Il brand del gruppo cinese Chery annuncia il debutto di modelli ibridi ed elettrici più compatti e accessibili. Mentre procede l’impegno sui progetti ambientali.
Solo pochi giorni fa, la berlina a idrogeno Toyota Mirai aveva fatto registrare uno storico record di percorrenza, “macinando” 2.300 km in 24 ore attraverso la California e il Nevada. Un primato senza alcun impatto ambientale – Mirai emette infatti solo vapore acqueo – sul quale ha influito positivamente l’autonomia dichiarata di 550 km. Ora,
Solo pochi giorni fa, la berlina a idrogeno Toyota Mirai aveva fatto registrare uno storico record di percorrenza, “macinando” 2.300 km in 24 ore attraverso la California e il Nevada. Un primato senza alcun impatto ambientale – Mirai emette infatti solo vapore acqueo – sul quale ha influito positivamente l’autonomia dichiarata di 550 km. Ora, a testimonianza della vitalità del mercato americano in materia di fuel cell, un altro modello si affaccia alla ribalta, forte di una percorrenza certificata di quasi 600 km con un pieno. Un nuovo orizzonte.
È l’auto elettrica con la maggiore autonomia omologata negli Stati Uniti. La Honda Clarity Fuel Cell, prossima alla commercializzazione in California, è accreditata dall’Epa (l’Agenzia federale americana per la protezione dell’ambiente) di un’eccezionale percorrenza media di 589 km a ogni rifornimento d’idrogeno. Proposta negli States a 60.000 dollari (poco più di 55.000 euro al cambio attuale), la berlina nipponica, secondo quanto dichiarato dalla casa giapponese, dovrebbe in realtà garantire 750 km con un pieno. Come consuetudine, però, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, specie quando si tratta di valori comunicati dai costruttori. Al di là di questo, i 589 km certificati dall’Epa costituiscono un record, in parte favorito dalle dimensioni relativamente compatte della vettura. Nonostante gli ingombri delle celle a combustibile, la berlina dagli occhi a mandorla non oltrepassa infatti i 4,89 metri di lunghezza pur accogliendo confortevolmente cinque passeggeri.
https://youtu.be/nEun9ZMtkF4
La diffusione dell’alimentazione a idrogeno si è sinora scontrata con problematiche tutt’altro che irrilevanti, dovute non tanto alla complessità tecnica delle vetture dotate di celle a combustibile, quanto piuttosto alla difficoltà di stoccaggio di questo carburante. Ostacoli che, sino ad oggi, sembravano aver rallentato – e in parte scoraggiato – la creazione di una rete capillare di rifornimento. Grazie alla spinta dei costruttori, ora il trend sembra essere cambiato. Gli Stati Uniti, ad esempio, possono ambire entro la fine del 2016 a vedere operativa una sessantina d’impianti presenti principalmente in California (48) e in cinque Stati della East Coast, vale a dire New York, New Jersey, Massachusetts, Connecticut e Rhode Island. Stazioni dislocate con l’obiettivo di dare vita a un vero e proprio “corridoio dell’idrogeno” che si estenda dalla macroarea di New York a quella di Boston.
Bob Carter, vicepresidente di Toyota America – la casa giapponese crede profondamente nella berlina a idrogeno Mirai – sostiene che “negli Stati Uniti ci sono già 16 mila potenziali acquirenti di una vettura fuel cell. Dobbiamo solamente garantire loro una rete di rifornimento accettabile. Dopodiché, il mercato inizierà a crescere inesorabilmente”. Una valutazione che trova concorde la rivale Honda. La Clarity Fuel Cell, nello specifico, promette un rapido rifornimento, con tempistiche comprese tra 3 e 5 minuti, mentre il motore a zero emissioni eroga 177 cv. Come consuetudine tecnica, la reazione chimica dovuta alla combinazione dell’idrogeno con l’ossigeno all’interno delle pile a combustibile produce l’energia elettrica che alimenta il propulsore. Oltre alla modalità di guida ordinaria è previsto il programma di marcia Sport che offre una risposta particolarmente pronta alle pressioni dell’acceleratore. Una caratteristica più unica che rara, laddove costituisce invece una notizia meno eclatante il design votato alla massima efficienza aerodinamica – è una costante per tutte le vetture sostenibili che vogliano massimizzare l’autonomia – inclusa la parziale carenatura delle ruote posteriori.
Honda e Toyota sono pronte. Ora sono le infrastrutture a dover crescere. Sulla disponibilità di una rete capillare di stazioni di rifornimento d’idrogeno si giocherà infatti il successo delle vetture fuel cell e con esso parte del futuro della mobilità sostenibile.
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