Gli italiani sono al terzo posto su dieci Paesi europei per la disponibilità ad andare al lavoro in ebike. La motivazione principale a favore è la tutela dell’ambiente, a scoraggiare il maltempo e il costo delle biciclette elettriche.
I 200 anni della bicicletta, una storia raccontata per immagini
La storia dei 200 anni della bicicletta raccontata con le immagini di alcuni dei modelli più importanti e più noti che hanno segnato la mobilità su due ruote.
Duecento candeline. La bicicletta sembra molto più giovane ma il 2017 è un anno cruciale per la storia delle due ruote: sono infatti passati ben due secoli dall’invenzione di questo mezzo di trasporto a trazione umana che sta ritornando in auge grazie al suo basso impatto ambientale.
Nel corso di questi duecento anni la bicicletta è passata attraverso molte prove e invenzioni (video) per cercare di migliorare l’efficienza della pedalata e il comfort di utilizzo. Molti inventori si sono ingegnati producendo vari modelli nel corso dei decenni, fino ad arrivare ai giorni nostri con i modelli di bicicletta che tutti vediamo sfilare per le strade delle città.
Tra i primi a sperimentare nuovi modelli di bici ci fu il tedesco Karl Von Drais, che nel 1817 fece alcuni test alla sua Laufmaschine (in tedesco “macchina per camminare”). La particolarità di questo mezzo consisteva nell’assenza dei pedali: l’utente doveva spingere il mezzo con i piedi, come le piccole bici per bambini. Questo mezzo di spostamento diverrà successivamente noto come Draisina.
Duecento anni dopo Jürgen Isendyck ha deciso di commemorare quel suo innovativo connazionale con un libro di illustrazioni, di cui vi mostriamo alcune immagini, che ripercorrono la storia della bicicletta.
I 200 anni della bicicletta per modelli, dal 1800 ai giorni nostri
Guardando i vari modelli si nota come nel corso del tempo non ci siano stati grandi cambiamenti, a parte il periodo delle Penny farthing, le bici con la ruota anteriore più grande. Ad esempio Smith Machine Company Star nel 1880 decise di invertire il posizionamento della ruota grande, facendola diventare quella posteriore.
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Solo due anni dopo il modello di Von Drais, parliamo del 1819, viene creata la Johnson’s ladies walking machine, la prima bici per donne ideata per cambiare la posizione in sella rispetto alla draisina. La Lawson bicycle arriva invece quasi sessant’anni dopo, nel 1877: ha una ruota più grande ma a differenza della Penny farthing la sella è in mezzo tra le due ruote. I pedali sono posizionati sulla ruota posteriore e c’è un collegamento con quella anteriore per mezzo di due staffe.
Appena entrati mel ventesimo secolo Harold Jarvis costruisce nel 1902 un modello di bicicletta ribassata che si guida seduti, come se ne vedono oggi di più moderni, che fu capace anche di vincere alcune gare. Nel 1910 Mikael Pedersen cerca una variante alla struttura che poi verrà adottata successivamente da tutte le biciclette moderne. Decise di sostituire la classica sella con una sorta di piccola amaca con una struttura ispirata da alcuni ponti ferroviari.
Dieci anni dopo la bicicletta di Pedersen arriva la francese Retro directe. Questo modello, a parte il funzionamento della catena, rappresenta esattamente l’idea che abbiamo di bici tradizionale. Nel 1975 si fa notare Graziella con il modello Falttandem, una bicicletta pieghevole che poteva accogliere ben due ciclisti. Il modello però non ebbe molta fortuna a causa del peso e della poca robustezza.
Entrati nel terzo millennio sono stati costruite innumerevoli biciclette, di cui le nuove tendenze sono rappresentate dalle e-bike e dalle bici pieghevoli. L’innovazione futura sarà probabilmente più per le modalità con cui verranno prodotte le due ruote, come dimostra Arc bicycle del 2016. Questa bici è stata realizzata creando le componenti tramite stampanti 3D e con particolari saldature realizzate da robot. La stampa 3D sta aprendo nuove frontiere che potrebbero anche modificare i materiali e le strutture dei telai delle biciclette, che potrebbero trasformare i modelli che usiamo oggi in oggetti di antiquariato.
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