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È in continua crescita dal 2001 il numero delle persone moralmente contrarie agli esperimenti sugli animali in Usa. Specialmente tra gli under 30.
Negli Stati Uniti è in aumento l’opposizione morale ai test scientifici sugli animali, che è cresciuta significativamente dal 2001, secondo un nuovo studio condotto dalla Peta (People for the Ethical Treatment of Animals) e dalla Western Governors University.
La ricerca è stata presentata durante il meeting annuale della American Association for the Advancement of Science in corso a Chicago. Gli scienziati hanno esaminato i dati raccolti da diversi ricerche indipendenti realizzate dall’organizzazione Gallup dal 2001 al 2013 in cui sono stati coinvolti circa mille americani adulti ogni anno.
I risultati hanno mostrato che nel 2013 il 41 per cento degli adulti giudicava i test medici sugli animali come moralmente sbagliati; un lieve aumento rispetto al 2012 e un deciso incremento del 12 per cento rispetto al 2001. Fra i giovani adulti, quelli con età compresa fra 18 e 29 anni, l’opposizione ai test medici sugli animali è ancora maggiore, del 53 per cento nel 2013, un aumento di 23 punti percentuali rispetto al 2001 e soprattutto un ribaltamento della maggioranza, che ora è moralmente contraria alla vivisezione.
La contrarietà agli esperimenti su animali è, nel dettaglio, espressa dal 52 per cento delle giovani donne (18-29) e del 54 per cento degli uomini. Da notare che la tendenza riguarda tutte le appartenenze politiche. “L’opposizione agli esperimenti sugli animali è in ferma crescita tra le persone di ogni sesso, di ogni gruppo d’età e di ogni partito – fa notare Justin Goodman, professoressa di sociologia alla Marymount University di Arlington- probabilmente perché le persone sono esposte a maggiori informazioni sulle crudeltà che avvengono in laboratorio, sul fatto che queste ricerche contribuiscono sempre meno alla salute umana, e che migliori metodi sostitutivi sono disponibili”.
Secondo la Human Society International il numero di animali “sottoposti a iniezioni, infettati, vivisezionati e geneticamente alterati nel mondo” è oltre i 100 milioni all’anno.
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