
L’unico paese dell’Asia centrale con una volontà democratica sembra essere il Kirghizistan. Ma ora sta compiendo passi falsi sulla libertà di stampa, ossigeno per la democrazia.
La richiesta di fondi per i programmi umanitari delle Nazioni Unite non è mai stata così alta. Nel 2016, però, solo metà della somma è stata stanziata.
Per fornire l’aiuto di cui hanno bisogno i 93 milioni di persone colpite da conflitti o da catastrofi naturali in tutto il mondo serviranno 22,2 miliardi di dollari. A spiegarlo sono le Nazioni Unite, che hanno così quantificato gli aiuti finanziari che la comunità internazionale dovrebbe finanziare per il 2017. Il condizionale è tuttavia d’obbligo, perché finora il mondo non è apparso così pronto nel concedere tali fondi: per l’anno in corso l’Onu aveva chiesto 22,1 miliardi, ma i dati registrati fino allo scorso 30 novembre indicano che solo il 51 per cento di tale somma è stata realmente stanziato dai governi.
Quello chiesto per il 2017 rappresenta “il montante più elevato mai domandato”, ha sottolineato nel corso di una conferenza stampa Stephen O’Brien, responsabile delle operazioni umanitarie delle Nazioni Unite. “Ciò – ha aggiunto – è il risultato delle numerose situazioni di crisi, che hanno fatto crescere il bisogno di aiuti umanitari ai livelli più alti mai registrati dai tempi della seconda guerra mondiale”. Basti pensare che solo pochi anni fa, nel 2011, la richiesta da parte dell’Onu era stata di 7,9 miliardi: da allora il dato è dunque triplicato.
Il dirigente ha inoltre sottolineato che l’80 per cento dei costi è legato alle operazioni in zone di guerra. In particolare – ha specificato l’Ufficio di coordinamento degli affari umanitari – più della metà dell’ingente somma servirà per finanziare i programmi avviati in Siria, nello Yemen, in Iraq e nel Sudan del Sud. In alcuni casi le situazioni di crisi perdurano da più di venticinque anni: è il caso dell’Afghanistan, nel Burundi, della Repubblica democratica del Congo e della Somalia.
Ad impressionare sono anche le cifre relative alla popolazione coinvolta. Solamente in Siria sono circa 13,5 milioni le persone che avranno bisogno di un aiuto umanitario da parte delle Nazioni Unite. La crisi politica in Burundi renderà necessario un aiuto per circa tre milioni di persone. Mentre in Afghanistan, a causa del conflitto tra forze governative e talebani, 1,8 milioni di persone saranno trattate per casi di malnutrizione nel corso del prossimo anno.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
L’unico paese dell’Asia centrale con una volontà democratica sembra essere il Kirghizistan. Ma ora sta compiendo passi falsi sulla libertà di stampa, ossigeno per la democrazia.
L’ultimo attacco, nel sud della Striscia di Gaza, ha causato oltre 50 morti e centinaia di feriti. Israele continua a usare la fame come arma contro i palestinesi.
Benché non si tratti di caldo record, il servizio meteorologico americano ha deciso di diramare un’allerta in Alaska: “Una presa di coscienza”.
Centinaia di aerei militari israeliani hanno bombardato siti militari e nucleari dell’Iran. Netanyahu ha detto che l’operazione sarà lunga e ora si attende la risposta dell’Iran.
Una serie di operazioni anti-immigrazione hanno causato proteste a Los Angeles. Donald Trump ha risposto con l’invio dell’esercito, alzando la tensione.
A bordo della Madleen, gestita dalla Freedom Flotilla Coalition, c’erano pacchi di aiuti umanitari e l’attivista Greta Thunberg. L’equipaggio è in stato di fermo in Israele.
La misura è stata annunciata il 4 giugno dal presidente Trump. Per l’Onu è un provvedimento discriminatorio e che suscita preoccupazioni.
La Sierra Leone è uno degli stati africani più esposti al rischio di carestie e calamità naturali. Anche a causa della deforestazione, fenomeno che l’Occidente sembra voler ignorare.
Dall’Unione europea al Regno Unito, passando per il Canada, crescono le misure diplomatiche contro Israele. Che però va avanti con il genocidio a Gaza.