Cooperazione internazionale

Settemila migranti respinti in due mesi alla frontiera con la Svizzera

Tra di loro anche 600 bambini. Le ong denunciano violazioni sistematiche dei diritti dei migranti e scarsa organizzazione da parte di Italia e Svizzera.

Solamente nei mesi di luglio e di agosto, le autorità svizzere hanno respinto quasi settemila migranti al confine con l’Italia. E almeno in 600 casi si è trattato di minori non accompagnati. A denunciare quella che viene definita senza mezzi termini “una ripetuta violazione dei diritti” sono l’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi) e la Onlus svizzera Firdaus, che in un rapporto congiunto parlano di “mancato rispetto della normativa vigente in merito ai respingimenti di cittadini stranieri effettuati alla frontiera di Chiasso”.

Ai migranti poche informazioni sui loro diritti

In particolare, le due associazioni fanno riferimento a norme internazionali  come la Convenzione europea dei Diritti dell’uomo, il Codice frontiere “Schengen” e al regolamento “Dublino III” dell’Unione europea. Tale corpus giuridico, spiegano, “risulta essere stato violato sia dalle autorità svizzere che da quelle italiane”.

In base alle informazioni raccolte dalle associazioni, infatti, molte delle persone respinte avrebbero avuto diritto, una volta presentata domanda di asilo, ad essere ricongiunte ai familiari che si trovano già in Svizzera o in altri Stati europei (proprio ai sensi delle norme comunitarie).  Al contrario – ha dichiarato Anna Brambilla, responsabile dell’Asgi, nel corso di una conferenza stampa – “quasi tutti i migranti che abbiamo ascoltato riferiscono di non aver mai ricevuto informazioni adeguate riguardo a tali diritti e più in generale in merito alla disciplina della protezione internazionale”.

Frontiera Svizzera migranti
Un cartello nei pressi di una frontiera svizzera ©Michele Tantussi/Getty Images

In molti denunciano: impossibile chiedere protezione

In molti dichiarano infatti di non essere riusciti a presentare tale domanda di protezione internazionale in Svizzera: “Oggi – ha aggiunto Lisa Bosia Mirra, presidente dell’associazione Firdaus – è impossibile determinare chi tra loro avrebbe voluto chiedere asilo sul territorio elvetico e chi invece avrebbe voluto semplicemente attraversarlo per raggiungere altre destinazioni”. Altre testimonianze indicano controlli sistematici effettuati in base al colore della pelle, nonché possibili “espulsioni collettive, anche nei confronti di minori non accompagnati e di persone con disabilità”.

Alla conferenza stampa ha partecipato anche Denise Graf, coordinatrice per i richiedenti asilo di Amnesty International Svizzera, confermando l’accusa secondo la quale la Confederazione “non rispetta i diritti dei bambini”, e aggiungendo che “la polizia di frontiera del Ticino non è formata adeguatamente” per affrontare l’ondata di migranti.

 

Immagine di apertura: ©Nicolas Economou

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