Il lato oscuro del pomodoro italiano

Il Ghana era un paese produttore di pomodori, con un florido mercato interno. Oggi soffocato dall’importazione di salsa concentrata cinese e italiana.

Emigrare per andare a raccogliere all’estero quegli stessi prodotti agricoli che si raccoglievano nel paese di origine, contribuendo ad ammazzare l’economia locale. È la realtà raccontata dal documentario Il lato oscuro dei pomodori italiani (The dark side of the Italian tomato) di Stefano Liberti e Mathilde Auvillain.

 

Il reportage, realizzato in quattro lingue (italiano, spagnolo, francese e inglese, queste ultime parlate in Africa), svela il legame tra il dumping e l’emigrazione verso l’Europa da un paese africano. Che cosa significa? Che oggi il mercato locale di pomodori freschi prodotti in Ghana è soffocato dai pomodori italiani e cinesi.

 

Ogni anno, il Ghana importa circa 50mila tonnellate di pomodoro concentrato. Un mercato ricco, che l’Italia, monopolista fino a circa dieci anni fa, si contende con la Cina. Quegli stessi pomodori che gli immigrati ghanesi raccolgono in Puglia sono trasformati in Italia e destinati a essere esportati in Africa. Paradossalmente, raccolgono quegli stessi prodotti che spingeranno altre persone come loro fuori dai campi.

 

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