L’amministrazione Usa ha sospeso le domande per l’immigrazione delle persone provenienti da 19 paesi. Nel frattempo vanno avanti le retate nelle città.
Sono più di cinquemila le vittime, tra morti e feriti in Afghanistan, dall’inizio dell’anno. Le Nazioni Unite lanciano l’allarme, parlando di “cifre record”.
Più di 1.600 morti e 3.565 feriti, nei soli primi sei mesi dell’anno. L’Afghanistan continua ad essere una terra che convive quotidianamente con la violenza. A testimoniarlo sono le cifre fornite in un rapporto pubblicato dalle Nazioni Unite, che parla di “quantitativo record” di vittime tra gennaio e giugno di quest’anno. Il macabro bilancio risulta infatti in crescita del quattro per cento rispetto allo stesso periodo del 2015: il totale tra persone ferite e uccise è pari a 5.166.
L’Onu ha pubblicato i dati a solamente due giorni dall’ennesima strage. Sabato 23 luglio un doppio attacco suicida nella capitale Kabul ha infatti provocato la morte di 80 persone. “I cittadini – ha spiegato Tadamichi Yamamoto, rappresentante speciale delle Nazioni Unite nella città afgana – sono colpiti mentre pregano, mentre lavorano, mentre studiano, mentre si spostano per andare a cercare acqua potabile, o mentre escono dagli ospedali”.
#Afghanistan: Civilian casualties hit half-year record, with 5,166 dead or maimed – @UNhttps://t.co/nNQ9WBaaaXpic.twitter.com/jsRWWeukPa
— UN News Centre (@UN_News_Centre) 25 luglio 2016
La stessa organizzazione internazionale ha sottolineato come le cifre pubblicate siano “senza dubbio sottostimate”. Eppure, sulla base di tali ipotesi “ottimistiche” si parla già di quasi 64mila vittime, tra le quali circa 23mila morti e 41mila feriti, dal 1 gennaio 2009 ad oggi. Ovvero da quando fu lanciata la Missione di assistenza in Afghanistan (Unama).
Secondo l’Onu i principali responsabili delle violenze sono i gruppi di integralisti insorti, in particolare i talebani e lo Stato Islamico: è a loro che si può attribuire circa il 60 per cento delle vittime civili. “Ma anche quelle causate dalle forze governative sono in crescita e rappresentano ormai il 23 per cento del totale”, ha aggiunto la stessa Unama.
Agghiaccianti anche i dati che riguardano i bambini: sono 388 coloro che sono stati uccisi nel solo primo semestre del 2016. Con loro, altri 1.121 sono rimasti feriti, molti dei quali per via dell’esplosione di mine e di altri ordigni abbandonati.
E agghiacciante è, allo stesso modo, la vita degli afgani raccontata dall’Alto commissario per i diritti umani Zeid Raad Al Hussein, citato nel rapporto: «Un conducente di auto amputato che non può più lavorare. Un papà uscito per andare a fare la spesa che torna a casa e trova la sua famiglia morta. Braccia e gambe fratturate senza cure perché non ci sono i mezzi per sostenerle. Genitori che recuperano in un sacco di plastica i resti del loro bambino. Qui in Afghanistan, nel corso dei primi sei mesi dell’anno, abbiamo raccolto 5.166 storie come queste».
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’amministrazione Usa ha sospeso le domande per l’immigrazione delle persone provenienti da 19 paesi. Nel frattempo vanno avanti le retate nelle città.
Un rapporto indica che la capitale dell’Indonesia Giacarta accoglie ormai 42 milioni di persone: più di Dacca, seconda, e di Tokyo.
Dopo la prima bozza di piano profondamente sbilanciata a favore della Russia, ora c’è una nuova bozza di accordo che piace all’Ucraina.
La sentenza è arrivata sul caso di due cittadini polacchi sposati in Germania. La Polonia si era rifiutata di riconoscere il loro matrimonio.
Nella notte è uscita una nuova bozza che fa crollare le speranze. 30 paesi scrivono alla presidenza che è inaccettabile.
Il piano di pace per l’Ucraina ricorda molto quello per la Striscia di Gaza. Kiev dovrebbe cedere diversi suoi territori alla Russia e ridimensionare l’esercito.
La risoluzione dell’Onu su Gaza prevede l’invio di truppe internazionali e il disarmo di Hamas. Ma la strada è subito in salita.
Un rapporto della ong israeliana PHRI denuncia la strage di palestinesi nelle strutture detentive israeliane. I morti ufficiali sono 98 ma si contano centinaia di dispersi.
La procura di Istanbul ha formulato le accuse nei confronti dell’ex sindaco Ekrem Imamoglu. I capi d’accusa per l’oppositore di Erdoğan sono 142 per oltre 2.500 anni di carcere.

