La presidente della Commissione, von der Leyen, proporrà lo stop ai finanziamenti e sanzioni personali ad alcuni ministri e ai “coloni violenti”.
- La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, annuncia che proporrà sanzioni a Israele perché “quanto sta accadendo a Gaza è inaccettabile”.
- Le misure dovrebbero comprendere lo stop ai finanziamenti bilaterali e sanzioni ai ministri più estremisti e ai coloni violenti.
- Amnesty International parla di “vergognoso ritardo”, ed è polemica tra la Commissione e la Global Sumud Flotilla.
Per la prima volta dall’inizio della guerra a Gaza, la Commissione europea proporrà sanzioni dirette nei confronti di Israele. Dopo un sostanziale immobilismo durato molti mesi oggi, nell’annuale discorso sullo stato dell’Unione, la presidente Ursula von der Leyen ha ammesso le divisioni interne all’Unione, ma anche la necessità di un cambio di passo:
“Per molti cittadini l’incapacità dell’Europa di concordare una strada comune da seguire è dolorosa. Si chiedono quanto dovranno peggiorare le cose prima che si raggiunga un’unità di risposta. Capisco. Perché ciò che sta accadendo a Gaza è inaccettabile”.
Ci sono volute 70mila vittime circa nella Striscia, colpita senza tregua dai raid aerei e ora dall’offensiva di terra dell’esercito di Israele verso Gaza City. Ma a colpire negli ultimi giorni è stata anche l’uccisione dei negoziatori di Hamas mentre erano riuniti in Qatar per ragionare sul piano di pace proposto dagli Stati Uniti, che ha fatto saltare un fragile spiraglio di tregua, mentre i droni israeliani hanno già preso di mira le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, diretta verso le coste di Gaza con aiuti umanitari. Von der Leyen ha sottolineato che l’Europa non può limitarsi agli aiuti: “Il nostro sostegno finanziario e gli aiuti umanitari superano di gran lunga quelli di qualsiasi altro partner. Il nostro impegno per un’Autorità Palestinese sostenibile sta mantenendo viva la soluzione dei due Stati. E dobbiamo esortare anche gli altri a farsi avanti con urgenza, sia nella regione che altrove. Ma naturalmente l’Europa deve fare di più”.
Quali sono le sanzioni che verranno proposte
Finora, la Spagna aveva scelto la via delle misure dirette contro Israele. Gli altri Stati membri si erano mossi in ordine sparso. Ma adesso, spiega von der Leyen, “da parte nostra, abbiamo proposto di sospendere parte dei finanziamenti Horizon” escludendo la scorsa Israele dal programma europeo per la ricerca. “Ma questa situazione è bloccata senza una maggioranza. Dobbiamo superare questo problema. Non possiamo permetterci di restare paralizzati”. Da qui l’annuncio delle nuove misure: “Innanzitutto, la Commissione farà tutto il possibile da sola. Metteremo in pausa il nostro sostegno bilaterale a Israele. Interromperemo tutti i pagamenti, senza compromettere il nostro lavoro con la società civile israeliana o con Yad Vashem”, l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah.
A questo primo pacchetto, ha spiegato von der Leyen, se ne aggiungeranno altri due: “Proporremo sanzioni contro i ministri estremisti (i maggiori indiziati sono Bezalel Smotrich, ministro della Difesa, e Itamar Ben Gvir, della Sicurezza nazionale, ndr) e contro i coloni violenti. E proporremo anche una sospensione parziale dell’accordo di associazione sulle questioni commerciali. Sono consapevole che sarà difficile trovare la maggioranza. E so che per alcuni qualsiasi azione sarà troppo. Troppo poco per gli altri. Ma dobbiamo assumerci tutti le nostre responsabilità: Parlamento, Consiglio e Commissione”. Infine, la presidente ha annunciato un impegno per la ricostruzione: “Il mese prossimo istituiremo un gruppo di donatori palestinesi, che comprenderà uno strumento dedicato alla ricostruzione di Gaza. Si tratterà di uno sforzo internazionale con partner regionali. E si baserà sullo slancio della Conferenza di New York organizzata da Francia e Arabia Saudita”.
La scontro sulla Global Sumud Flotilla
Un passaggio che segna un cambio di rotta nelle politiche europee, dall’assistenza umanitaria al primo passo verso sanzioni concrete. Anche se, come pronosticato da von der Leyen, per qualcuno sarà comunque troppo poco. E non solo nelle frange più residuali della società, anzi: perfino Amnesty International oggi parla di “un ritardo vergognoso” e sottolinea che von der Leyen annuncia sanzioni “senza definirne però i tempi e riconoscere il genocidio di Israele”.
In tal senso non aiutano le dichiarazioni di Eva Hrncirova, portavoce della stessa Commissione europea, sulla missione umanitaria della Global Sumud Flotilla: “Non incoraggiamo flottiglie come questa perché possono aggravare la situazione”. Parole, spiegano gli organizzatori della spedizione, “che non ci sorprendono. Sul genocidio la commissione europea non riesce ad andare oltre l’inconsistenza. Hrnicirova critica la Global Sumud Flotilla dicendo che gli aiuti “dovrebbero passare attraverso i nostri partner”. Gli stessi che impediscono l’ingresso dei camion nella striscia. Senza considerare la Gaza Humanitarian Foundation, davanti alla quale sono state uccise più persone del 7 ottobre 2023. Il World Food Programme parla di 470mila persone in condizione di carestia. Di quali canali e partner parliamo?”.
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