Il terrore di una marmotta e la determinazione di una volpe tibetana (Vulpes ferrilata), che esemplificano la darwiniana lotta per la sopravvivenza e l’eterna comunione tra vita e morte, sono stati immortalati nel momento perfetto da Yongqing Bao, che con questa fotografia si è aggiudicato il premio principale del concorso Wildlife photographer of the year 2019. Dalla foto, scattata tra le praterie alpine dei monti Qilian, sull’altopiano del Tibet, traspaiono chiaramente il terrore del roditore, che assume un’espressione grottesca che a prima vista può suscitare ilarità, e lo straordinario sforzo del predatore, che in quell’attacco ha riposto parte delle possibilità di sopravvivenza sue e della sua prole. In questo caso la sorte ha sorriso alla volpe, che ha catturato la marmotta e portato la preda dai suoi cuccioli, in attesa nella tana.
“Fotograficamente, è semplicemente il momento perfetto”, ha commentato il presidente della giuria del Wildlife photographer of the year, Roz Kidman Cox. Oltre allo scatto di Bao, sono state premiate altre diciotto fotografie, scelte per la loro creatività, originalità ed eccellenza tecnica, che mostrano l’impareggiabile capacità del mondo naturale di lasciarci immancabilmente a bocca aperta.
Il ruolo della fotografia nella conservazione
Quest’anno la giuria del concorso dedicato alla fotografia naturalistica, organizzato dal Museo di Storia naturale di Londra e giunto alla cinquantacinquesima edizione, ha dovuto valutare oltre 48mila fotografie realizzate da professionisti e amatori provenienti da cento paesi. Le immagini raffigurano l’incredibile diversità della vita sul nostro pianeta, costantemente sotto attacco a causa del nostro impatto. Il concorso Wildlife photographer of the year, anche grazie alla sua visibilità globale, contribuisce a diffondere la meraviglia per la natura, avvicinando sempre più persone alla conservazione.
Una coppia di primati in via d’estinzione ha vinto il Wildlife Photographer of the Year 2018, un lucente promemoria di quello che possiamo perdere se non proteggiamo il mondo naturale. La storia dietro a questo e agli altri scatti vincitori.
La bioluminescenza è nata sott’acqua circa 540 milioni di anni fa. Gli octocoralli, antenati dei coralli molli, hanno evoluto per primi la capacità di produrre luce durante il periodo Cambriano. Ingegnoso strumento di comunicazione, predazione e difesa.
Il documentario di Camilo de Castro Belli e Brad Allgood fa luce sul collegamento tra allevamenti di bestiame, sviluppo economico e sociale e attività illegali.