Tones on the stones: suoni, idee e natura nel nuovo Tones teatro natura

Il festival all’interno delle cave della val d’Ossola si trasforma e presenta Tones teatro natura, teatro stabile di pietra immerso nella natura.

Il festival Tones on the stones presenta la sua quindicesima edizione e, per l’occasione, si trasforma in Tones teatro natura. Dal 22 luglio al 5 settembre, infatti, il festival di produzione contemporanea a carattere immersivo che dal 2007 anima le estati della Val d’Ossola, si stabilisce definitivamente nell’ex sito industriale della cava dismessa di Roncino di Oira, una piccola frazione della valle, per ospitare una stagione caratterizzata da un fitto programma di eventi, tra opere liriche, concerti di musica elettronica, performance, ma anche workshop di educazione ambientale e pratiche partecipative.

Uno spazio che non sarà soltanto un teatro, ma un vero e proprio hub in grado di generare un ecosistema culturale e creativo; un luogo per dar vita a laboratori di formazione per artisti e per attività destinate a studenti e cittadini all’insegna della sostenibilità e del benessere collettivo e individuale.

Il borgo di Gesh in Val d'Ossola.
Il festival Tones on the stones dal 2007 anima le estati della Val d’Ossola © Tones on the stones

Come nasce Tones teatro natura

Il festival Tones on the stones nasce nel 2007 con l’obiettivo principale di fare sperimentazione artistica fra gli scenari naturali della Val d’Ossola, territorio caratterizzato dalla presenza di paesaggi spettacolari, ma anche di numerose cave per l’estrazione di pietre naturali, come marmo e granito.

Come ci ha raccontato la direttrice artistica Maddalena Calderoni: “Il festival ha circuitato per quasi quindici anni nelle cave attive del nostro territorio e ha raggiunto il suo successo anche in virtù di questi scenari spettacolari. La necessità di trovare una casa, una sede stabile per un progetto artistico che nel tempo è cresciuto molto, era diventata assolutamente prioritaria: lavorando in cave attive, avevamo delle limitazioni temporali per poter realizzare delle produzioni artistiche. Perciò, abbiamo preso coraggio e abbiamo intrapreso questo nuovo progetto di conversione di una cava dismessa. Abbiamo deciso di riqualificarla dal punto di vista ambientale e di creare un nuovo spazio per la cultura che fosse disponibile tutto l’anno per i nostri progetti”.

Dopo quindici anni di festival itinerante nelle cave attive, quindi, nel 2020 Tones on the stones cambia direzione, acquisendo la cava dismessa di Roncino e iniziando un importante lavoro di riconversione e riqualifica ambientale grazie a un intervento di progettazione architettonica sviluppato seguendo i principi di modularità, trasparenza, flessibilità e, soprattutto, all’insegna della sostenibilità e di un diverso rapporto con il paesaggio naturale.

Tones teatro natura e sostenibilità ambientale

Il concetto di sostenibilità ambientale, sociale e culturale accompagna da sempre la manifestazione: è il fil rouge che lega ogni singola scelta della fondazione Tones on the stones, costituita nel 2018 per ampliare la ricerca artistica in ambito contemporaneo e in quello delle arti digitali e impegnata sempre di più in produzioni site-specific, nel rispetto della natura circostante e del territorio.

Un rendering di Tones teatro natura.
Un rendering di Tones teatro natura, i cui lavori di rivalutazione ambientale sono stati affidati a Fuzz aterlier © Tones teatro natura

Per questo motivo, alla base sia del lavoro di riconversione della cava, affidato allo studio Fuzz atelier, sia di progettazione degli eventi che vanno ad animare il nuovo teatro, sono state adottate soluzione rispettose dei luoghi, dell’ambiente circostante e delle tradizioni del territorio. “Abbiamo voluto mantenere un approccio rispettoso nei confronti del passato di questo sito industriale, perché il nostro format è connesso fortemente al patrimonio culturale di un territorio legato da secoli all’estrazione e alla lavorazione della pietra, ma anche del contesto naturale che circonda il sito, che in dieci anni di inattività aveva iniziato ad appropriarsi del suo spazio in maniera selvaggia”, dice Maddalena Calderoli, che aggiunge: “Insieme allo studio Fuzz atelier, che sta seguendo il progetto architettonico, abbiamo lavorato per mantenere tutti questi valori ben presenti e, legandoci al tema industriale, stiamo ideando infrastrutture che siano in linea con il passato e l’ambiente circostante. Per esempio, abbiamo utilizzato materiali di ferro, container usati e tutta una serie di elementi che si trovano in abbondanza nelle cave, all’insegna del riuso e del riutilizzo”.

All’interno del teatro sono stati anche installati erogatori per la distribuzione gratuita dell’acqua, per disincentivare l’utilizzo di plastica monouso, e le Green sentinel si prenderanno cura del teatro, raccontando al pubblico le modalità per usufruire di questo spazio in modo consapevole e rispettoso.

Erogatori d'acqua dalla pietra nel teatro Tones of the stones.
Gli erogatori di acqua potabile nel Tones teatro natura, per disincentivare l’us odi plastica monouso © Tones on the stones

La conversione dello spazio industriale in luogo della cultura è pensata soprattutto a favore dei giovani, come gate aperto per favorire lo scambio di idee e progetti. L’obiettivo, da un punto di vista infrastrutturale, si traduce con la non definizione degli spazi in maniera permanente. Un esempio è la torretta scenica che ospita le tecnologie per gli allestimenti audio, video, luci che, non in assetto da spettacolo, diventa una torretta per il bird watching.

Da un punto di vista dei contenuti, la sostenibilità ambientale si traduce in una serie di workshop di educazione ambientale indirizzati anche alle scuole, nelle attività legate al riuso creativo dei materiali di scarto della lavorazione della pietra e nella Biblioteca verde, un progetto in via di sviluppo: un piccolo parco tematico a tema natura.

Tones teatro natura è anche sostenibilità sociale e culturale

Tones teatro natura è anche sostenibilità sociale e culturale: il progetto si inserisce infatti in un’ottica di promozione e valorizzazione del territorio e della sua comunità. Da qui la connessione con istituzioni pubbliche e private per la messa in rete di risorse e opportunità e la natura partecipata del progetto: un vero e proprio percorso iniziato in un ambito di condivisione e di comunità.

È proprio durante la scorsa edizione Before and after, infatti, che si sono mossi i primi passi all’interno del nuovo sito. Un gruppo di giovani creativi, operatori culturali, architetti, filosofi, musicisti e artisti (tra cui Coccia e Blumer) si sono incontrati per condividere riflessioni ed elaborare nuove visioni, tra cui nuovi modi di abitare e rapportarsi con la natura.

Il processo di condivisione strategica sul ruolo che questo spazio per la cultura deve avere, è sempre stato partecipato e continua ad esserlo

Maddalena Calderoni

Gli eventi in programma

Dal 22 luglio al 5 settembre, quest’anno Tones on the stones presenta una vera e propria stagione di spettacoli, articolata in diverse sezioni: Tones on the stones, Riverberi jazz, Nextones e Campobase.

Ad aprire la manifestazione, il 22 luglio, il concerto di Tigran Hamasyan, “Nuovo faro del jazz mondiale”, secondo Maddalena Calderoli. Fra gli altri appuntamenti da segnalare della sezione Tones on the stones, l’Awareness campus, dal 6 all’8 agosto, il workshop di pratiche di teatro inclusivo a cura di Gabriele Vacis e dell’Istituto di pratiche teatrali per la cura della persona.

Il 26 e 27 agosto si svolge Riverberi jazz, festival di performance sonore che ospita artisti come il trombettista Gianluca Petrella, il vibrafonista jazz e compositore Pasquale Mirra, l’ensemble di percussioni Waikiki contemporary quartet, Daniele di Bonaventura, il trombettista Luca Aquino e il percussionista Manu Katchè.

Tones teatro natura e l magica atmosfera della luce sulle pietre.
La magica atmosfera delle cave del festival di Tones on the stone © Tones on the stone

Tra il 27 luglio e il 1° agosto, torna invece Nextones,il festival internazionale nato nel 2014, dedicato alla sperimentazione nel campo dell’arte audiovisiva e della musica elettronica.

A chiudere, dal 3 al 5 settembre: Campobase: un nuovo format che alla sua prima edizione vede già la partecipazione di nomi straordinari; un regalo che la fondazione fa alle sue montagne e alle persone, alle realtà che lavorano, che operano e che hanno fatto tanto per queste valli.

Nextones, la sezione di Tones on the stone dedicata alla musica elettronica

Una costola importante di Tones on the stones è il festival internazionale Nextones che, dal 2014, incarna l’identità più sperimentale nel campo dell’arte audiovisiva e della musica elettronica. Dal 2019, curatore artistico del festival è Ruggero Pietromarchi di Threes productions, agenzia creativa che opera nel campo della sostenibilità culturale, nonché direttore creativo di Terraforma, festival di musica e sostenibilità che si svolge dal 2014 nel parco di Villa Arconati​.

Anche in questo caso, come ci ha confermato Ruggero Pietromarchi, i luoghi sono il punto di partenza di qualsiasi progettazione artistica, il fil rouge che lega tutti gli artisti che prendono parte a questa nuova edizione del festival: “In generale Threes productions ha sempre avuto questo denominatore di ricerca sinestetica tra contenuti e luoghi in cui vengono inseriti. Quando ci siamo approcciati per la prima volta a Nextones, la metodologia è rimasta la stessa. Negli ultimi anni e in seguito alla pandemia, il festival è cambiato molto: dall’anno scorso ha assunto una nuova formula, espandendosi sia in termini temporali che spaziali. Non più solo festival performativo nelle cave attive, ma anche festival laboratoriale e di ricerca con contenuti che vanno alla scoperta del territorio. Ci siamo resi conto che il contesto delle cave era diventato abbastanza limitato e limitante e abbiamo saputo cogliere la pandemia come occasione per diramare il festival in tutta una serie di altri luoghi che la valle ci ha suggerito”.

Quest’anno, Nextones presenta un’attenta selezione di artisti unici nel loro genere: una “curatela tailor-made” che incastra i luoghi scelti con le ricerche sia musicali, sia in tema di sostenibilità ambientale. “L’obiettivo è quello di proporre una serie di contenuti che riescano a dialogare con il territorio”, dice Ruggero Pietromarchi.

Gli Orridi di Uriezzo in Val d'Ossola.
Negli Orridi di Uriezzo si svolgerà lo spettacolare concerto di Tomoko Sauvage © Tones on the stones

Per esempio, il 29 luglio, Michele Comi, geologo, guida alpina e divulgatore scientifico, con il suo collettivo Vendül presenta il workshop per vivere la montagna in una maniera sostenibile.

Ancora, grande protagonista di quest’anno è il fiume Toce, lungo la quale Felicity Mangan e Radio Safari ci accompagnano in una passeggiata sonora, mentre la musicista e sound artist giapponese Tomoko Sauvage richiama l’elemento acquatico attraverso Waterbowls, concerto presso gli Orridi di Uriezzo, una serie di gole scolpite dall’azione di antichi torrenti. “Il luogo ha una morfologia che consente un’acustica unica. L’idea di giocare su queste rifrazioni del suono tra l’acqua e l’ambiente circostante creerà veramente un’atmosfera unica”, assicura Ruggero Pietromarchi.

Tra gli altri eventi in programma: la prima italiana di Conference of trees di Pantha du Prince, la prima mondiale di The end of the world, opera multimediale la cui partitura denuncia il disastro ecologico e ambientale, la presentazione del progetto inedito di Caterina Barbieri in collaborazione con il sassofonista Bendik Giske e la musicista belga di origini ghanesi Nkisi; infine, il laboratorio a tema foraging con Valeria Mosca.

Info

Per conoscere il programma completo, visita i siti ufficiali:
Tones on the stone
Nextones
Campobase

Biglietteria: (servizio gratuito) 060406 anche via WhatsApp/[email protected]
Per maggiori informazioni: [email protected]

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