Pride

Alessandro Commisso, l’unico giovane gay italiano che diventerà un leader

Alessandro Commisso lavora per Lush ed è l’unico italiano inserito nella lista dei 30 leader di domani di orientamento non eterosessuale stilata dal Financial Times.

La classifica del 2015 dedicata ai 30 futuri leader lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) è stata pubblicata dal Financial Times, il più importante quotidiano economico del Regno Unito. Tra questi c’è solo un italiano: Alessandro Commisso, 28 anni, global brand operations di Lush Cosmetics. Commisso è omosessuale, ma le caratteristiche che, secondo lui, lo hanno portato a entrare nella classifica di Ft, realizzata in collaborazione con OUTstanding, sono altre: “sono giovane, testardo, iperattivo e un po’ ribelle”.

 

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Le saponette della campagna #GayIsOk di Lush lanciata da Alessandro Commisso

 

La sua ascesa professionale in Lush comincia nel 2009 con un contest e la scoperta che uno dei copywriter che si occupa di realizzare i cataloghi sta per cambiare lavoro. Commisso fa ancora il liceo, ma viene assunto. Poi si iscrive alla facoltà di Economia e marketing di Bologna, ma continua a lavorare per Lush: “Facevo di tutto con un impegno quasi full time – ricorda in un’intervista al Corriere della Sera – finché non ho deciso di trasferirmi a studiare a Parigi” dove migliora l’inglese e il francese. Qui lo nota il fondatore di Lush, Mark Constantine, grazie a una vittoria nel concorso per la realizzazione di un nuovo prodotto. Commisso è subito promosso e ora coordina gli incontri tra i vari settori di Lush sparsi nel mondo e il Regno Unito. Di recente ha lanciato la campagna #GayIsOk che ha avuto come obiettivo far sapere che l’omosessualità è un reato in 76 paesi.

 


La classifica è stata stilata insieme all’associazione OUTstanding che si batte per i diritti lgbt soprattutto nel mondo del lavoro, dove ancora si verificano casi di aggressione o di emarginazione. Secondo una recente ricerca il 43 per cento degli uomini omosessuali ha subito atteggiamenti omofobi sul posto di lavoro.

 

Aritha Wickramasinghe, consulente di K&L Gates, si è piazzato al primo posto: “Essere leader lgbt in vista significa lanciare un messaggio ai giovani facendo capire che far parte della comunità lgbt non è un freno alla loro carriera”. Al secondo posto Mark McBride-Wright, ingegnere per la sicurezza di Kbr, è stato molto attivo nel cercare di promuovere l’inclusione di persone lgbt nel mondo dell’ingegneria, sempre molto ostico ad accettare la diversità: “L’ingegneria ha bisogno di più leader lgbt dichiarati”. Allo stesso modo, secondo McBride-Wright, anche altri settori dovrebbero aprirsi, in particolare quello bancario e giudiziario. Sul gradino più basso del podio c’è Cory Valente, scienziato associato e global leader di Dow chemical company. Valente è uno dei fondatori del Delaware Valley LGBT Consortium che racchiude gruppi di professionisti che condividono le best practice in tema di miglioramento dei diritti della comunità lgbt. Ha tenuto diversi discorsi sui benefici economici dell’uguaglianza sia all’interno che all’esterno del luogo di lavoro.

 


Commisso, al quattordicesimo posto, ha voluto sfruttare l’occasione per lanciare appelli ai leader italiani in favore dell’uguaglianza di diritti lgbt. Tra gli altri, ha scritto al primo ministro Matteo Renzi, che da mesi ha promesso una legge sulle unioni civili, ed altri imprenditori italiani già affermati. L’Italia è l’unico paese (insieme alla Grecia) dell’Europa occidentale a non aver riconosciuto il matrimonio tra coppie omosessuali o qualsivoglia altra forma di unione civile tra persone dello stesso sesso.

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