Un miliardo di bambini è minacciato dagli impatti dei cambiamenti climatici

Un nuovo rapporto dell’Unicef indica che quasi la metà dei bambini del Pianeta rischia di subire gravi conseguenze a causa del riscaldamento globale.

Un miliardo di bambini, su un totale di 2,2 miliardi presenti in tutto il mondo, è minacciato dalle conseguenze dei cambiamenti climatici. A livello sanitario, di sicurezza e di impatto sull’istruzione. A spiegarlo è un rapporto pubblicato venerdì 20 agosto dall’Unicef.

L’Africa la regione più a rischio per i bambini

Il documento, intitolato “La crisi climatica è una crisi dei diritti dei bambini”, rappresenta la prima analisi dettagliata dei rischi legati al riscaldamento globale per i più giovani. Nel testo, le nazioni vengono classificate in funzione del livello di esposizione di questi ultimi agli impatti climatici (dagli uragani agli episodi di siccità, dalle ondate di caldo agli altri eventi meteorologici estremi). Viene quindi tenuto in considerazione il livello di accesso a servizi essenziali, a partire da quelli sanitari.

Il risultato è che i giovani che vivono in una serie di nazioni africane risultano i più vulnerabili. In particolare coloro che abitano nella Repubblica Centrafricana, nel Ciad, in Nigeria, Guinea e Guinea-Bissau. Ma sono complessivamente 33 i paesi considerati “a rischio molto elevato”, proprio perché agli impatti dei cambiamenti climatici si aggiungono gravi problemi strutturali.

Sono 33 le nazioni più vulnerabili

Il rapporto dell’Unicef è stato lanciato in collaborazione con il movimento Fridays for future, in occasione del terzo anniversario dell’avvio degli scioperi mondiali per il clima. E a pochi giorni dalla nuova giornata di mobilitazione mondiale, prevista per il prossimo 24 settembre.

I bambini di una serie di nazioni africane sono tra i più vulnerabili di fronte ai cambiamenti climatici
I bambini di una serie di nazioni africane sono tra i più vulnerabili di fronte ai cambiamenti climatici © Unicef

“È la prima volta che abbiamo a disposizione dati così precisi sulla vulnerabilità dei bambini di fronte ai cambiamenti climatici – ha commentato la direttrice generale dell’agenzia delle Nazioni Unite, Henrietta Fore -. Le ripercussioni coinvolgono l’insieme dei loro diritti: dall’educazione alla casa, dalla protezione contro lo sfruttamento all’educazione, fino all’accesso al cibo e all’acqua”.

L’Unicef precisa, in particolare, che 240 milioni di bambini sono esposti ai rischi legati alle inondazioni costiere, 330 milioni a quelle fluviali, 400 milioni agli uragani, 600 milioni alle malattie a trasmissione vettoriale, 815 milioni all’esposizione al piombo, 820 milioni alle ondate di caldo eccezionale. E ancora 920 milioni alla mancanza di acqua e un miliardo a livelli estremamente elevati di inquinamento atmosferico.

“I bambini sono i meno responsabili ma pagheranno il prezzo più alto”

Inoltre, 850 milioni di bambini (uno su tre nel mondo) vivono in zone esposte ad almeno quattro fattori di stress climatico, e 330 milioni ad almeno cinque fattori. Senza, tra l’altro, che le nazioni nelle quali questi giovani abitano siano particolarmente responsabili del riscaldamento globale. I 33 stati in questione, infatti, disperdono nell’atmosfera soltanto il 9 per cento delle emissioni mondiali di gas ad effetto serra. Mentre le dieci più grandi economie del Pianeta da sole raggiungono  il 70 per cento.

“I cambiamenti climatici – ha proseguito Fore – sono profondamente diseguali. I bambini non sono responsabili della crescita della temperatura media globale. Eppure, sono loro che ne pagheranno il prezzo più alto. È giunto il momento di agire. Migliorando innanzitutto l’accesso dei bambini ai servizi essenziali, in particolare per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico, la salute e l’educazione”. Per questo l’Unicef ha lanciato un nuovo appello ai governi e all’imprese affinché ascoltino i più giovani, scegliendo di agire con l’obiettivo prioritario di proteggerli.

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