, quello dell’ambiente, e all’interno del programma elettorale troviamo un piano per “garantire la giustizia ambientale e pari opportunità economiche in un futuro di energie pulite”, che mira all’azzeramento delle emissioni nette di CO2 entro il 2050.

Secondo siti d’informazione ambientale statunitensi come Grist e Green Tech Media, Harris è una scelta positiva per portare avanti le ambizioni climatiche del candidato presidente. Oltre ad avere pubblicato un piano sull’ambiente durante la campagna alle primarie, come senatrice è particolarmente attiva sul tema. Solo pochi giorni fa ha introdotto il Climate Equity Act insieme alla deputata Alexandria Ocasio-Cortez, una proposta di legge all’interno della cornice del Green New Deal che mette la giustizia razziale e l’uguaglianza sociale al centro delle politiche ambientali.

Joe Biden e Kamala Harris si abbracciano
Un abbraccio tra Joe Biden e Kamala Harris © Scott Olson/Getty Images

Kamala Harris, citazioni su temi chiave 

Clima

Dagli incendi nell’ovest del paese agli uragani nell’est, alle inondazioni e alla siccità nel centro, non crederemo alle bugie. Agiremo sulla base della scienza e non della fantascienza.

27 gennaio 2019

Compagnie petrolifere

Sono fonte di danno e distruzione per le comunità e devono essere ritenute responsabili. Ma non c’è ancora stata giustizia, sicuramente non per mano di questo governo né, e mi dispiace dirlo, dei repubblicani in Congresso.

4 settembre 2019

Sistema giudiziario penale

È ora di finire l’incarcerazione di massa. Questo significa legalizzare la marijuana, riforme penali e l’abolizione delle carceri private. Insieme alla formazione professionale e all’istruzione, queste azioni riducono il crimine e aiutano le comunità.

9 settembre 2019

Immigrazione

Le politiche del presidente (Trump) renderanno l’America un posto meno sicuro … Ho perseguito dai crimini più piccoli agli omicidi. So cos’è un crimine. E vi dico: un immigrato senza documenti non è un criminale.

16 febbraio 2017

Armi

Una volta eletta darò al Congresso cento giorni per mettersi d’accordo e avere il coraggio di votare a favore di leggi ragionevoli sul controllo delle armi. E se non lo fa, interverrò usando il mio potere esecutivo.

22 aprile 2019

Aborto

Le donne hanno valore. Hanno l’autorità per prendere decisioni che riguardano le loro vite e i loro corpi. Come presidente mi batterò ogni giorno perché le donne possano decidere per se stesse.

28 maggio 2019

mamma e figlia a una manifestazione black lives matter
Generazioni di donne di colore a una manifestazione Black lives matter © Jeff J Mitchell/Getty Images

Una donna nera al potere?

Le donne nere sono la roccaforte del partito democratico. Sono tra i suoi elettori più fedeli e senza il loro voto, dicono i commentatori politici, Biden non avrebbe vinto le primarie. Giocano un ruolo fondamentale nella vita politica del paese, in cui partecipano attivamente: il 70 per cento delle donne nere aventi diritto ha votato alle elezioni presidenziali del 2012 e il 64 per cento nel 2016, contro un’affluenza generale di circa il 55 per cento in entrambi i casi.

Ma guadagnano solo 64 centesimi per ogni dollaro che si mette in tasca un uomo americano, e benché rappresentino il 7,5 per cento dell’elettorato, finora nessuna donna nera è mai stata governatrice di uno stato – tantomeno presidente o vicepresidente – e solo due sono state elette al Senato. Una di queste è proprio Kamala Harris, che ora insieme a Joe Biden ha il compito di convincere la maggioranza degli elettori che la loro visione di un’America anti-razzista e più giusta sia il migliore antidoto ai mali che l’affliggono.

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