L’amministrazione Usa ha sospeso le domande per l’immigrazione delle persone provenienti da 19 paesi. Nel frattempo vanno avanti le retate nelle città.
Quaranta soldati, una donna e un bambino sono stati uccisi in una serie di attentati suicidi nello Yemen. Le azioni sono state rivendicate dall’Isis.
Almeno quarantadue persone sono state uccise lunedì 27 giugno in una serie di attentati suicidi effettuati nella porzione meridionale dello Yemen. Secondo quanto riferito all’agenzia Afp da Ahmed Said ben Breyk, governatore della provincia di Hadramout, “la città di al-Mukalla ha subito cinque attacchi suicidi in quattro diversi settori”.
Le azioni sono state rivendicate dal gruppo Stato Islamico: i terroristi hanno attaccato simultaneamente in diversi checkpoint sparsi nella città portuale, nel tardo pomeriggio. Un altro kamikaze si è fatto esplodere invece all’ingresso di un accampamento militare.
L’obiettivo principale degli attentati, da quanto si apprende, erano proprio le forze militari filo-governative, che si sono impadronite dell’area a partire dallo scorso mese di aprile. Fino a quel momento, infatti, la città – che conta circa duecentomila abitanti – era stata un bastione dell’organizzazione jihadista al-Qaeda, che ne aveva mantenuto il controllo per un anno.
L’Isis ha parlato in un comunicato di otto kamikaze che si sono fatti esplodere uccidendo cinquanta membri delle forze di sicurezza yemenite. Le autorità locali hanno tuttavia ridimensionato parzialmente il bilancio: quaranta soldati morti, ai quali si devono aggiungere una donna e un bambino. Altre trentasette persone sono state invece ferite.
42 killed in suicide attacks by Islamic State in Yemen’s Mukalla https://t.co/gBhLhzVjZS pic.twitter.com/quZoJQ3xUn
— Hindustan Times (@htTweets) 28 giugno 2016
Non è la prima volta che i terroristi colpiscono al-Mukalla. Nello scorso mese di maggio un doppio attacco – anch’esso rivendicato dall’Isis – era costato la vita a quarantasette agenti delle forze di polizia. L’area continua infatti ad essere martoriata dalla guerra, che ormai da tempo coinvolge i ribelli sciiti, le forze governative sostenute dall’Arabia Saudita, nonché alcuni reparti dell’esercito degli Stati Uniti e diverse organizzazioni islamiche radicali.
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