
Il governo ha fatto slittare la sugar tax a gennaio 2026. Assobibe chiede la cancellazione della tassa, mentre per l’Istituto Mario Negri è necessaria e deve aumentare per essere efficace.
La Regione Abruzzo sta investendo 533 mila euro sull’olio d’oliva di qualità. La Giunta regionale abruzzese, su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Francesco Sciarretta, ha stanziato 532.797 euro – più di un miliardo d’anziane lirette – per il “miglioramento qualitativo della produzione di olio di oliva”. L’importo – questa la notizia più interessante – sarà ripartito per
La Regione Abruzzo sta investendo 533 mila euro sull’olio d’oliva di qualità. La Giunta regionale abruzzese, su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Francesco Sciarretta, ha stanziato 532.797 euro – più di un miliardo d’anziane lirette – per il “miglioramento qualitativo della produzione di olio di oliva”. L’importo – questa la notizia più interessante – sarà ripartito per interventi volti non solo ad incoraggiare la qualità ma anche a difendee l’ambiente di produzione, il paesaggio e l’ecostistema: in capitolati quali la “lotta contro la mosca dell’olivo ed eventualmente contro altri organismi nocivi, compresi dispositivi di controllo allarme e valutazione” (226.746 euro); miglioramento delle condizioni di coltivazione e trattamento degli olivi, di raccolta, di immagazzinamento e trasformazione delle olive, nonché del immagazzinamento degli olii prodotti (58.650 euro); assistenza tecnica agli olivocoltori ed ai frantoi di campagna allo scopo di migliorare l’ambiente nonché la qualità della produzione delle olive e della trasformazione delle stesse in olio (66.300 euro); miglioramento dell’evacuazione dei residui della molitura delle olive in condizioni non nocive all’ambiente (26.520,00 euro).
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Le indagini della Procura di Bari sollevano nuovi dubbi sulle strategie di lotta alla Xylella, mostrando gli interessi economici coltivati all’ombra della fitopatia. Ma c’è dell’altro.
Sono oltre 24mila gli allevamenti intensivi di polli e suini in Europa, molti sorti nell’ultimo decennio. Un’inchiesta ne fa la mappatura e ne denuncia le principali problematiche.
Secondo uno studio, il passaggio da una dieta tradizionale africana a una tipica del mondo occidentale globalizzato, aumenta l’infiammazione e diminuisce la risposta ai patogeni. Il passaggio inverso comporta invece benefici.
Secondo quanto osservato da ricercatori statunitensi, la dieta mediterranea ha del potenziale per contrastare i disturbi della sindrome dell’intestino irritabile.
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Secondo uno studio americano sulla salute metabolica, il consumo di ceci è in grado di abbassare il colesterolo, mentre quello di fagioli neri riduce l’infiammazione.
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