Negli Stati Uniti gli under 25 sono meno felici degli adulti. E presto sarà così anche in Europa

Per la prima volta il World happiness report scorpora i risultati per età. Svelando come, negli Stati Uniti e non solo, i giovani siano sempre meno felici.

  • Il 20 marzo è uscita la nuova edizione del World happiness report, il principale studio sulla felicità nel mondo.
  • Sul podio degli stati più felici troviamo Finlandia, Danimarca e Islanda.
  • Emergono forti difficoltà delle fasce più giovani, soprattutto negli Stati Uniti e, presto, anche in Europa.

È possibile trovarsi alle prese con una sorta di crisi di mezza età prima ancora di avere compiuto trent’anni? Sembra un paradosso, ma è una delle evidenze più forti – e al tempo stesso preoccupanti – che emergono dall’ultima edizione del World happiness report, il principale studio sulla felicità nel mondo.

Cos’è e cosa misura il World happiness report

Il World happiness report è un imponente rapporto sulla felicità redatto dal centro di ricerca sul benessere di Oxford, in partnership con il Sustainable development solutions network delle Nazioni Unite. Si basa su una serie di questionari che la società di consulenza Gallup sottopone ai cittadini di oltre 140 paesi. Come ogni anno, anche l’edizione 2024 è stata pubblicata il 20 marzo, Giornata mondiale della felicità.

Per la prima volta, quest’anno il World happiness report scorpora i risultati per fasce di età. Ed è proprio qui che i risultati diventano sorprendenti. Innanzitutto, la classifica delle popolazioni più felici varia profondamente a seconda della fascia d’età considerata: lo stato dove gli under 30 sono più felici è la Lituania, il migliore per gli over 60 è la Danimarca. Mettendo a confronto le generazioni, si scopre che i boomer (cioè i nati prima del 1965) sono in media più felici rispetto ai millennial (cioè i nati tra il 1980 e la metà degli anni Novanta).

Negli Stati Uniti crolla il livello di felicità dei giovani

Ma a far pensare è soprattutto la tendenza in atto tra adolescenti e giovani adulti. Per dodici anni consecutivi, infatti, negli Stati Uniti la fascia di età 15-24 anni risultava più felice rispetto alle generazioni precedenti. Nel 2017, la situazione si è rovesciata. Ed è stato proprio il calo del benessere degli under 30 a far precipitare gli Stati Uniti di otto posizioni nella classifica generale. Nell’Europa occidentale i ragazzi e le ragazze della fascia 15-24 anni continuano a essere più felici rispetto al resto della popolazione, ma la distanza si sta assottigliando. E tutto fa pensare che il sorpasso avverrà nell’arco di un paio d’anni al massimo.

Il Guardian ha interpellato il surgeon general Vivek Murthy, cioè il massimo funzionario federale che si occupa di questioni di salute pubblica negli Stati Uniti. A suo parere, i risultati dell’indagine sono “un campanello d’allarme sul fatto che i giovani siano davvero in difficoltà negli Stati Uniti e, sempre più, nel mondo”. Un malessere per cui i social media dovrebbero essere ritenuti responsabili. Un’opinione che lo accomuna al sindaco di New York Eric Adams che, a febbraio, ha denunciato TikTok, Instagram, YouTube, Facebook e Snapchat. Murthy chiede a gran voce una legge che smorzi la capacità dei social media di creare assuefazione, obbligandoli per esempio a eliminare lo scroll infinito e le reaction come like e cuoricini.

La classifica degli stati più felici del mondo

Come di consueto, una delle parti salienti del World happiness report è la classifica degli stati più felici del mondo. Si basa sulle risposte date dalle persone intervistate a un questionario di autovalutazione della propria qualità della vita. Nel periodo 2021-2023 il podio è tutto dei paesi nordici: Finlandia, Danimarca e Islanda. A completare la top 10, Svezia, Israele, Paesi Bassi, Norvegia, Lussemburgo, Svizzera e Australia. L’Italia è al quarantunesimo posto su 143, tra Malta e Guatemala. Fanalini di coda Repubblica Democratica del Congo, Sierra Leone, Lesotho, Libano e – ultimo – l’Afghanistan.

Gli autori del report chiariscono che i dati tendono a essere piuttosto simili di anno in anno, anche perché la classifica fa riferimento alla media del triennio. Si spiega così il fatto che la Palestina sia in 103ma posizione – nella parte bassa della classifica dunque, ma non in fondo – e Israele addirittura tra le prime dieci. Nel primo caso, il sondaggio è stato somministrato prima del 7 ottobre; nel secondo caso, dopo la cattura degli ostaggi da parte di Hamas ma prima della gran parte degli attacchi su Gaza. Le novità più interessanti rispetto al 2023 si notano osservando le prime 20 posizioni, con l’ingresso di Costa Rica e Kuwait (rispettivamente 12ma e 13ma) e l’uscita di Stati Uniti (che passano da 15mi a 23mi) e Germania (da 16ma a 24ma).

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