Uno studio ha osservato che molte specie animali della savana africana sono più spaventate dall’udire la voce umana piuttosto che il ruggito del leone.
Gli animali nella savana hanno più paura della voce dell’uomo che del ruggito del leone
analizzando migliaia di registrazioni è stato osservato come gli animali fuggano appena sentono la voce umana
questa paura potrebbe essere un’arma in più per combattere il bracconaggio
Il termine paura indica una forte emozione che si può provare improvvisamente per un pericolo inaspettato o imminente. Immaginate di essere un mammifero erbivoro, come una zebra, che si sta abbeverando ad una pozza. Mentre vi chinate per bere dietro di voi sentite un rumore, magari il ruggito di un leone, il vostro predatore. Spaventati, scappate. Eppure, c’è un rumore che fa ancora più paura agli animali della savana: la voce umana.
La voce umana fa paura agli animali della savana
Questo è il risultato della ricerca pubblicata su Current Biology: il super-predatore uomo fa più paura del re della savana. L’uomo uccide la fauna con tassi molto più elevati rispetto a qualsiasi altro predatore. Il bracconaggio, le pistole, la caccia con i cani, tutto ciò ha fatto diventare l’uomo la specie più temuta. Per confermare questo fatto i ricercatori hanno istallato telecamere e altoparlanti vicino a 21 pozze di abbeveramento al Parco nazionale di Kruger in Sud Africa. I sistemi automatizzati di rilevamento funzionavano ventiquattro ore al giorno per sei settimane e, attivati dal movimento, registravano e riproducevano in ordine casuale clip di suoni sia leggeri che minacciosi.
I suoni leggeri, utilizzati come controllo dell’esperimento, erano principalmente i canti degli uccelli locali. Al contrario, per i suoni minacciosi venivano riprodotti cani abbaiare, colpi di pistola, leoni ruggire e esseri umani che parlavano con calma. Le voci umane includevano sia donne che uomini in diverse lingue come tsonga, sotho, afrikaans e inglese, con la particolarità che ogni tanto si parlava di calcio, nel caso in cui i mammiferi fossero interessati alle notizie sportive.
How a variety of animals react to a human voice
When confronted with recordings of human voices, 19 species fled instantly, the sound of humans triggered stronger flight responses than lions
I ricercatori hanno osservato migliaia di registrazioni video per stilare la gerarchia della paura tra i mammiferi del Kruger, dalle piccole antilopi fino agli enormi elefanti. La reazione dello scappare è stata scelta come comportamento comune per identificare il livello di paura, per questo motivo ogni video è stato analizzato segnando la velocità di reazione con cui ogni singolo animale correva via e in quanto tempo abbandonava la pozza. Dopo aver analizzato più di quattromila video, concentrandosi su 19 specie, i risultati hanno dimostrato che: di fronte agli esseri umani che parlano, gli animali sono due volte più propensi a scappare e abbandonano la pozza il 40 per cento più velocemente di quando sentono i leoni, i cani o le pistole. Tra gli animali più spaventati dall’uomo sono state registrate le giraffe, i leopardi, le iene, le zebre, i facoceri, i kudu e gli impala.
L’elefante paura non ne ha, del leone
I grandi e grossi pachidermi, come gli altri mammiferi, quando hanno sentito la voce umana se la sono data a gambe. Ma quando si trattava del ruggito del leone la loro risposta è stata completamente diversa. Invece che fuggire, hanno attaccato la fonte del rumore schiacciando con violenza i dispositivi (per la gioia dei ricercatori che hanno visto distruggere la loro attrezzatura).
In un video si vede infatti che, una volta partita la clip del verso del leone, l’elefante carica l’attrezzatura, la distrugge e se ne va barrendo fortemente. Queste reazioni aggressive di attacco elefante-leone erano ben note ai ricercatori come spiega Karen McComb, ricercatrice di comunicazione animale: “Gli elefanti sono abbastanza grandi da essere in grado di raggrupparsi e scacciare i leoni”, poi ha aggiunto, “contro gli esseri umani armati, avvicinarsi potrebbe essere fatale”.
Una possibile soluzione contro il bracconaggio dei rinoceronti
È stata posta molta attenzione anche sui rinoceronti per vedere le loro reazioni nei confronti del loro vero peggior nemico. Per fortuna, all’udire delle voci umane sono fuggiti due volte più velocemente rispetto a quando sentivano i leoni. Questa risposta potrebbe aprire nuove strategie per la conservazione di questi animali, visto che durante il periodo di ricerca cinque rinoceronti sono caduti vittime dei bracconieri. Per le ricerche future si vuole proprio esplorare se l’uso di riproduzioni di voci umane lungo le recinzioni, a ridosso delle strade, possa tener lontano i rinoceronti da queste zone, tra le preferite dai bracconieri.
Un possibile sviluppo di questa ricerca potrebbe essere l’introduzione di richiami olfattivi, oltre che uditivi, data l’alta sensibilità olfattiva degli animali. La speranza dei ricercatori è che questa paura verso il super predatore essere umano possa contribuire a prevenire il bracconaggio, anche se gli animali dovranno correre più veloci dei colpi di fucile.
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