Chi era Viktoria Marinova, la giornalista violentata e uccisa in Bulgaria

La giornalista Viktoria Marinova è stata barbaramente assassinata il 6 ottobre. Di recente si era occupata di sospette frodi ai danni dell’Unione europea.

Si chiamava Viktoria Marinova e aveva appena 30 anni la giornalista e presentatrice dell’emittente bulgara Tvn Ruse. È stata uccisa dopo una barbara aggressione nel nord del suo paese. Il suo corpo senza vita è stato scoperto sabato 6 ottobre in un parco della città di Ruse, non lontano dalla frontiera con la Romania. La ragazza è stata colpita alla testa, violentata e strangolata.

Il 30 settembre la trasmissione dedicata alle sospette frodi ai danni dell’Ue

Il procuratore regionale Gergy Grorgiev ha aggiunto che “il suo telefono cellulare, le chiavi della sua auto, i suoi occhiali e parte degli indumenti sono spariti”. L’inchiesta della polizia bulgara non esclude per ora alcuna pista: potrebbe trattarsi del tragico gesto di uno squilibrato. Oppure la giornalista potrebbe essere stata “condannata” per via del proprio lavoro.

Marinova presentava infatti una trasmissione che si occupava di questioni sociali e che veniva diffusa dall’emittente a livello locale. Nel corso dell’ultima puntata, il 30 settembre, aveva mandato in onda un’intervista a due noti giornalisti d’inchiesta – il bulgaro Dimitar Stoyanov e il romeno Attila Biro – che indagano su sospette frodi a danno dell’Unione europea. In particolare, un sistema illegale avrebbe consentito ad alcune persone di accaparrarsi fondi comunitari. E il tutto coinvolgerebbe uomini d’affari e politici.

Per la loro inchiesta, i due giornalisti sono stati anche arrestati dalla polizia, fatto che suscitò l’ira dell’associazione Reporter senza frontiere (Rsf). Fin troppo facile, dunque, sospettare che la morte di Viktoria Marinova possa essere legata proprio al suo lavoro. Harlem Desir, responsabile della libertà di stampa presso l’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) ha parlato di “inchiesta rigorosa e completa”, lasciando intendere come essa possa aver “scontentato” qualcuno.

Prima di Viktoria Marinova, le uccisioni di Daphne Caruana Galizia e Jan Kuciak

E molti colleghi della donna hanno evocato le uccisioni della reporter Daphne Caruana Galizia, fatta saltare in aria a Malta il 16 ottobre 2017, e del giornalista Jan Kuciak, ammazzato a febbraio in Slovacchia.

D’altra parte, secondo la classifica mondiale della libertà di stampa, la Bulgaria è 111esima su 180 nazioni analizzate. In Europa è all’ultimo posto: qui, secondo Rsf, i giornalisti sono sottoposti a “numerose forme di pressione e di intimidazione”. E devono lavorare in un contesto nel quale “alcuni oligarchi esercitano un monopolio mediatico, mentre si sospetta che le autorità siano corrotte e abbiano legami con la criminalità organizzata”.

Commissione Ue e Germania chiedono di far luce sull’omicidio

Intanto, a muoversi sono state la Commissione europea e la Germania, che hanno chiesto ufficialmente alle autorità della Bulgaria di fare luce sull’omicidio. Il vice-presidente dell’organismo esecutivo di Bruxelles si è detto in particolare “scioccato da un delitto efferato”. Mentre Reporter senza frontiere ha chiesto di porre sotto protezione i colleghi di Viktoria Marinova.

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