
Myanmar, pioggia di condanne contro Aung San Suu Kyi
L’ex capo di governo del Myanmar, Aung San Suu Kyi, è stata ritenuta colpevole da un tribunale birmano di aver incitato alla ribellione.
L’ex capo di governo del Myanmar, Aung San Suu Kyi, è stata ritenuta colpevole da un tribunale birmano di aver incitato alla ribellione.
È la terza amnistia in Myanmar dal colpo di stato dell’esercito di febbraio 2021. La comunità internazionale la giudica però una misura di facciata.
Aung San Suu Kyi deve rispondere di numerosi capi d’accusa, in diversi processi. Il primo di questi è partito il 14 giugno.
Le violenze dell’esercito nel Myanmar orientale hanno provocato lo sfollamento di circa 100mila persone, che hanno disperato bisogno di cibo e acqua.
Un’inchiesta del quotidiano francese Le Monde accusa la compagnia petrolifera Total di finanziare di fatto la dittatura militare nel Myanmar.
Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha condannato le violenze contro la popolazione nel Myanmar. La giunta evita però le sanzioni.
Secondo un’organizzazione non governativa locale sono almeno 500 le persone uccise negli scontri con l’esercito nel Myanmar.
In un solo giorno l’esercito ha brutalmente ucciso più di cento manifestanti durante le proteste nel Myanmar, mirandoli anche “alla testa”.
Il cantante della band punk più famosa del Myanmar parla della situazione politica nel proprio paese e dell’importanza delle proteste.
Con il golpe e il ritorno al potere dei militari conservatori, le donne del Myanmar temono di perdere le conquiste degli ultimi anni in termini di diritti.