La frase di Trump e i risultati del terzo dibattito presidenziale

Economia, politica estera, istruzione. I temi hanno dominato l’ultimo incontro tra i due candidati, finalmente. Ma Trump rovina tutto: “Non so se accetterò il risultato delle elezioni”.

Incendiario, serrato, centrato sui temi politici. Il terzo dibattito per eleggere il presidente degli Stati Uniti si è tenuto presso l’Università del Nevada, a Las Vegas. Moderato dall’anchorman di Fox News Chris Wallace, è stato il più combattuto e interessante. Niente stretta di mano, insulti a denti stretti (“che donna disgustosa”), confronto serrato su economia, deficit, tasse, politica estera. Meno accuse personali e maggiore presenza di temi politici hanno caratterizzato l’ultimo confronto elettorale prima delle elezioni dell’8 novembre. La candidata democratica Hillary Clinton, sebbene attaccata da più lati, ha saputo difendere il suo programma, mentre il candidato repubblicano Donald Trump, che cercava la spallata, ha mancato l’occasione. Per un soffio.

Donald Trump potrebbe rifiutare il risultato elettorale

Il momento più drammatico si è verificato quando Donald Trump, pressato da Chris Wallace, ha rifiutato di dire se accetterà il risultato delle elezioni, qualora vinca l’avversaria, seguendo una classica tradizione democratica. Fiato sospeso in sala. “Lo dirò quando sarà il momento. Vedo che i media sono stati molto corrotti”, ha ripetuto Trump al moderatore, rincarando la dose sibillino: “vi lascio la suspense”.

Hillary non ha perso un secondo per controbattere. “Questo è orribile”, aggiungendo che “l’avversario denuncia brogli ogniqualvolta le cose non vanno come vorrebbe”.

“Dietro le accuse di molestie sessuali a Trump c’è Clinton”

“Tutte queste storie sono state per lo più smascherate”, ha tuonato il candidato repubblicano, ribattendo alle accuse di molestie mosse dal conduttore Wallace. Nei giorni precedenti sui mezzi d’informazione americani sono state elencate ben nove donne che hanno accusato pubblicamente “the Donald” di averle molestate sessualmente. Per difendersi dalle accuse, che hanno allontanato numerose donne, Trump ha accusato il comitato elettorale democratico, senza addurre prove. “So che sono loro, so cosa hanno fatto […] Sono loro che hanno alimentato gli scontri ai miei raduni”. Il commento si riferisce ad un video dove un supporter di Clinton avrebbe intenzionalmente creato tensioni ad un evento del tycoon.

Putin, il pupazzo

Diversamente dal solito, la politica estera ha infiammato buona parte del dibattito. Dalla crisi siriana, fino alle accuse contro la Russia di aver interferito nel processo elettorale. “Sei il candidato più pericoloso della storia delle elezioni americane”, attacca Clinton sottolineando la sua incompetenza e la leggerezza con cui parla dell’utilizzo di armamenti nucleari. “Sei il pupazzo di Putin”, ha aggiunto sottolineando l’appoggio ricevuto dal presidente russo.

Chi ha vinto il dibattito? 

Il consenso bipartisan va sicuramente al moderatore Chris Wallace che ha svolto un lavoro egregio. Trump ha sostenuto un dibattito superiore alla media, bruciandosi con l’affermazione di non voler rispettare ufficialmente i risultati elettorali. Una frase definita “suicidio politico” in diretta dall’analista conservatore Charles Krauthanmmer di Fox News che ha oscurato quanto di “buono” fatto finora.

Hillary Clinton, dal canto suo, ha saputo preservare la calma, toccando tutti i punti cardine del suo programma: welfare per le famiglie, accesso all’educazione, rispetto per il diritto all’aborto, controllo delle armi, riforma dell’immigrazione. Il tutto siglato da un toccante appello finale al voto. Secondo i primi flash poll di Cnn (considerati solitamente poco attendibili) la vincitrice della serata sarebbe indubbiamente la candidata democratica.

Lo scenario elettorale

Hillary Clinton, secondo l’ultimo sondaggio di Bloomberg del 18 ottobre, precede lo sfidante repubblicano di oltre 9 punti percentuali. Gli indecisi a questo punto rimangono un margine minimo, meno del 4 per cento. La democratica guadagna terreno anche tra le file di elettori tipicamente repubblicani, maschi bianchi senza istruzione superiore. Per il candidato del partito dell’elefantino non resta che sperare in un miracolo. Oppure, dichiarare brogli e aprire una crisi politica senza precedenti nella storia americana.

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