Via della seta, cosa prevede il memorandum d’intesa tra Italia e Cina

Con la firma di 29 punti d’intesa, la visita in Italia del presidente della Cina Xi Jinping rafforza i rapporti istituzionali e commerciali. Ma il resto d’Europa è perplesso.

Non solo Via della seta. Tutela del patrimonio culturale, trasferimento di innovazione tecnologica, lotta all’evasione fiscale: i 29 accordi siglati tra i rappresentanti dei governi di Italia e Cina in occasione della visita ufficiale a Roma del presidente cinese Xi Jinping segnano un importante passo in avanti nei rapporti diplomatici ed economici che il gigante asiatico vuole stringere in Europa.

La Belt and road initiative, il progetto per la creazione delle “nuove Vie della seta”, trova nel memorandum firmato dal ministro per lo Sviluppo economico Luigi Di Maio e controfirmato dal presidente della commissione nazionale per lo Sviluppo e le riforme He Lifeng un’importante sponda: l’Italia è il primo Paese del G7 ad appoggiare l’iniziativa promuovendo la realizzazione di opere infrastrutturali per includere i porti di Trieste e Genova nelle nuove rotte del commercio internazionale.

Le 29 intese dell’accordo Italia-Cina

La collaborazione è ad ampio raggio. In 19 accordi istituzionali i due Paesi lavoreranno per promuovere sinergie tra startup innovative e tecnologiche e rilanciare la cooperazione nel settore dell’e-commerce. Sul fronte tributario, è stato siglato l’impegno per eliminare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e prevenire le evasioni e le elusioni fiscali. Per il settore agroalimentare sono tre i protocolli d’intesa per regolare i requisiti sanitari sull’esportazione di agrumi freschi, carne suina congelata e seme bovino dall’Italia alla Cina. Iniziative culturali, gemellaggi tra siti Unesco dei due Paesi (con la restituzione di 796 reperti archeologici appartenenti al patrimonio culturale cinese) e il rafforzamento della collaborazione nel campo dell’informazione (attraverso due intese siglate con Rai e Ansa) sono, infine, il risultato del lungo lavoro delle due amministrazioni governative.

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Roma, 23/03/2018 – Il vicepresidente e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, durante la cerimonia di firma di accordi tra Italia e Cina a Villa Madama © Governo italiano

Altri 10 accordi, invece, hanno riguardato le aziende nell’ottica di dare il via a partnership commerciali che secondo le stime del vicepremier Di Maio “valgono 2,5 miliardi di euro con un potenziale di 20 miliardi di euro”. Sarà la società specializzata nella realizzazione di infrastrutture per il settore trasporti, la China communication construction company, a potenziare i porti di Genova e Triste attraverso le due intese firmate con L’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale – porti di Trieste e Monfalcone e con il commissario straordinario per la Ricostruzione di Genova, l’Autorità di sistema portuale del mar Ligure occidentale. Grandi compagnie del settore dei combustibili fossili saranno ancora protagoniste nel futuro e interessate da interventi di progettazione e sviluppo nel Paese asiatico.

Accordo Italia-Cina: il ruolo di Mattarella e le rassicurazioni per la Ue

“L’Unione europea è il primo partner commerciale della Cina”. Il saluto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla delegazione governativa cinese guidata da Xi Jinping è da tradurre come un chiaro messaggio inteso a far valere il ruolo dell’Italia in Europa in quanto Paese fondatore della Ue stessa: “È un interesse concreto verso le iniziative di connettività eurasiatica – ha dichiarato Mattarella –, nell’ambito della strategia delineata da Bruxelles secondo le linee di sviluppo tracciate dall’Agenda 2020”.

Il presidente della Repubblica ha inoltre sottolineato l’importanza di pensare a questa nuova Via della seta come a un collegamento a “doppio senso, basato su una sempre maggiore adesione ai valori del multilateralismo e di uno scambio libero, equo e onesto”. Un collegamento non soltanto commerciale, ha poi suggerito il presidente italiano, ma anche di idee, talenti, valori.

Xi Jinping anche a Parigi per il summit con Emmanuel Macron e Angela Merkel

Nell’accordo Italia-Cina si è messo un freno ad alcune delle partnership che più di altre nei giorni scorsi hanno suscitato molte critiche a livello internazionale: in particolare non si è chiuso un accordo tra Huawei, la principale compagnia cinese che produce smartphone, e alcuni poli scientifici italiani per portare avanti un progetto di ricerca sul 5G su cui già gli Stati Uniti nelle scorse settimane avevano espresso preoccupazione sulla sicurezza della rete e sulla condivisione di dati con la compagnia di telecomunicazioni, e dunque col governo cinese. Anche il presidente francese Emmanuel Macron durante l’ultimo bilaterale con il premier Giuseppe Conte ha invocato la necessità di un coordinamento Ue nei rapporti con la Cina.

Il viaggio in Europa del governatore cinese, dunque, non finisce in Italia: per martedì 26 marzo è stato fissato un appuntamento molto importante in cui Xi Jinping incontrerà proprio Macron insieme alla cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker in un vertice che avrà per tema l’impegno sul fronte commerciale tra Cina ed Europa. L’occasione sarà anche di fare il punto sugli sforzi delle rispettive politiche ambientali a partire dagli impegni dell’Accordo di Parigi sul clima.

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