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Un cane da museo. È Riley, di razza Weimaraner, che in un museo di Boston aiuta a scovare le minacce che si annidano nei dipinti custoditi nelle sale.
Si chiama Riley ed è un cane di razza Weimaraner (o bracco di Weimar) con un compito a dir poco particolare. Lavora, infatti, in un museo degli Stati Uniti – per la precisione il Fine arts di Boston – allo scopo di scovare insetti e muffe che potrebbero danneggiare le preziose opere d’arte custodite nelle sale. Riley è in tutto e per tutto un “conservatore” anche se ha quattro zampe e con un tartufo – il naso del cane – decisamente molto sviluppato.
“Si tratta di un progetto pilota – ha dichiarato ai media la direttrice del Fine arts, Katie Getchell – ma siamo consapevoli che, oltre a Riley, ci saranno presto altri cani in grado di svolgere questo lavoro, mettendo al servizio dell’uomo ancora una volta i sensi prodigiosamente sviluppati di questi animali”.
L’olfatto dei cani è stato impiegato in molti modi: per ritrovare persone scomparse, per scovarne altre sepolte da macerie o valanghe, per scovare sostanza stupefacenti illegali o falde acquifere inquinate e, persino, per evidenziare tumori o malattie dell’uomo. Ma mai nessun cane era stato impiegato come Riley in un museo. Se il giovane Weimaraner si dimostrerà all’altezza del suo compito, altri cuccioli verranno addestrati e introdotti al mestiere di “curatore a quattro zampe”.
Secondo Pepe Peruyero, proprietario dell’agenzia Pepedogs per l’addestramento dei cani il lavoro di Riley sarà presto affiancato da altri esemplari. Pepe ha addestrato cani persino per identificare uova di tartarughe sepolte sotto la sabbia o per trovare uova di larve nei campi da golf che, schiudendosi, potrebbero danneggiare l’erba dei prati. “Il Weimaraner – ha spiegato Peruyero – è una razza di cane già molto usata come guida per ciechi o persone disabili. È anche noto come cane ‘poliziotto’ proprio per il suo fiuto eccezionale. Non ci saranno problemi per Riley, quindi, nello scovare muffe e insetti dannosi nelle preziose opere d’arte del museo di Boston”.
Gli insetti nocivi spesso si annidano nelle antiche tele o nei legni delle cornici arrivando a mangiarne trame e tessuti, deteriorando gravemente i dipinti. Riley e i suoi futuri compagni di lavoro, scoprendone la presenza, potranno sconfiggerli e annientarli prima della definitiva opera di distruzione. “E saranno anche in grado – spiega Katie Getchell – di individuare la presenza di insetti nocivi nei tessuti di cappotti e giacche dei visitatori del museo”. E, così, potranno garantire che il nemico non arrivi dall’esterno, pregiudicando l’esistenza delle opere d’arte custodite nelle sale del Fine arts.
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