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Nel 2019 si celebra il turismo lento, per godersi ogni attimo del percorso camminando, andando in bicicletta o su un vecchio treno, perché le mete raggiunte acquistino un altro fascino. Quello della consapevolezza.
È forse il modo in cui più ci piace viaggiare: lentamente, avendo il tempo e l’attenzione necessari per vivere ogni aspetto e particolare di ciò che ci circonda. Il 2019 celebra questa salutare necessità ed è infatti l’anno del turismo lento. Camminare lungo sentieri di montagna, pedalare seguendo i corsi dei fiumi o prendere un vecchio treno regionale, sono solo alcuni dei modi per vivere i meravigliosi paesaggi italiani. E ora è il momento giusto per farlo.
Quando si parla di turismo lento, il primo pensiero porta al variegato mondo dei cammini e sentieri: si tratta infatti di un trend in costante crescita e i numeri lo testimoniano. Forse il più noto al mondo, il cammino di Santiago, è passato dai 55mila pellegrini del 2000, ai 300mila del 2017; ma anche nel nostro paese, uno dei cammini storici, la via Francigena, testimonia perfettamente questa tendenza: lo scorso anno ha ospitato infatti oltre 50mila persone, il 20 per cento in più dell’anno precedente.
“Investire sul turismo sostenibile è una strategia di sviluppo che ha come fine la tutela e la riproposizione innovativa di luoghi, memorie, conoscenze e artigianalità che fanno del nostro paese un luogo unico – disse l’ex ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo Dario Franceschini in occasione della proclamazione del 2019 come anno del turismo lento da parte dello scorso governo –: un circuito di bellezza straordinariamente diffuso lungo tutto il suo territorio fisico, e lungo un arco di secoli di civiltà. Una strategia fondamentale per governare la crescita dei flussi turistici che ci attendiamo per i prossimi anni”. Parole che ricordano un altro progetto che partirà proprio nella tarda primavera del 2019 e ha come scopo non solo percorrere tutta l’Italia lungo la sua dorsale montuosa, ma anche e soprattutto conoscerne le peculiarità, le genti, le tradizioni: Va’ sentiero, l’avventurosa spedizione di tre giovani che cammineranno per un anno e mezzo circa lungo il Sentiero Italia, ripristinato recentemente grazie allo splendido lavoro dei volontari Cai, Club alpino italiano.
Il bello di camminare è che è per tutti e quindi, accanto a imprese così ciclopiche, ci sono anche percorsi e sentieri per tutti. Tra questi – meno noto probabilmente di quelli legati a tematiche religiose, ma con peculiarità uniche – c’è la Magna via francigena, un sentiero ricco di storia, cultura e tradizione che collega Palermo ad Agrigento e può essere percorso a piedi o in bicicletta attraversando l’isola e la sua natura più profonda. E queste non sono che poche suggestioni, perché le occasioni di cammino sono tantissime, in tutta Italia, occorre solo scoprirle e mettersi in marcia.
Secondo gli organizzatori della Bit, la Borsa internazionale del turismo da poco terminata, oltre a un crescente interesse per il turismo slow e sostenibile, nelle sue diverse declinazioni – dai percorsi religiosi, ai cammini tematici – aumentano anche le persone appassionate allo slow bike, e, in generale, all’outdoor e al turismo attivo. Il tutto magari supportato da inedite e innovative soluzioni tecnologiche.
[vimeo url=”https://vimeo.com/219131460″]Video Cano Cristales[/vimeo]
Se a qualcuno non piace camminare, si può andare lentamente in molti altri modi: in bicicletta è possibile percorrere molti dei cammini pensati per il trekking o pedalare in tutte le regioni e zone italiane che, sempre più spesso, studiano dei tragitti per permettere di scoprire i propri territori lentamente, su due ruote. Nella verde Umbria c’è la via degli ulivi, in Sardegna, in sella a una bici si può attraversare il Supramonte, nel modaiolo Salento si fa esperienza della vera natura del luogo grazie a tour su due ruote, in Val Brembana, inutile dirlo, muoversi in bicicletta è una tradizione.
In treno il piacere è quello di essere trasportati e avere così tutto il tempo e la tranquillità necessari per godersi il tragitto e i paesaggi che passano e mutano. Sia un vecchio trenino a carbone, come accade ancora in Sardegna, o un suggestivo mezzo sulle montagne del nord Italia per ammirare il foliage d’autunno, la magia è la stessa.
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