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Essere Animali ha realizzato una nuova indagine sugli agnelli allevati e uccisi per la loro carne in Sardegna. Le riprese mostrano e documentano gli aspetti di questa filiera tra evidenti pratiche illegali e metodi crudeli.
Si avvicina la Pasqua e con essa il momento cruciale per centinaia di migliaia di agnelli allevati e uccisi in gran numero soprattutto in occasione di questa festività: per tradizione sono infatti ancora molte le persone che consumano carne di agnello durante il pranzo pasquale. Per sensibilizzare su questi argomenti il team investigativo di Essere Animali ha realizzato un’inchiesta visitando circa venti allevamenti in tutte le provincie della Sardegna e un macello. La regione è infatti quella con il più alto numero di ovini allevati in Italia: circa 3 milioni, la metà del totale.
Non è la prima volta che Essere Animali diffonde immagini che mostrano l’uccisione degli agnelli in alcuni macelli italiani. Non erano però mai state visitate le strutture situate in Sardegna, che detiene appunto il primato nel settore ovi-caprino.
Le dichiarazioni degli allevatori in merito al loro lavoro sono spiazzanti. Alcuni di loro affermano di uccidere gli agnelli maschi, peraltro con metodi cruenti, nel periodo di minor richiesta di carne. Va ricordato come anche le pecore, così come tutti gli altri mammiferi, per produrre latte devono aver partorito. A questo, si trova facilmente rimedio indirizzando i maschi all’industria della carne nelle settimane di maggior consumo, come appunto la Pasqua, ma si riscontrano difficoltà nei periodi in cui si ha meno richiesta. Così, allevare un agnello risulterebbe antieconomico e controproducente, per questo quando il mercato non è in grado di assorbire l’offerta gli agnelli maschi vengono uccisi.
Oltre alle molte testimonianze, è stata documentata la pesatura per sollevamento, utilizzata ancora da molti, nonostante sia illegale. La pesatura avviene prima del trasporto degli agnelli al macello e consiste nel legare gli animali per le zampe e sollevarli per ottenerne il peso, causando dolori e forte stress ai cuccioli che restano sospesi anche per diversi minuti.
Un altro aspetto, spesso neppure preso in considerazione, riguarda il momento della separazione dei cuccioli dalle madri. Le pecore sono etologicamente premurose, sensibili e molto legate ai propri figli. E proprio come avviene per le mucche, anche in questo caso le femmine vengono destinate alla produzione di latte mentre i maschi saranno condotti al macello dopo circa 30 giorni dalla nascita. Come afferma un allevatore, quelle che vengono private del proprio cucciolo continuano a belare e lamentarsi per diverso tempo in cerca dell’agnellino. Un momento di stress ed estrema sofferenza per madri e figli.
Ma non è tutto. Alcune testimonianze raccolte documentano truffe relative alla certificazione Igp. La denominazione “agnello di Sardegna” dovrebbe essere riservata esclusivamente agli animali nati nella regione, identificati da una specifica marca auricolare e allevati secondo un preciso disciplinare. Diversi allevatori hanno però affermato quanto sia facile eludere i controlli tramite contraffazioni e operazioni fraudolente, riuscendo a etichettare come Igp anche agnelli importati dall’estero.
Le immagini mostrano anche una pessima gestione delle operazioni di macellazione, nonostante la presenza di veterinari sono state filmate uccisioni di agnelli coscienti. Se per legge andrebbero evitati agli animali dolori o ansie, in questo macello avviene tutt’altro. Gli agnellini sono impauriti e attendono il loro turno assistendo all’uccisione dei loro simili.
L’associazione ha sporto denuncia nei confronti di alcuni allevatori, un trasportatore e diversi operatori del macello.Essere Animali
È inoltre sconcertante quello che avviene più tardi. In molti casi un operatore è costretto a ripetere la procedura di stordimento perché è trascorso troppo tempo dal primo tentativo e gli animali si sono risvegliati. Ma questo non basta e non pone fine alle sofferenze. Difatti, alcuni agnellini rimasti per 50 secondi in attesa, alla fine vengono iugulati ancora coscienti. Si tratta di pratiche e metodi inaccettabili e illegali. L’associazione ha perciò sporto denuncia nei confronti di alcuni allevatori, un trasportatore e diversi operatori del macello.
Se per legge andrebbero evitati agli animali dolori o ansie, in questo macello avviene tutt’altro. Essere Animali
Sono state riscontrate, inoltre, evidenti incompatibilità tra alcuni dati relativi alla produzione e la macellazione degli agnelli. Nel 2019, anno in cui è stata realizzata l’indagine, secondo la banca dati nazionale in Sardegna sono state allevate circa 3 milioni di pecore, ma per l’Istat gli agnelli macellati sono stati 548mila.
Dietro a questi dati potrebbero nascondersi irregolarità. Difatti, dobbiamo tener conto che ogni pecora partorisce un agnello ogni anno e che solo la metà di questi sono femmine che vengono allevate per il latte. L’altra metà è costituita da maschi destinati alla produzione di carne, ma un rapido calcolo ci mostra come i maschi macellati dovrebbero raggiungere circa il milione, a dispetto di quello che risulta invece dai dati ufficiali.
A oggi (fonte: Istat 2020 – Bdn zootecnica 2020) in Italia vengono allevati circa 6,4 milioni di pecore. Per quanto riguarda invece gli agnelli, sono 2,3 milioni quelli macellati, 377mila di questi solo nel periodo di Pasqua (dato relativo allo scorso anno).
In Italia all’anno vengono macellati 2,3 milioni di agnelli, 377mila solo nel periodo di Pasqua.Essere Animali
Nell’ultima decade si è riscontrato un calo drastico delle macellazioni degli agnelli. Basti pensare che sono passate da 4.588.780 del 2010 a 2.303.761 del 2019. In parte per merito delle associazioni per i diritti degli animali, che hanno dedicato indagini e campagne a queste tematiche, e in parte per un cambiamento delle abitudini dei consumatori, sempre più sensibili e attenti anche alla questione animale.
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Si tratta di dati incoraggianti se facciamo riferimento anche solo a qualche anno fa, ma ancora molti agnelli vengono macellati. Un’abitudine che non tiene in alcun modo conto delle crudeltà e i trattamenti riservati agli animali. Essere Animali, anche quest’anno, rilancia la campagna #IoNonLoMangio, per invitare le persone a trascorrere una Pasqua senza cibarsi di carne, cercando di sensibilizzare e compiere scelte sempre più etiche lasciando fuori dal piatto la sofferenza.
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