Le foto vincitrici del Wildlife photographer of the year 2017 evidenziano l’urgenza di proteggere il nostro Pianeta e le specie con cui lo condividiamo, da noi stessi. Ecco tutti gli scatti, carichi di potenza ed emozione.
La violenza dell’uomo nei confronti del Pianeta, la prepotenza e l’arrogante pretesa di superiorità sulle altre forme di vita sono i veri protagonisti della foto vincitrice del Wildlife photographer of the year 2017. Memorial to a species (tributo a una specie) ha portato il fotogiornalista Brent Stirton a ricevere il titolo di fotografia naturalistica più prestigioso al mondo e ci mette di fronte alla cruda realtà da cui troppo spesso distogliamo lo sguardo per convenienza.
Memorial to a species. Vincitore Grand title 2017 © Brent Stirton/Wildlife Photographer of the Year
“Riuscire a rendere una scena tragica quasi maestosa nella sua potenza scultorea merita il premio più alto. Nel gigante caduto c’è crudezza, ma anche grande intensità emotiva e, quindi, dignità”, ha commentato la giuria. “È anche il simbolo del crimine ambientale più costoso, crudele e inutile, che deve suscitare il più grande scalpore tra il pubblico”.
I vincitori Wildlife photographer of the year 2017
La foto, che ritrae un rinoceronte nero appena ucciso per il suo corno nella riserva Hluhluwe Imfolozi in Sudafrica, racconta la tragica storia che stanno vivendo i rinoceronti neri. In passato questi giganti erano la specie più numerosa di rinoceronte, ma ora sono a rischio estinzione a causa del bracconaggio e del traffico illegale di corni di rinoceronte .
Memorial to a species di Brent Stirton, vincitore Wildlife photographer of the year 2017.
I bracconieri hanno ucciso questo rinoceronte nero per il suo corno, nel parco di Hluhluwe-Imfolozi in Sudafrica. Sono entrati nel parco illegalmente, probabilmente da un villaggio vicino, e si pensa abbiano usato un fucile da caccia silenziato. Una volta erano la specie più numerosa: ora invece i rinoceronti neri sono gravemente minacciati dal bracconaggio e dal commercio illegale di corni di rinoceronte, uno dei più corrotti © Wildlife Photographer of the Year
The good life di Daniel Nelson, vincitore Giovane wildlife photographer of the year.
Daniel ha incontrato Caco nella foresta del parco nazionale di Odzala nella Repubblica democratica del Congo. Nella foto, Caco sta banchettando con un frutto dell’albero del pane. Ha circa 9 anni e sta per lasciare la sua famiglia. Il gorilla di pianura occidentale è una specie minacciata dalla caccia illegale, malattie, deforestazione e cambiamenti climatici. Nel ritratto di Caco, Daniel è riuscito a ritrarre l’inestricabile somiglianza tra questi primati e gli esseri umani, così come l’importanza delle foreste, dalle quali dipende la loro sopravvivenza © Wildlife Photographer of the Year
Polar pas de deux di Eilo Elvinger, vincitrice della categoria bianco e nero.
Al largo della Norvegia Eilo ha avvistato un orso polare e il suo cucciolo di due anni, che si avvicinavano alla barca. I due orsi sono stati attirati da un cumulo di neve impregnato di un liquido di scarto proveniente dalla cucina, che hanno iniziato a leccare. “Mi sono vergognata del nostro impatto sul paesaggio immacolato e di come abbia influenzato il comportamento degli orsi”. Uno specchio dell’altro, con le zampe posteriori attaccate, hanno assaggiato la neve macchiata in contemporanea. Il loro habitat si sta riducendo a causa del riscaldamento globale che assottiglia il ghiaccio artico dal quale gli orsi dipendono
© Wildlife Photographer of the Year
Stuck in di Ashleigh Scully, vincitrice della categoria 11-14 anni.
La neve aveva imbiancato la Lamar Valley nel parco nazionale di Yellowstone, e la giornata era fredda e nuvolosa. Questa femmina di volpe rossa americana stava cacciando a lato della strada, camminando silenziosamente sul manto nevoso. Al momento opportuno, si è tuffata nella neve: è rimasta in quella posizione per circa dieci secondi, prima di usare le zampe posteriori per spingersi fuori dal buco. Ashleigh spiega che l’immagine mostra la dura realtà dell’inverno a Yellowstone
© Wildlife Photographer of the Year
Giant gathering di Tony Wy, vincitore della categoria mammiferi.
Decine di capodogli nuotano insieme al largo della costa nordorientale dello Sri Lanka. Si tratta di un evento molto speciale: un raduno di decine, forse centinaia, di branchi. I capodogli sono intelligenti, gregari e vivono a lungo: i vari gruppi giocano, vanno alla ricerca di cibo, interagiscono e comunicano tra di loro in molti modi e hanno caratteristiche distintive. Circa due terzi della popolazione di capodogli sono spariti durante il picco della caccia commerciale alla balena del ventesimo secolo, che è stata vietata nel 1986. Questo raduno potrebbe essere un segno di ripresa della specie
© Wildlife Photographer of the Year
The ice monster di Laurent Ballesta, vincitore della categoria ambienti della Terra.
Laurent e il suo team sono rimasti senza parole per la grandezza degli iceberg, affascinati dal fatto che solo il dieci per cento è visibile sopra la superficie dell’acqua. La squadra sub stava lavorando in Antartide allabase scientifica francese di Dumont D’Urville. I banchi di ghiaccio in alcune zone della regione si stanno sciogliendo più rapidamente di quanto previsto dagli scienziati. Quando Laurent ha visto l’iceberg, ha capito di dover sfruttare l’occasione di mostrare pr la prima volta la parte sottomarina. Ci sono voluti tre giorni nell’acqua gelata per ispezionare la location, installare l’attrezzatura e scattare le foto.
© Wildlife Photographer of the Year
Crab surprise di Justin Gilligan, vincitore della categoria invertebrati.
Nelle profondità marine, un branco di granchi giganti si aggira su un’area grande quanto un campo da calcio. Justin stava documentando un esperimento di trapianto di alghe dell’università della Tasmania e l’ha scattata con grande sorpresa. Un polpo maori sembra ugualmente stupito dell’incontro inaspettato
© Wildlife Photographer of the Year
Palm-oil survivors di Aaron Gekoski, vincitore della categoria Fotogiornalismo naturalistico
Nello stato di Sabah nel Borneo tre generazioni di elefanti si fanno strada tra le terrazze di una piantagione di palma da olio. A Sabah la maggior parte della foresta pluviale è stata distrutta e l’industria dell’olio di palma è ancora una delle cause principali della deforestazione, che costringe gli elefanti a vivere in aree sempre più ristrette. Per questo si trovano spesso ad aggirarsi nelle piantagioni alla ricerca di cibo, e questo li porta a entrare in conflitto con gli agricoltori e a rischiare di essere uccisi.
© Aaron Gekoski/Wildlife Photographer of the Year
Contemplation di Peter Delaney, vincitore della categoria ritratti.
Peter ha passato una lunga e difficile mattinata tracciando gli scimpanzé (una parte di un gruppo di 250 esemplari) nel Kibale national park in Uganda. Totti era preso con il corteggiamento, andava avanti e indietro gesticolando. Solo quando si è rilassato a terra, consumato dall’amore non ricambiato, Peter ha avuto la sua occasione per scattare la foto. “Si è steso, le mani dietro alla testa, e si fermato. Quasi come se stesse sognando quello che sarebbe potuto succede”.
© Wildlife Photographer of the Year
In the grip of the gulls di Ekaterina Bee, vincitrice della categoria fino ai dieci anni di età.
Come tutta la sua famiglia, Ekaterina (di 5 anni e mezzo) è affascinata dalla natura. Durante un viaggio in barca al largo della Norvegia il suo interesse è andato a uno stormo di gabbiani reali nordici. Erano in cerca di cibo e non appena Ekaterina ha lanciato del pane, l’hanno accerchiata. Le piaceva l’espressione del gabbiano più lontano: “Sembrava curioso, come se stesse cercando di capire cosa succedeva sulla barca”.
© Wildlife Photographer of the Year
The incubator bird di Gerry Pearce, vincitore della categoria uccelli © Wildlife Photographer of the Year
The ancient ritual di Brian Skerry, vincitore della categoria anfibi e rettili.
Come le generazioni prima di lei, questa tartatuga liuto sposta il suo peso non indifferente conle sue grandi e forti pinne, dirigendosi verso l’oceano. Le tartarughe liyto sono le tartarughe marine più grandi e che nuotano più a fondo. Passano gran parte della loro vita in mare, avvolte nel mistero. Il Sandy Point National Wildlife Refuge alle isole Vergini fornisce un prezioso habitat per la deposizione delle uova. Da altre parti, queste tartarughe non sono così fortunate e sono minacciate dalla pesca accessoria, dalle attività dell’uomo e dai cambiamenti climatici.
© Wildlife Photographer of the Year
Tapestry of life di Dorin Bofan, vincitore della categoria piante e funghi © Wildlife Photographer of the Year
I vincitori della 53esima edizione del Wildlife Photographer of the Year sono stati annunciati il 17 ottobre al Natural history museum di Londra, nel Regno Unito. Una giuria internazionale ha scelto le immagini vincitrici per la loro composizione artistica, l’innovazione tecnica e un’interpretazione veritiera del mondo animale e vegetale. Infatti, l’obiettivo del concorso è mostrare la migliore fotografia naturalistica a livello internazionale e, allo stesso tempo, aumentare la consapevolezza sulla bellezza – e fragilità – della natura, obbligandoci a non distogliere lo sguardo.
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