
Secondo uno studio, il passaggio da una dieta tradizionale africana a una tipica del mondo occidentale globalizzato, aumenta l’infiammazione e diminuisce la risposta ai patogeni. Il passaggio inverso comporta invece benefici.
Bloccate tutte le spedizioni dagli USA di aiuti alimentari per il Sudan: il governo del Paese africano ha “osato” richiedere che i cibi statunitensi non fossero transgenici. Da qualche giorno la USAID, agenzia del governo Usa di aiuti umanitari, ha preso la decisione di sospendere gli invii, ammettendo “la gravità delle potenziali conseguenze umanitarie di
Bloccate tutte le spedizioni dagli USA di aiuti alimentari per il
Sudan: il governo del Paese africano ha “osato” richiedere che i
cibi statunitensi non fossero transgenici. Da qualche giorno la
USAID, agenzia del governo Usa di aiuti umanitari, ha preso la
decisione di sospendere gli invii, ammettendo “la gravità
delle potenziali conseguenze umanitarie di questa interruzione di
aiuti”.
Un ricatto? Una inevitabile conseguenza dello squilibrio tra la
forza degli Usa (o delle multinazionali bio-tech) contro i Paesi
del Sud del mondo? Lasciamo le risposte a chi legge. E a chi, sulla
questione dell’esportazione “forzata” di cibi transgenici in
Africa, si è già pronunciato…
“Cara Africa, mangia cibo OGM o soffri la fame!” (Manoah Esipiu,
corrispondente Reuters da Johannesburg, Sud Africa).
“E’ semplicemente un atteggiamento maligno cercare di introdurre
cibi geneticamente modificati nei paesi per questioni di politica
sugli OGM, quando è disponibile un tale eccesso di cibi
non-OGM… se c’è un’area dove dovrebbero essere messi dei
limiti a tattiche del genere è proprio questa” (Michael
Meacher, ex-ministro britannico dell’ambiente, durante una riunione
parlamentare il 27 novembre 2002 riguardo alla crisi alimentare in
Africa).
“Un enorme esperimento umano” (David King, consigliere scientifico
di Blair, denunciando i tentativi degli Stati Uniti di esportare
gli OGM in Africa con la forza).
“C’è abbastanza cibo non-OGM che potrebbe essere offerto
allo Zambia da donatori pubblici e privati. In gran parte questa
‘crisi’ è stata fabbicata da coloro che cercano nuovi
argomenti a loro favore nel dibattito mondiale sulle biotecnologie
nell’agricoltura.” (“The Observer”)
“E’ inaccettabile che i nostri bambini in Nicaragua stiano
consumando prodotti geneticamente modificati che arrivano
mascherati da “aiuti umanitari”. E’ ben noto che i produttori di
cibi per bambini, in USA e in Europa, non impiegano cibo
transgenico”.(Victor Campos, direttore Humboldt Center,
Nicaragua).
“Mentre lavorano per alleviare la fame e la sete mondiali, il World
Food Program e l’USAID dovrebbero assicurare che gli OGM non
mettano a rischio la salute, l’agricoltura locali e l’ambiente dei
popoli che vanno ad aiutare. Non puoi sfamare il mondo se il cibo
che mandi non è adatto ad essere mangiato.” (Larry Bohlen,
Health and Environment Programs Director dei Friends of the Earth
USA).
“Noi rifiutiamo con forza l’immagine di Paesi poveri e affamati che
viene usata dalle gigantesche multinazionali per spingere una
tecnologia che non è né sicura, né
ecologicamente sostenibile, né economicante vantaggiosa per
noi” (Dichiarazione di 20 Delegati di Paesi africani alla FAO
durante il meeting ONU “Plant Genetic Resources”).
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Secondo uno studio, il passaggio da una dieta tradizionale africana a una tipica del mondo occidentale globalizzato, aumenta l’infiammazione e diminuisce la risposta ai patogeni. Il passaggio inverso comporta invece benefici.
Secondo quanto osservato da ricercatori statunitensi, la dieta mediterranea ha del potenziale per contrastare i disturbi della sindrome dell’intestino irritabile.
I ricercatori dell’Istituto Ramazzini di Bologna hanno osservato un aumento dell’incidenza di tumori in diversi sedi con la somministrazione di bassi dosi di glifosato.
Rigenerazione e salute. Sono le parole chiave che è tempo di sovrascrivere a quelle attuali di impoverimento e degrado, imposte dall’agricoltura intensiva. Una sostituzione che scuote equilibri e merita attenzione.
Secondo uno studio americano sulla salute metabolica, il consumo di ceci è in grado di abbassare il colesterolo, mentre quello di fagioli neri riduce l’infiammazione.
I risultati di un progetto pilota sull’agricoltura rigenerativa mostrano i vantaggi di questo approccio rispetto all’agricoltura convenzionale. Registrando una produttività complessiva più elevata.
Dopo cinque minuti di esposizione alla pubblicità di cibo spazzatura i bambini consumano più calorie: lo studio presentato al Congresso europeo sull’obesità.
A Ouagadougou si costruiscono orti e si piantano alberi per proteggere la città dalle ondate di calore e produrre cibo locale e accessibile.
Uno studio su sei cibi importati sottolinea la necessità di risposte da parte della Ue a un’emergenza reale e sempre più preoccupante per la sicurezza alimentare.