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Un’esperienza intensa il viaggio monociclo dalla Romagna ad Amatrice come gesto di solidarietà, morale ed economico, di Denis Meluzzi nei confronti della popolazione colpita dai terremoti nel Centro Italia. Denis, in arte Monomela, ha pedalato per 230 km in tre giorni con 3250 di dislivello in monociclo, sicuramente un’avventura per pochi. La pedalata di solidarietà
Un’esperienza intensa il viaggio monociclo dalla Romagna ad Amatrice come gesto di solidarietà, morale ed economico, di Denis Meluzzi nei confronti della popolazione colpita dai terremoti nel Centro Italia. Denis, in arte Monomela, ha pedalato per 230 km in tre giorni con 3250 di dislivello in monociclo, sicuramente un’avventura per pochi.
La motivazione è stata decisamente forte per questa pedalata, con il pensiero rivolto ai cittadini di Amatrice che si stanno rimboccando le maniche per risollevarsi dopo il sisma. A cui ha fatto seguito anche la consegna di un assegno devoluto per aiutare la comunità amatriciana, da parte dell’associazione Marinai di salvataggio di Rimini, da “Brain Storming”, dal Bagno 46 di Rimini e dal bar “Battigia 46”.
E proprio da Rimini è partito Denis Meluzzi, Monomela per gli amici sportivi, durante una giornata uggiosa. “All’inizio volevo arrivare a Livorno, poi è arrivato il terremoto: i chilometri erano gli stessi, avevo anche dei contatti del centro giovani di Amatrice, così ho deciso di dare aiuto e sostegno morale”.
Durante la sua “cavalcata” Denis è passato anche per il centro storico di Camerino, proprio un paio di settimane prima delle scosse che hanno colpito l’area tra Norcia e la provincia di Macerata, dove si trova Camerino.
“Essere passato in quei paesi e aver visto com’erano un pochino ti segna“, ci confessa un po’ commosso. “A Sant’Antonio, vicino Visso, una chiesa del 1300 è crollata: lì mi sono fermato, ho mangiato e risposato. Castel Sant’Angelo sul Nera me lo ricordo perché c’è una strada con pendenza laterale, una difficoltà per chi va in monociclo, a causa dei problemi di equilibrio. Poi la piana di Castelluccio di Norcia: quando sono arrivato c’era nebbia, così sono sceso per fare una foto”.
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Quale è stato il momento più bello? “È stato arrivare giù e vedere le facce di coloro a cui ho consegnato l’assegno che testimoniava quello che avevo fatto. mi hanno accolto a braccia aperte nonostante i problemi legati alle scosse”.
E quello più difficile? “A Cerreto (video), con un chilometro al quindici per cento di pendenza tra Fabriano e Matelica. Finita la salita sono stato fermo mezz’ora per quanto mi tremavano le gambe per lo sforzo!
Come si nota da questo video andare su un monociclo diventa ancora più difficile in salita, in particolar modo in curva, è il corpo a dover agire per curvare.
Denis è tre anni che ha deciso di andare sul monociclo, una passione nata per caso. “Dopo anni di mountain bike ho visto su internet una foto di un monociclo e ho deciso di provare. Solo che ci è voluto un mese per riuscire a starci sopra” ci spiega Denis quando lo abbiamo raggiunto telefonicamente dopo che ha staccato dal turno del suo lavoro di operaio.
“All’inizio non vedevo dei miglioramenti e non trovavo persone con cui confrontarmi. Dopo cinque mesi ho conosciuto dei ragazzi di Ferrara tramite Facebook che mi hanno fatto conoscere un’associazione italiana. Io per ora sono l’unico di Rimini e di tutta la Romagna”. Era partito un po’ come un gioco, facendo dei giretti sulla pista ciclabile, dal 2015 ho fatto la Ventiquattr’ore, da apripista alla maratona di Rimini e cento chilometri in notturna da Ferrara al mare.
Se quello base ha venti pollici ed è più adatto per i giocolieri il monociclo del tipo che usa Denis Monomela Meluzzi ha la ruota di 36 pollici, freno idraulico a disco, sella per lunghe distanze, un manubrino, pedivelle con doppio foro sia per salita che pianura. Inoltre bisogna restare concentrati, soprattutto in salita e a differenza della bici non è permesso fare pedalate a vuoto.
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